Romeo e Giulietta. La rivolta dei giovani amanti

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Fino a domani, domenica 17 marzo, al Teatro Ghione di Roma, il capolavoro di William Shakespeare nel “grido d’amore” di Selene Gandini

Chi ama l’amore, ama Shakespeare. E nessuno abita l’amore più genuinamente dei giovani, per i quali è sete di vita e fame di emozioni. La regia di Selene Gandini, in scena fino a domenica 17 marzo al Teatro Ghione di Roma con Romeo e Giulietta, ha saputo mettere insieme amore e rabbia, rivolta e sentimento, per consegnarci un lavoro come non se ne vedevano da tempo. Lo ha fatto rielaborando uno dei testi più noti al grande pubblico per estrarne il succo più profondo: il vitalismo dei protagonisti che perfino nella scelta di morire, corrono sul filo della passione fino al rincorrersi nell’aldilà. 

Il proscenio è animato dall’inizio alla fine, e la gabbia sullo sfondo fa da contraltare alla festa della passione che è tutto un vortice di corsa, danza, scherma: azione, insomma, e azione che scalpita sul crepitìo delle parole. A pronunciarle sono per primi gli amanti, ed è lo spirito dell’amore stesso, felicemente incarnato in scena da un bambino e una bambina (avranno sette anni) inverosimilmente bravi. Testo e dialoghi sono noti: il capolavoro shakespeariano è la quintessenza romantica del teatro moderno. Colpisce però, a dispetto della velocità con cui Romeo e Giulietta si conoscono, si innamorano, si sposano e si consumano, quel sermone che Frate Lorenzo riserva loro, unendoli in matrimonio: “Amatevi con misura”.
La misura non c’è, in questa storia. E non ci può essere. Perché è una vicenda di passioni vere ed emozioni forti, e giustamente Selene Gandini grida al mondo il bisogno di evasione che l’amore sente verso le costrizioni. Può essere mai vissuto con misura un sentimento travolgente e viscerale? Si può manifestare una passione con discrezione? Si può pretendere che l’amante postponga il suo desiderio a un momento migliore? Lo spettatore sa che non è possibile. E le sbarre della prigione che ingabbia i cuori alla fine verranno vinte, i due amanti uniti avranno vissuto in pochi giorni mille vite e si ritroveranno infine uniti nell’estremo sacrificio, lontano dai vincoli opprimenti. 

Ha meritato i tanti applausi – in una sala emozionata e partecipe – la compagnia di attori strutturati, ancorché adolescenti, in cui si segnalano Agostina Magnosi nel ruolo di Giulietta e Federico Occhipinti, in quello di Romeo. Sarà un piacere ricordare il loro spettacolo, e un dovere tenerli d’occhio.

Romeo e Giulietta
di William Shakespeare

Regia  Selene Gandini

con Agostina Magnosi, Federico Occhipinti, Fabrizio Raggi, Matteo Fiori, Marta Nuti, Francesco Buttironi, Caterina Gramaglia, Marco Usai, Andrea Amato, Elvira Scalzi, Luca Alfonsi, Marinella Giraldi, Filippo Lemma

si ringrazia Carlo Valli per aver dato la voce al Principe

Teatro Ghione
via delle fornaci 37 Roma
info: 06/6372294 – www.teatroghione.it