Sei personaggi in cerca d’autore. Inquietudine umana senza tempo

Il metateatro di Pirandello al “Marconi estate” di Roma, nella versione attuale e “smussata” di Claudio Boccaccini che regala un notevole impatto emotivo

Sei personaggi in cerca d’autore è secondo alcuni l’opera più rappresentata di Luigi Pirandello. Certamente una delle più famose.
Il dramma, com’è noto, si apre con un gruppo di attori che è maldestramente alle prese con il copione de Il giuoco delle parti (commedia dello stesso Pirandello che, così autocitandosi, anticipa da subito uno dei concetti qui fondamentali: il metateatro).

Sei personaggi in cerca d'autore
“Sei personaggi in cerca d’autore”. Regia Claudio Boccaccini

Il direttore, il capocomico (Claudio Boccaccini), è molto nervoso perché preso dal vano tentativo di portare un po’ di ordine nella mal assortita compagnia: di fronte a lui si trovano il pomposo primo attore (Marco Lupi), la seconda attrice (Jessica Agnoli), il secondo attore (Marco Pratesi) e, in un ritardo che appare consueto, l’irritante prima attrice (Titti Cerrone).
Il tecnico (Andrea Meloni) fa quel che può per aiutare, ma è evidente che il lavoro procede male e che si preannuncia una giornata di prove estenuante, vista l’indisciplina della compagnia.
D’un tratto, a peggiorare le cose, fanno la loro entrata sei figure, dall’aria triste, lugubre. Cercando di vincere l’incredulità e anche il carattere burbero del capocomico, visibilmente irritato per l’ennesima interruzione, questi spiegano di essere personaggi in cerca di un autore che desideri finalmente portarli in scena.

“Sei personaggi in cerca d’autore”. Regia Claudio Boccaccini

La loro storia è complessa, i rapporti tra loro ingarbugliati e conflittuali. Superata la sorpresa iniziale, e non senza fatica, veniamo a sapere che il padre di famiglia (Felice Della Corte), tempo addietro, ha lasciato la moglie (Silvia Brogi) che è andata a vivere con l’allora segretario. Inoltre, ha allontanato anche il figlio (Gioele Rotini), mandandolo in campagna e deteriorando profondamente il loro rapporto. 
Nel frattempo il padre, che non ha perso di vista la ex consorte, ha scoperto che questa ha avuto un’altra figlia (Marina Benetti): una bimba per la quale lui provava una certa tenerezza. Sentimento che ha fatto allarmare la madre con conseguente trasferimento in altra città.

È un racconto che affascina il capocomico, e comincia a farsi largo il desiderio di inscenare davvero l’intera vicenda. Vicenda destinata a complicarsi: due mesi prima, infatti, il segretario è morto. Perciò la madre, la figlia (ora diventata un’attraente ragazza) e gli altri due bambini avuti più tardi (Fabio Crisafulli e Asia Maria Iannilli), ormai in grande difficoltà, hanno trovato alloggio nell’atelier di Madama Pace (un originale Fabio Orlandi).
Una persona crudele che, tra l’altro, ha instradato la giovane alla prostituzione, e un giorno, casualmente, si è trovata a intrattenersi proprio con il patrigno in cerca di facile compagnia.

L’urlo disperato della madre, accortasi appena in tempo del turpe scambio che stava per consumarsi, porta con sé una difficile presa di coscienza per tutti. Ma le cose, se possibile, finiscono per prendere una piega ancora peggiore.
Alla compagnia di attori non resta che assistere, sempre più confusi, al tragico epilogo di questa triste narrazione.

“Sei personaggi in cerca d’autore”. Regia Claudio Boccaccini

Debuttato al Teatro Valle di Roma nel 1921, questo dramma ha provocato la sera della prima una forte reazione, dividendo il pubblico disorientato dalle tematiche e dalla totale disgregazione della finzione teatrale, tanto che, a quanto pare, si è sfiorato perfino lo scontro fisico tra gli spettatori più contrariati e i sostenitori di Pirandello.

Rimane ancora adesso uno spettacolo sofisticato, carico di sfaccettature e significati, e che non lascia mai indifferenti: emozionante per chi si cimenta nella sua visione e, oggi come allora, potenzialmente ostico da comprendere per chi ci si avvicina la prima volta.
Per tali motivi, l’adattamento di Claudio Boccaccini, rappresentato lo scorso 24 luglio al Teatro Marconi, ha il merito di “smussare” dove necessario il testo, anche con alcuni accorgimenti per attualizzarlo e avvicinarlo alla platea (quale la lamentela sui telefoni cellulari che non prendono, ad esempio), ma mantenendone inalterato il nucleo. 

