Alchimia del Carbone. L’arte che cura il pianto del mondo
Per il progetto “BiochArt”, la prima mostra collettiva di arte contemporanea dedicata al Biochar. Oltre trenta artisti per sensibilizzare il pubblico alla causa ambientale
L’arte è da sempre uno straordinario metodo comunicativo. Ci consente di veicolare messaggi, concetti e idee, far riflettere attraverso le emozioni. E Alchimia del carbone rappresenta, in tal senso, un’efficace iniziativa.
Allestita dal 4 al 28 ottobre scorso presso la sede dell’ISA (Istituto Superiore Antincendi), nell’ambito del progetto “BiochArt. l’Arte incontra il Biochar”, Alchimia del carbone, ideata da Gart – GardenArt APS (ente per la promozione e sensibilizzazione, attraverso l’arte, della sostenibilità ambientale), è la prima mostra collettiva di arte contemporanea sul Biochar.
Cos’è il Biochar? Si tratta di un carbone vegetale ottenuto dal riscaldamento di biomasse che non solo non emette CO2 nell’atmosfera, ma è in grado di assorbire e intrappolare quella già esistente. Va da sé che l’utilizzo del Biochar diventa uno strumento utilissimo nella lotta al cambiamento climatico, contribuendo alla riduzione dei gas serra e riducendo il pericolo derivante dal riscaldamento globale.
La mostra, curata da Velia Littera, ha coinvolto più di trenta artisti diversi impegnati nella realizzazione di opere con il Biochar, coniugando visioni creative e percezioni estetiche – molto eterogenee fra loro -, con l’obiettivo comune di sensibilizzare il pubblico alla causa ambientale.
Inserita tra gli eventi della RomeArtWeek 2024, la settimana dell’arte romana, l’esposizione ha potuto contare anche sul deciso supporto dell’ICHAR, l’Associazione Italiana Biochar, che ha voluto istituire un apposito premio in denaro per le tre migliori opere esposte.
La tela de La lupa capitolata di Davide Cocozza (terzo posto) è un evidente riferimento all’antico simbolo di Roma, rappresentata ora in una posa di abbandono, di prostrazione (perfino di resa) ai mali del mondo. Una figura un tempo maestosa ora decaduta per le conseguenze del comportamento umano.
Metamorfosi del nero di Nino De Luca (secondo posto) rappresenta, in una serie di tre tele, una luminosa esplosione che si fa strada fra le tenebre: è il blu del cielo che vince una iniziale oscurità, comunicandoci una sensazione di mai sopita speranza.
Quanti morti ancora di Umberto Ippoliti (primo posto) è invece una efficace riflessione sul progresso, rappresentato dal Biochar, che tuttavia non deve farci dimenticare gli sbagli, i sacrifici e la lunga strada percorsa nel passato. Per giungere a una positiva evoluzione tecnica serve la conoscenza, ma nel conquistarla non vanno scordate le difficoltà affrontate per ottenerla: la storia è fatta anche di dolore.
Il grande drappo che costituisce l’opera sembra infatti avvolto dai fumi residui del carbone; è adornato con elementi laceri, logori, a simboleggiare una vita di duro lavoro e di fatiche usuranti.
Infine, Papaveri-Serie La Danza del Mondo di Antonio La Rosa (menzione speciale), è una scultura in ferro e alluminio che rappresenta dei fiori che sbocciano tra la polvere del Biochar. Un’ottimistica visione del circolo virtuoso del riuso.
Lasciamo la mostra carichi di energie positive e più consapevoli dei tanti sforzi, di cui spesso siamo ignari, che vengono fatti ogni giorno per cercare di migliorare questo nostro sofferente mondo. Che poi è proprio il messaggio che Alchimia del carbone voleva trasmettere.
ALCHIMIA DEL CARBONE
Progetto BiochArt di GART – GardenArt Aps
4 – 28 ottobre 2024
A cura di Velia Littera
Coordinamento: Katia Paoletti
Con la collaborazione di Petra Lanza, Rita Salimbeni, Vittoria Santilli e Pavart Gallery
Artisti espositori: Hadeel Azeez, Isabelle Fordin, Barbara Lo Faro, Valeria Magini, Daniela Monaci, Manuela Scannavini, Prisca Tozzi, Ilaria Turini, Monica Vanno, Ak2deru, Biagio Castilletti, Davide Cocozza, Nino De Luca, Andrea Ferrari, Evandro Gabrieli, Umberto Ippoliti, Antonio La Rosa, Ruggero Maggi, Andrea Marostegan, Frank Martinangeli, Marco Tarascio (in arte Moby Dick), Norio Nagayama, Luigi Notarnicola, Andrea Pacini, Pennyboy, Maurizio Perissinotto, Alessandro Scali, Shout, Antonio Taschini, Stefano Trappolini, Giovanni Trimani, Arturo Ursumando (in arte UTER)
ISA – Istituto Superiore Antincendi
Via del Commercio, 13, 00154 Roma