Odin Teatret, ultimo atto

Al Vascello di Roma, Tebe al tempo della febbre gialla: spettacolo che segna l’addio alle scene della storica compagnia di Eugenio Barba

Una delle più note e importanti compagnie teatrali; una della maggiori fucine di linguaggi, originalità creative, sperimentazioni sceniche capaci di condizionare generazioni di interpreti, registi e artisti nel mondo, e di riscuotere riconoscimenti internazionali. Una compagnia che ha contribuito a scrivere la Storia del teatro contemporaneo non solo con gli spettacoli, ma anche con i training, la pedagogia, i viaggi, il baratto d’artista. L’Odin Teatret, fondata da Eugenio Barba nel 1964, di stanza nella danese Olstebro, sta per congedarsi dal palcoscenico e chiudere il suo percorso con un’ultima fatica: Tebe al tempo della febbre gialla.

“Tebe al tempo della febbre gialla”. Regia Eugenio Barba. Foto Rina Skeel

Lo spettacolo, che sarà presentato in prima nazionale al Vascello di Roma dal 26 settembre al 2 ottobre 2022, mette il punto a sessant’anni di concezione teatrale di Eugenio Barba e dei componenti dell’Odin Teatret.
Dunque, l’ultimo atto dell’Odin si intitola: Tebe al tempo della febbre gialla che, dopo la tappa inaugurale in Danimarca, incontrerà il pubblico romano per condurre gli spettatori al cospetto del mito e collocarsi, nello specifico, in un tempo successivo all’ultima battaglia di Tebe.
Ora che la lotta tra Eteocle e Polinice si è conclusa; ora che Antigona, ribelle e irrispettosa delle leggi cittadine è stata punita, le famiglie danno sepoltura ai morti – tra i quali si aggira lo spettro di Edipo -, Creonte e Tiresia predispongono la pace e la Sfinge riprende posto sul trono. Intanto per i giovani è primavera: tempo di innamoramenti; e il futuro è un amalgama frenetico di sole e oro, ovvero una febbre gialla.

“Tebe al tempo della febbre gialla”. Regia Eugenio Barba. Foto Rina Skeel

Per raccontare il lungo lavoro della compagnia di Barba, verrà anche proposta al Cinema Sala Troisi, nelle giornate dell’1 e del 2 ottobre, una rassegna cinematografica con alcune delle più rappresentative produzioni dell’Odin.

TEBE AL TEMPO DELLA FEBBRE GIALLA
Dal 26 settembre al 2 ottobre 2022
Dal lunedì al venerdì ore 21.00; sabato ore 19.00; domenica ore 17.00

Testo e regia: Eugenio Barba
Attori: Kai Bredholt, Roberta Carreri, Donald Kitt, Iben Nagel Rasmussen, Julia Varley
Spazio scenico: Odin Teatret
Costumi e oggetti scenici: Lena Bjerregård, Antonella Diana e Odin Teatret   
Consulente arti visive: Francesca Tesoniero  
Direzione musicale: Elena Floris
Disegno luci: Fausto Pro
Supervisione disegno luci: Jensper Kongshaug 

Assistenti alla regia: Elena Floris, Dina Abu Hamdan  
Consiglieri: Gregorio Amicuzi, Juliana Capilé, Tatiana Horevicht 
Dramaturg: Thomas Bredsdorff
Manifesto: Peter Bysted
Direttrice di tournée: Anne Savage 
Foto: Francesco Galli e Rina Skeel
uno spettacolo dell’Odin Teatret

Durata: 70 minuti per un pubblico limitato di persone, lo spettacolo è recitato in greco antico ad eccezione di alcune frasi in italiano che orientano lo spettatore.

IL CINEMA DELL’ODIN TEATRET
Sabato 1° ottobre e domenica 2 ottobre 2022 – ore 11.00

Cinema Sala Troisi
Via Girolamo Induno, 1 Roma

Sabato 1° ottobre 2022 Cinema Troisi, ore 11

Presentano: Roberta Carreri, Julia Varley, Francesca Romana Rietti studiosa di teatro e cofondatrice, con Mirella Schino e Valentina Tibaldi, nel 2008 degli Odin Teatret Archives.   