Ciò avviene grazie ad alcuni passaggi dai toni più consoni alla commedia (ben appoggiati dall’esperienza di Marco Lupi e dall’ironia di Titti Cerrone), modellando la drammaturgia quel tanto che basta a strappare risate al momento giusto, e rispettando però le scene più drammatiche che conservano tutta la loro potenza narrativa
Claudio Boccaccini è il regista, certo, ma in scena è anche un po’ il “direttore d’orchestra” di questo approccio e, non a caso, rispetto ad altre versioni classiche, il suo è il personaggio che entra per primo, impostando così il resto dell’impalcatura narrativa.
È lui la figura che di tanto in tanto, grazie ad alcune battute opportunamente inserite nei dialoghi, riesce inoltre a riepilogare l’intricato rapporto che si va delineando fra i personaggi in cerca d’autore. Rapporto che, come abbiamo visto, viene scoperto in modo tortuoso, non lineare, proprio per una precisa scelta pirandelliana che ne rispecchia la visione dell’esistenza umana. 

Sei personaggi in cerca d'autore
“Sei personaggi in cerca d’autore”. Regia Claudio Boccaccini

Al capocomico e ai suoi sconclusionati attori fa da contraltare l’interpretazione di Felice Della Corte che, invece austero, presenta la dolorosa esperienza del suo tormentato gruppo familiare. Quella del padre, della madre e della loro sfortunata prole (legittima o meno) è una presenza oscura sul palcoscenico, un carico esistenziale che si percepisce tribolato e che fatica a farsi comprendere dagli altri anche perché, visti i loro conflitti personali, i personaggi si interrompono spesso a vicenda per scontrarsi e per battibeccare. 

La loro entrata, infatti, è molto più inquietante che nella versione originale, dando l’impressione di vedere arrivare d’improvviso degli spettri afflitti e non delle persone.
D’altra parte sono le loro, ovviamente, le scene più forti, offerte al pubblico anche grazie ad una particolare intensità recitativa. Ritroviamo tutta la furia a stento trattenuta del figlio (grazie alla forza di Giole Rotini), l’urlo addolorato della madre (che Silvia Brogi riesce a rendere tremendo, sconcertante, pur restando paradossalmente in silenzio) e la buonissima prestazione che Marina Benetti mette nel rendere la figlia. Questa è afflitta, aspra nei commenti, fragile eppure sfrontata e volgare nel modo di rivolgersi agli altri, rabbiosa per la vita che le è toccata in sorte e dunque, dolce ragazza divenuta suo malgrado donna di malaffare, sprezzante con chiunque.

“Sei personaggi in cerca d’autore”. Regia Claudio Boccaccini

E in tutto questo, nessuno dei numerosi protagonisti è mai fermo: sulle affollate tavole del palcoscenico, un’altra buona trovata registica li vuole quasi sempre in movimento, impegnati a parlottare, a muoversi, a “essere vivi” anche quando il fulcro della scena è altrove.
Al termine, un po’ scossi dal finale che, seppur conosciuto, ha nondimeno il suo impatto emotivo, possiamo felicemente constatare come la grandezza di questo testo stia anche nel prestarsi a infinite varianti, sia narrative che recitative, e che, quando affrontato con passione e con un buon cast, ottiene invariabilmente ottimi risultati. La serata al Marconi non fa eccezione.

SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE

Regia: Claudio Boccaccini
Testo originale: Luigi Pirandello

con Felice Della Corte, Silvia Brogi, Claudio Boccaccini, Marina Benetti, Gioele Rotini, Marco Lupi, Titti Cerrone, Marco Pratesi, Andrea Meloni, Jessica Agnoli, Fabio Orlandi, Fabio Crisafulli e Asia Maria Iannilli

Costumi: Lucia Mirabile
Scene: Eleonora Scarponi
Assistenti alla regia: Andrea Goracci e Andrea Meloni

Teatro Marconi

Viale Guglielmo Marconi 698/E
Info e Prenotazioni Biglietteria 06 594 3554 – info@teatromarconi.it – teatromarconi.it