Il ritorno di Rembrandt alla Galleria Corsini: l’Autoritratto come san Paolo
Dopo più di duecento anni d’assenza, il quadro dell’artista olandese torna alla Galleria Corsini di Roma. Fino al 15 giugno
Firmato e datato dal suo autore nel 1661, l’Autoritratto come san Paolo di Rembrandt viene acquistato dal cardinal Neri Maria Corsini per cento scudi. Siamo tra il 1737 e il 1739 e la compravendita del quadro si svolge tra l’importante prelato e Marie-Thérèse Gosset: la vedova di Nicolas Vleughels, direttore dell’Accademia di Francia a Roma. In Italia il pittore originario di Leida non è particolarmente noto per i dipinti, di cui si registrano pochissime presenze, bensì per le sue incisioni: l’acquisto, dunque, rivela anche molto circa il gusto personalissimo del cardinale. Appunto a cui aggiungere un ulteriore e significativo aneddoto: suo padre – il marchese Filippo Corsini – aveva incontrato Rembrandt di persona accompagnando, tra il 1666 e il 1667, il granduca Cosimo III in visita in Olanda. Questo spiega, forse, la grande passione della potente casata per l’opera dell’artista, tanto che nell’Ottocento si arriveranno a contare 200 stampe a lui riferite custodite nella biblioteca, aperta al pubblico sin dal 1754, di Palazzo Corsini.
Una volta comprato, l’Autoritratto come san Paolo di Rembrandt va subito a occupare un posto d’onore: la cosiddetta “Galleria dei quadri”, stanza principale del nuovo appartamento voluto da Neri Maria nella fastosa residenza di Roma. È qui che rimane fin quando l’Arte non si incrocia con la Storia e si scontra con la Politica: una vicenda ricostruita con grande attenzione dal curatore della mostra, Alessandro Cosma, che offre nuovi spunti per analizzare dal punto di vista culturale anche l’esperienza della Repubblica Romana di fine Settecento.
Con l’abolizione del fedecommesso, l’istituto giuridico che puntava a regolare – preservandolo – il patrimonio ereditario e per far fronte alle ingentissime tasse imposte ai nobili, tra le famiglie serpeggia l’esigenza di monetizzare i propri beni. Spesso a beneficio di mercanti stranieri presenti nella Città Eterna. Per colpa di una prolungata assenza del principe Tommaso Corsini e del fratello Neri, il maestro di casa Ludovico Radice si trova a dover tenere testa in prima persona ai francesi e alle loro richieste di pagamento. Le numerose minacce di cui è vittima portano, addirittura, all’arresto del malcapitato che, evidentemente disperato, scrive a Tommaso il 14 febbraio 1799 proponendo la vendita di una parte dei quadri della collezione. Dal carteggio è chiaro che il principe rifiuta categoricamente l’idea: a nulla vale specificare «se lei non interviene non so come pagar la tassa».
A questo punto, pare all’oscuro del proprio signore, Radice si accorda con il mercante romano Luigi Mirri: i quadri acquistati sono 25, valutati oltre 6.000 scudi ma pagati soltanto 3.500. Terminata l’occupazione francese, il principe Tommaso, scoperta la faccenda, tenta di recuperare le opere, avviando una causa contro Mirri e il commerciante d’arte inglese William Young Ottley che, grande intenditore, aveva ormai messo le mani su alcune opere. I Corsini riusciranno a ottenerne solo sei, ricomprandole: l’Autoritratto come san Paolo di Rembrandt non è tra queste.
Cosa accade al quadro? Anche grazie all’incisione che ne fa Giuseppe Longhi, proprio del 1799, susciterà le mire di parecchi compratori, passando velocemente, oltre che per il già citato Ottley, da Robert Fagan a James Irvine. Sarà, infine, William Buchanan a fargli attraversare la Manica per arrivare a Londra nel 1807, dove verrà venduto a un’asta tenuta da lui stesso: se lo aggiudicherà Charles Kinnaird per 500 ghinee. Un acquisto il cui valore è sancito da una nuova incisione, commissionata a Charles Turner e realizzata nel 1809, da inserire nel catalogo dei pezzi più importanti della collezione. Ma la fortuna è capricciosa e, nel 1813, si sa di un tentativo di venderlo – insieme ad altri beni – per mano di Kinnaird, nella speranza di appianare i gravi problemi economici. In ogni caso, il quadro è registrato tra i possedimenti di famiglia fino al 28 maggio 1936.
Acquistato da Isaäc de Bruijn e da sua moglie Johanna Geertruida van der Leeuw, il dipinto finirà nella loro raccolta in Svizzera. Concesso in prestito al Rijksmuseum di Amsterdam tra il 1956 e il 1960, verrà definitivamente lasciato allo spazio espositivo nel dicembre dello stesso anno. Ed è da lì che, grazie alla generosità del direttore Taco Dibbits, è temporaneamente tornato a casa in occasione della mostra Rembrandt alla Galleria Corsini: Autoritratto come san Paolo.
E non è solo: in armonia con la linea sposata da Flaminia Gennari Santori – direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica Palazzo Barberini e Galleria Corsini – prosegue la volontà di concentrare l’attenzione del visitatore su capolavori selezionati, accompagnandoli con opere finalizzate all’approfondimento d’insieme. Arrivano così dall’Accademia Nazionale dei Lincei e dall’Istituto centrale per la grafica, custodi dei fondi Corsini, alcune stupefacenti incisioni che testimoniano l’eccelso livello raggiunto da Rembrandt in questa tecnica. Come l’atmosferica I tre alberi, la dettagliatissima Joannes Lutma, i numerosissimi autoritratti utilizzati anche a fini autopromozionali e l’immancabile Cristo che guarisce gli ammalati, detta anche La stampa da cento fiorini a causa dell’altissimo valore di mercato di ogni suo esemplare.
Non mancano i documenti originali, risultato dell’infaticabile ricerca del curatore e della disponibilità della famiglia Corsini nel mettere a disposizione l’archivio di San Casciano in Val di Pesa. Da sottolineare, in conclusione, la ragionata e stimolante scelta espositiva: l’Autoritratto come san Paolo di Rembrandt è posizionato esattamente di fronte al Ritratto di Clemente XII con il cardinal Neri Maria Corsini, mosaico firmato da Pietro Paolo Cristofari che raffigura il Papa insieme a quello che fu l’acquirente dell’opera al centro dell’esibizione. Nella saletta, invece, oltre alla documentazione autentica del periodo è esposto un ritratto del principe Tommaso Corsini eseguito da Pietro Benvenuti. Ed è come se i suoi occhi guardassero l’incisione di Turner del quadro che non riuscì a trattenere.
Rembrandt alla Galleria Corsini: l’Autoritratto come san Paolo
GALLERIA CORSINI, Via della Lungara 10 – Roma
www.barberinicorsini.org | comunicazione@barberinicorsini.org
Orari: dal mercoledì al lunedì dalle 8.30 alle 19.00. La biglietteria chiude alle 18.00. Chiuso il martedì, il 1° gennaio, il 25 dicembre.
Biglietti: Intero 12 € – Ridotto 6 €. Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini. Gratuito: minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori dell’Unione Europea (previa prenotazione), studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell’ordine, portatori di handicap con accompagnatore, personale docente della scuola, di ruolo o con contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione sul modello predisposto dal Miur.
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