Sulle due sponde del fiume 
Soggetto, sceneggiatura e regia: Torgeir Wethal; fotografia: Morten Bruus-Pedersen & Roald Pay; assistenti alla fotografia: Peter Bysted & Tony D’Urso; montaggio: Niels Pagh Andersen; suono: Niels Skousen; attori: Torben Bjelke, Roberta Carreri, Toni Cots, Tom Fjordefalk, Else Marie Laukvik, Tage Larsen, Francis Pardeilhan, Iben Nagel Rasmussen, Silvia Ricciardelli, Julia Varley, Torgeir Wethal; produzione: Odin Teatret Film; 56 minuti; colore; 1978.  
Per il momento è proibito fare spettacoli, o attrarre la folla, sia al chiuso che all’aperto”.
Il paese dove l’Odin Teatret è arrivato è sotto la legge marziale. Le autorità tengono sott’occhio i gruppi di teatro poiché creano disordine e radunano le folle; e quando le persone si riuniscono qualunque cosa può accadere.

Nel 1978 l’Odin Teatret viaggiò in Perù. Il film mostra come riuscì a presentare i suoi spettacoli e a entrare in contatto con la popolazione, malgrado le condizioni restrittive. Tratta essenzialmente della strategia dell’insubordinazione attraverso il teatro. Si vede l’Odin Teatret allenarsi in quartieri popolari, preparare parate in villaggi indigeni, fare spettacoli nella prigione di Ayacucho e prendere parte in diversi baratti.

Le celebrazioni tradizionali non erano state proibite. Le autorità sapevano che i fuochi d’artificio erano più innocui dei “sanpietrini”. L’Odin Teatret è stato invitato alle celebrazioni, ed ha accettato di fare spettacoli solo a condizione di fare un baratto: anche la popolazione locale doveva mostrare qualcosa che le era proprio.

Victoria – Black and Woman
Soggetto, sceneggiatura e regia: Torgeir Wethal; fotografia: Morten Bruus-Pedersen & Roald Pay; montaggio: Niels Pagh Andersen; suono: Niels Skousen; produzione: Odin Teatret Film, 21 minuti; bianco e nero; 1978.  

Nel corso del suo viaggio nel 1978 in Perù l’Odin Teatret incontra la compositrice, coreografa, danzatrice afro-peruviana Victoria Santa Cruz; proprio in quell’anno l’artista aveva scritto il suo celebre poema Me Gritaron Negra, un potente manifesto di denuncia del razzismo subito da bambina in quanto esponente della comunità nera peruviana. Quello realizzato dall’Odin Teatret è ancora oggi riconosciuto a livello internazionale uno dei ritratti più significativi mai dedicati a questa grande artista e attivista. Nel film la si vede impegnata a presentare il proprio lavoro, quello svolto con l’ensemble folklorico da lei diretto a partire dal 1973, il Conjunto Nacional de Folklore, ma anche dialogare con il suo intervistatore Eugenio Barba.

Domenica 2 ottobre 2022, ore 11.00

Presentano: Eugenio Barba, Davide Barletti e Jacopo Quadri. 

Prima del film L’Albero, basato sull’omonimo spettacolo dell’Odin Teatret diretto da Eugenio Barba tra il 2016 e il 2021. 

Regia Davide Barletti e Jacopo Quadri; montaggio Nicolò Tettamanti; suono Antonio Barba; fotografia Greta De Lazzaris e Stefano Tremacere; produzione Nordisk Teaterlaboratorium, Fluid Produzioni, Ubulibri; 75 minuti; colore, 2022. 

Sullo spettacolo – Personaggi 
Monaci yazidi: Luis Alonso, Donald Kitt, Julia Varley
Signore della guerra europeo: Kai Bredholt
Signore della guerra africano: I Wayan Bawa
Donna igbo: Roberta Carreri
La figlia di un poeta: Iben Nagel Rasmussen
La figlia di un poeta da giovane: Carolina Pizarro
Cantastorie: Parvathy Baul, Elena Floris
Deus ex machina: Fausto Pro

L’albero della Storia cresce forte e morto. Intorno ad esso, bambini soldato e monaci in preghiera danzano insieme a signori della guerra, a una madre rabbiosa e alla figlia di un poeta che, da bambina, sognava di volare via con il padre.
Due narratori presentano e commentano scene e personaggi. Nel deserto siriano due monaci yazidi scomparsi piantano un albero di pere per richiamare gli uccelli che sono scomparsi. In Nigeria una madre riposa sotto l’ombra dell’albero della dimenticanza tenendo in braccio la testa di sua figlia nascosta in una zucca. Un signore della guerra europeo spiega la necessità di pulizia etnica a un signore della guerra africano che compie un sacrificio umano per rendere invulnerabile il suo esercito di bambini soldato prima di condurli in battaglia. Una bambina gioca con le sue bambole intorno all’albero piantato dal padre quando è nata. 
Si chiede come gli uccelli vedano la terra dal cielo. 
Alla fine l’albero della Storia si piega sotto il peso della frutta e offre una casa agli uccelli che volano sopra le teste degli spettatori. Ma che tipo di uccelli sono?