Margaret Bourke-White. La prima donna della fotografia
Al Museo di Roma in Trastevere, fino al 27 febbraio, la mostra dedicata a una delle figure più significative del fotogiornalismo mondiale
Durerà fino al 27 febbraio 2022, al Museo di Roma in Trastevere, la mostra Prima, donna. Margaret Bourke-White, dedicata a una delle più grandi fotografe del Novecento.
Newyorkese, nata nel 1904, la Bourke-White è infatti entrata di diritto nell’Olimpo del fotogiornalismo dopo una carriera ultra quarantennale in cui ha immortalato praticamente tutti i momenti storici più importanti del secolo.
Una potente figura femminile giustamente definita nel titolo dell’esposizione “prima”, perché tanti sono stati nel corso della sua lunga carriera i primati ottenuti da questa straordinaria personalità femminile. Prima donna a lavorare per leggendarie riviste come “Fortune” e “Life”, a diventare fotoreporter di guerra, a documentare l’orrore dell’Olocausto, a fotografare l’URSS e Stalin quando a nessuno era concesso il visto d’ingresso in territorio sovietico, prima a usare la fotografia aerea e l’elenco potrebbe continuare.
L’esposizione romana, curata da Alessandra Mauro e organizzata con “Contrasto” e “Life Picture Collection” (l’archivio storico di “Life”), ne celebra i decenni di professione con un percorso diviso in undici sezioni tematiche. Si inizia con “L’incanto delle acciaierie”, che raccoglie immagini degli esordi, alla fine degli anni Venti, quando tutto il lavoro della fotografa è concentrato sulla fotografia industriale. Macchine, operai, officine sono i soggetti ritratti, elementi di un mondo che la Bourke-White considera denso di una «inconscia bellezza». Poco dopo, il crollo di Wall Street e il collasso economico che ne consegue mutano il pensiero della fotoreporter la cui fotografia subisce una svolta, diventando sociale, una sorta di missione per raccontare la realtà, e così resterà fino alla fine.
Proprio alla Grande Depressione, immortalata in un viaggio tra i disperati del Sud degli Stati Uniti, è dedicata la seconda sezione, “Conca di Polvere”. “LIFE” è invece il terzo step, consacrato ai formidabili reportage realizzati in tutto il mondo per la celebre rivista. Segue “Sguardi dalla Russia”, spazio riservato agli scatti prodotti nei due viaggi che la fotografa fece in Unione Sovietica. Il primo nel 1930 e il secondo nel 1941 quando, unica fotogiornalista occidentale a Mosca, riuscì a riprendere persino Stalin. Quando scoppia il Secondo conflitto mondiale Margaret pretende di documentare quel che accade in prima linea, e ci riesce. Segue l’esercito americano in Italia, Germania e Nord Africa, unica donna in un mondo di uomini e soldati, e scatta migliaia di foto molte delle quali compongono la quarta sezione della mostra: “Il fronte dimenticato”.
Una parte a sé, intitolata “Campi”, mostra lo straziante ingresso a Buchenwald, nel momento della sua liberazione. La Bourke-White fotografa tutto e il 7 maggio del 1945 il suo reportage è pubblicato su “Life” accompagnato dalla didascalia “Gli uomini morti saranno davvero morti invano se gli uomini vivi si rifiutano di guardarli”.
L’indipendenza dell’India e la sua separazione dal Pakistan sono al centro della settima sezione che, sotto il titolo “India”, riunisce il racconto fotografico di un altro fondamentale momento storico del Novecento.
A questa raccolta appartiene l’iconico scatto del Mahatma Ghandi che cuce all’arcolaio, pochi momenti prima di essere ucciso. “Sud Africa”è invece il titolo del segmento otto: l’Apartheid è protagonista assoluto di una serie di immagini indimenticabili. Razzismo e segregazionismo, ma questa volta nel Sud degli USA, sono i soggetti della nona sezione, “Voci del Sud bianco”. Penultima tappa, intitolata “In alto e a casa”, presenta in particolar modo il lavoro della fotografia: aerea che la Bourke-White ha realizzato in tanti anni. Infine, ultima sezione, “La mia misteriosa malattia”. La grande fotografa diventa qui soggetto del suo amico e collega Alfred Eisenstadt, che la ritrae nella sua estenuante lotta contro il Parkinson da cui è stata colpita.
Una mostra che è insieme straordinario racconto del Novecento e della vita di una donna il cui lavoro rappresenta uno dei vertici del fotogiornalismo. Assolutamente da non perdere.
MARGARET BOURKE-WHITE. PRIMA, DONNA
21 settembre 2021 – 27 febbraio 2022
Museo di Roma in Trastevere
Orario: dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 20.00 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)
Info e contatti: tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00); www.zetema.it; www.museodiromaintrastevere.it; www.museiincomune.it