Judy. Eterna stella

Una eccellente Renée Zellweger nel film candidato a due premi Oscar che racconta gli ultimi mesi di vita della grande interprete americana 

Il mondo dello spettacolo dà e poi, non di rado, toglie. Succede anche a straordinari talenti come Judy Garland, star bambina e autentico prodigio di Hollywood che, conquistato il pubblico mondiale con Il mago di Oz del 1939 (che le spalanca la strada per l’Oscar giovanile), viene poi stritolata da un ambiente tanto patinato quanto spietato. 

“Judy”. Regia Rupert Goold

Nata Frances Ethel Gumm, la sua ascesa va di pari passo con una vita privata sregolata e piena di eccessi, disavventure e delusioni che la conducono, alla fine degli anni Sessanta, in uno stato di prostrazione economica e psicologica. È qui che comincia il film Judy (candidato a due premi Oscar, in sala dal 30 gennaio), tratto dall’opera teatrale End of the Rainbow dell’inglese Peter Quilter, titolo che fa malinconicamente riferimento a una delle canzoni più celebri interpretate dalla Garland.

L’attrice e cantante (interpretata da Renée Zellweger) è senza soldi, sbarca il lunario esibendosi in teatri squattrinati e prova a evitare i creditori, sempre più pressanti nonostante la sua ormai indiscutibile fama. In più ci sono i due figli da mantenere (Lorna e Joey, nati dal burrascoso matrimonio con Sidney Luft), per i quali rischia di perdere l’affido, e una imminente battaglia legale con l’ex marito.

“Judy”. Regia Rupert Goold

Il riscatto potrebbe trovarsi in terra londinese, là dove la sua popolarità sembra ancora in grado di garantire contratti interessanti. Così Judy, prima di partire, fa visita all’altra sua figlia, Liza Minnelli, a casa della quale incontra Mickey Deans (Finn Wittrock), molto più giovane di lei ma pronto a raggiungerla nel Regno Unito per sposarla. Ed è qui che Judy si troverà dinnanzi al non facile compito di recuperare credibilità sul palcoscenico: un obiettivo reso ancor più arduo dato il carattere difficile dell’artista, i suoi capricci, la sua inaffidabilità e la sua irreversibile dipendenza da barbiturici e alcol. 

“Judy”. Regia Rupert Goold

Il regista Rupert Goold non ha una lunga carriera cinematografica alle spalle, essendosi cimentato in un solo altro titolo, True Story del 2015. Nonostante questo riesce tuttavia a dipingere un affresco storico della “swingin’ London” convincente e immersivo, accurato nella ricostruzione di luoghi e atmosfere. Ma la vera eccellenza del film riguarda la prestazione di Renée Zellweger, incredibile nella sua mimesi con il personaggio, nell’uso del corpo e del volto. È lei stessa a cantare sul palco i successi di Judy Garland, a ballare, a restituirci un personaggio capace di momenti teneri e di atteggiamenti insopportabili, di potenti esibizioni luminose e di oscuri momenti di smarrimento, con un carattere che simula forza grazie alle sue stravaganze ma che nasconde una enorme fragilità interiore. A farle da contraltare c’è l’efficiente assistente Rosalyn (Jessie Buckley), che superando le difficoltà e gli ostacoli posti continuamente dalla cantante, finisce per apprezzarne e rivalutarne il lato più umano.

“Judy”. Regia Rupert Goold

L’atto di accusa nei confronti della dorata industria cinematografica è comunque evidente quando, grazie a numerosi flashback, scopriamo quali sono le enormi pressioni psicologiche alle quali Judy viene sottoposta (come, per esempio, quelle perpetrate sul set de Il mago di Oz). È costretta a prendere farmaci e vitamine, senza le quali non sarebbe stata in grado di sopportare i ritmi massacranti impostigli dal produttore MGM Louis B. Mayer. È costretta a dormire pochissime ore al giorno. È costretta a rinunciare alla sua vita privata, tramutata anch’essa in esibizione glamour a uso e consumo dei fotografi. È costretta a rispettare una dieta rigidissima, per cui anche addentare un hamburger è vietato. Traumi profondi che la accompagnano durante una vita spesa sotto le luci dei riflettori, ma in realtà piena di incubi e ombre.
Eppure, il canto del cigno di Judy Garland ci dimostra come nonostante le mille avversità, la sua sia una stella ancora capace di brillare accecante e, in un meraviglioso finale, di illuminare il palcoscenico lasciando stupiti se stessa e il grande pubblico. 

Judy

Sceneggiatura: Tom Edge, Peter Quilter
Regia: Rupert Goold

con Renée Zellweger, Jessie Buckley, Finn Wittrock, Rufus Sewell

Produzione: BBC Films, Calamity Films, Pathe UK, Twentieth Century Fox
Distribuito da: Notorious Pictures