Tragico, ambiguo Hamlet
Dal 5 al 27 giugno, la nuova creazione di Antonio Latella al Piccolo Studio Melato di Milano: «Ascoltate bene questo classico: suggerisce sempre qualcosa che potrebbe essere, ma non è»
Due parti visibili separatamente o in unica soluzione (da sei ore) compongono Hamlet, la nuova regia di Antonio Latella per produzione del Piccolo di Milano, in prima nazionale allo Studio Melato da domani, sabato 5 giugno, con repliche fino al 27.
Più che una rivisitazione della tragedia di Shakespeare, questo Hamlet, con nuova traduzione a cura di Federico Bellini, e drammaturgia di Linda Dalisi, si preannuncia «un’esperienza di teatro totale che accompagna il pubblico nell’esplorazione delle pieghe più nascoste di un testo immortale».
Sulla scena, dieci attori di età, formazione e provenienza diverse (Anna Coppola, Francesca Cutolo, Flaminia Cuzzoli, Michelangelo Dalisi, Ludovico Fededegni, Francesco Manetti, Fabio Pasquini, Stefano Patti, Federica Rosellini, Andrea Sorrentino) si misurano, insieme a Latella, con un testo che lo stesso regista – al suo terzo Hamlet – definisce “del fallimento”: «Quando lo si affronta, si è consapevoli di non poterlo possedere interamente. A ogni età della vita, Hamlet è qualcosa di completamente diverso. Avevo sempre pensato a “come farlo”, a trovare delle soluzioni “per farlo”. Non mi ero mai, realmente, posto in una dimensione di ascolto del testo. Oggi mi concedo una nuova possibilità, che mi permette di non avere paura di avere paura, mi impedisce di considerare il fallimento qualcosa di negativo e mi spinge, invece, a leggerlo come un evento positivo e creativo».
La commissione di una nuova traduzione ha permesso di trovare un nuovo linguaggio, un nuovo punto di vista per leggere il testo come mai prima d’ora, scoprendo novità che l’esperienza aveva tralasciato.
E si vedrà anche un lavoro con gli attori che è incentrato sulla dissoluzione dei confini, dei connotati che inseriscono i personaggi tra i “buoni” o i “cattivi”, perché il pubblico non cada in tentazione di parteggiare per gli uni e disapprovare gli altri. La scrittura del Bardo è infatti molto complessa, piena di sfumature ambigue che sfuggono agli schemi: «Di conseguenza, con gli attori, sono andato nella direzione di continuare a togliere loro ogni soluzione, per lasciarli in quella condizione di “panico” che però credo sia lo stato emotivo più opportuno per accostarsi ad Hamlet».
E qui Amleto sarà donna: «Durante le prove di un altro spettacolo – chiarisce il regista -, lavoravo con Federica Rosellini e ho pensato: “Ecco l’Hamlet che sto cercando”. Federica possiede il dono artistico dell’ambiguità e del dubbio. Per me l’Hamlet del XXI secolo va oltre la sessualità, oltre la distinzione donna/uomo, per approdare a una condizione altra. Ovviamente, aver scelto una donna mi permette di impostare un rapporto con il pubblico diverso da un approccio tradizionale, di avere uno slittamento continuo: nei classici le parole non hanno genitali, volano talmente al di sopra di tutto, da fare la differenza».
Hamlet era programmato per il 2020, poi la pandemia ha congelato e rinviato ogni cosa. L’anno di stop forzato ha lasciato segni nella consapevolezza, nella visione e nella realizzazione di questo progetto: «Un anno fa – spiega ancora Latella – lo immaginavo come un luogo di condivisione e di studio. Oggi, per me, è un percorso che si chiude: avrò bisogno di tempo prima di trovare un’altra storia da raccontare. Questo mio terzo Amleto è un commiato da un percorso che è durato quasi quarant’anni, è il compimento di un viaggio. È un ciclo che si chiude, per lasciare spazio al privato. Il virus ha fermato la corsa: è tempo di prendere in mano la mia storia e di smettere di raccontare le vite degli altri».
HAMLET
dal 5 al 27 giugno 2021
di William Shakespeare, traduzione Federico Bellini, drammaturga Linda Dalisi
regia Antonio Latella
scene Giuseppe Stellato, costumi Graziella Pepe
luci Simone De Angelis, musiche e suono Franco Visioli
con (in ordine alfabetico) Anna Coppola, Francesca Cutolo, Flaminia Cuzzoli, Michelangelo Dalisi, Ludovico Fededegni, Francesco Manetti, Fabio Pasquini, Stefano Patti, Federica Rosellini, Andrea Sorrentino
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Foto di scena Masiar Pasquali
Piccolo Teatro Studio Melato
Via Rivoli, 6
info e contatti: 0242411889 – piccoloteatro.org
Il calendario delle recite
Lo spettacolo è articolato in due parti che possono essere fruite separatamente o integralmente.
Le rappresentazioni integrali sono programmate nei fine settimana (sabato 5 e domenica 6 giugno / sabato 12 e domenica 13 giugno / sabato 19 e domenica 20 giugno / sabato 26 e domenica 27 giugno), con inizio alle ore 14 e durata di circa 6 ore e 40 minuti compreso un intervallo di un’ora tra la prima e la seconda parte e due brevi intervalli intermedi all’interno di ogni parte.
La visione in due giornate distinte prevede l’acquisto contestuale di due date al costo di un singolo biglietto, secondo i seguenti abbinamenti vincolati:
chi assiste alla prima parte martedì 8 giugno (ore 18), vedrà la seconda giovedì 17 giugno (ore 18). E così via, secondo il seguente schema:
mercoledì 9 giugno, ore 18 – venerdì 18 giugno, ore 18
giovedì 10 giugno, ore 18 – martedì 22 giugno, ore 18
venerdì 11 giugno, ore 18 – mercoledì 23 giugno, ore 18
martedì 15 giugno, ore 18 – giovedì 24 giugno, ore 18
mercoledì 16 giugno, ore 18 – venerdì 25 giugno, ore 18
La durata della prima parte è di circa 3 ore e 10 minuti più un intervallo di 15 minuti; la durata della seconda parte è di circa 2 ore più un intervallo di 15 minuti.
Prezzi: platea 40 euro, balconata 32 euro.
I biglietti si possono prenotare e acquistare attraverso la biglietteria telefonica (02.42.41.18.89 da lunedì a sabato 9.45-18.45 [anche mercoledì 2 giugno], domenica 10-17. Festivi chiuso) o presso la biglietteria del Teatro Strehler (da lunedì a sabato 9.45-18.45, domenica 13-18. Festivi chiuso).
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