Patrick Vom Bruck: «Per costruire la felicità serve competenza»

L’intervista all’attore e coacher che dopo l’estate sarà in scena al Teatro Trastevere di Roma con Si può ordinare la felicità su Amazon?, uno spettacolo (auto)biografico per sviluppare consapevolezza di sé

Non sono anni molto facili questi che viviamo: guerre, crisi, pandemie, disastri naturali e una economia impazzita richiedono grossi sforzi da parte di tutti.
In uno scenario del genere, essere davvero felici sembra ancora più complesso e, forse, perfino irraggiungibile.

Eppure, secondo Patrick Vom Bruck, protagonista, dopo la pausa estiva, al Teatro Trastevere di Roma con Si può ordinare la felicità su Amazon?, esiste eccome un sistema per cambiare radicalmente il nostro punto di vista.
Proviamo allora a capire di cosa si tratta in un tête-à-tête con Vom Bruck.

Da dove nasce l’idea di fare uno spettacolo su un tema vasto come la felicità? Esiste davvero o si tratta solo di attimi fuggenti? 

L’idea nasce da un dato semplice e triste: oggi sono pochissime le persone che si dicono davvero felici. Anzi, a volte sembra quasi fuori luogo esserlo. Sento tante persone lamentarsi della propria vita, quando in realtà non fanno ciò che davvero le farebbe stare bene.
Credo che la felicità sia una competenza, non solo un’emozione: parte dalla comunicazione, soprattutto con se stessi. Quando impariamo ad ascoltare i nostri bisogni autentici, si apre una nuova via.

Patrick Vom Bruck
Patrick Vom Bruck, “Si può ordinare la felicità su Amazon?”

Il suo lavoro non è semplice intrattenimento, ma un momento di riflessione e di crescita. Può essere possibile tutto questo in una sola serata?

È quello che cerco di fare. Lo spettacolo Si può ordinare la felicità su Amazon? è un viaggio dentro la vita, i pensieri e le emozioni di ognuno di noi.
Racconto storie semplici, spesso tratte dalla mia esperienza personale, in cui tante persone possono riconoscersi: relazioni che si incrinano, mancanza di direzione, aspettative che non si realizzano. Ma lo faccio con leggerezza, con ironia, prendendomi anche un po’ in giro. Perché solo quando riusciamo a ridere delle nostre rigidità possiamo iniziare davvero a scioglierle.
Il teatro è uno strumento potentissimo: emoziona, muove, risveglia.
In una serata si può piantare un seme. Il cambiamento vero magari arriverà dopo, ma qualcosa inizia a muoversi già lì, quando si ride e si riflette allo stesso tempo.

Lei, oltre che autore e attore, si occupa anche di coaching: una disciplina in costante ascesa. Ci può spiegare di cosa si tratta e perché ha sempre maggiore successo?

Il coaching è un percorso che aiuta le persone a sviluppare consapevolezza, chiarezza e concretezza per raggiungere i propri obiettivi, sia personali che professionali.
A differenza della psicoterapia, non si concentra sul passato o sul disagio, ma parte dal presente e lavora sul potenziale della persona.
Lavoro con artisti, atleti, imprenditori e genitori: ognuno di loro ha bisogno di tornare in contatto con le proprie risorse, spesso sepolte sotto anni di condizionamenti, paure o semplicemente abitudini.
Il coaching è efficace perché è pratico: si basa su domande potenti, esercizi esperenziali, ascolto profondo.
In fondo è come in teatro: c’è un personaggio che aspetta di essere portato in scena, ma prima deve conoscere la propria voce, i propri limiti e talenti. Il coaching ti aiuta proprio a questo.
Ecco perché sempre più persone lo scelgono, soprattutto in un’epoca in cui sentirsi confusi è diventato quasi la norma.

La sua attività di coaching dove la condurrà nei prossimi anni?

Il mio lavoro è in continua evoluzione, e il teatro è una delle sue espressioni più vive.
A breve lancerò insieme a Massimo Ceccovecchi il Metodo Game Changer, un nuovo approccio che fonde il coaching con l’improvvisazione teatrale.
E con la mia scuola stiamo per aprire nuove sedi in Germania e negli Emirati Arabi.
La felicità, come dico anche sul palco, non si ordina su Amazon… ma si può costruire.
E vale la pena farlo insieme.

SI PUÒ ORDINARE LA FELICITÀ SU AMAZON?
Scritto e interpretato da Patrick Vom Bruck

Teatro Trastevere
Via Jacopa De’ Settesoli, 3 Roma
info e contatti: info@teatrotrastevere.it