La Metamorfosi. Kafka secondo Barberio Corsetti
Sabato 19 dicembre, in prima nazionale dal palco del Teatro Argentina di Roma, trasmesso su Rai5, il testo kafkiano in un ritratto attuale tra costrizione, alienazione e distanziamento
Segnare in agenda: sabato 19 dicembre, ore 21.15, Rai5. È il debutto televisivo della nuova creazione di Giorgio Barberio Corsetti che, dalla sala vuota del romano Teatro Argentina, porta in scena La Metamorfosi di Franz Kafka, con Michelangelo Dalisi, Roberto Rustioni, Sara Putignano, Anna Chiara Colombo, Giovanni Prosperi, Giulia Trippetta e Dario Caccuri.
Barberio Corsetti – dopo Descrizione di una battaglia, America, Il Processo, Il Castello – torna al cospetto dell’universo kafkiano, seguendo la sua scrittura nel profondo dello stordimento sociale e della depressione, per comprendere fragilità e angosce che, in un modo o nell’altro, riguardano tutti noi. Una scrittura che implica anatomie e trasformazioni fisiche, animalesche e paradossali alle quali seguono l’isolamento e la repulsione: il bisogno di confinarsi tra le mura di una stanza, nel “bozzolo protettivo del proprio letto”, lontani e al sicuro dal resto del mondo, verso un totale annullamento.
Il protagonista Gregor, insetto con pensiero di essere umano – allegoria di una vita scandita da moti d’animo, ritmi lavorativi, rapporti familiari e sociali, sovrapposizioni e incomprensioni – si guarda e si fa voce narrante in terza persona, e sperimenta la condizione metafisica di un personaggio che rinuncia a se stesso, offeso dal male della depressione, dell’alienazione del lavoro subordinato, della maldicenza, della separazione da ogni forma di socialità.
«Spesso in Kafka – commenta Barberio Corsetti – il lavoro è il motore nascosto, il luogo di partenza o di arrivo, motivo che si mescola irrimediabilmente con i luoghi più segreti della vita intima, contaminandola di colpe sconosciute ed espiazioni impossibili, individuabili forse solo in punto di morte. Kafka come sempre va preso alla lettera, crea un paradosso e lo porta fino alle estreme conseguenze, conduce un gioco immaginario e mentale spietato, che porta Gregor, e noi con lui, all’annullamento. La metamorfosi è un’opera-mondo che si irradia da una stanza e invade l’appartamento che la circonda, in cui si svolgono eventi imprevedibili, assoluti, vissuti da personaggi tragici e comici. Sono malinconiche costellazioni familiari in una notte piena di nubi che prendono nella mente dimensioni gigantesche. C’è una finestra, ma per Gregor l’esterno perde i contorni, diventa un’unica nebbia, mentre rimpicciolisce, il suo mondo è ora tutto lì dentro. Mentre Gregor si perde nella sua stanza-angolo viaggiando verso il proprio azzeramento, la famiglia umana ritrova una sua forza, estromettendolo si ricompone pronta a riprodursi. Per me – continua il regista – è stato naturale cadere dentro Kafka, dove la scrittura non è interrogata soltanto come modo unico di trasferire il pensiero in parole e poi depositarlo sul foglio, ma come un atto assoluto, un atto che si incide nel corpo, che ha a che fare profondamente col corpo e col gesto e che è totalmente e assolutamente non rappresentabile».
LA METAMORFOSI
di Franz Kafka
adattamento e regia Giorgio Barberio Corsetti
Mondadori Libri, traduzione di Ervino Pocar
con Michelangelo Dalisi (Gregorio Samsa), Roberto Rustioni (Il Padre), Sara Putignano (La Madre), Anna Chiara Colombo (La Sorella Rita), Giovanni Prosperi (Il Procuratore, Pensionante II, Contabile Universale II), Giulia Trippetta (La Donna di Servizio, Pensionante III), Dario Caccuri (Pensionante I, Contabile Universale)
vocal coaching e musiche Massimo Sigillò Massara
scene Massimo Troncanetti
costumi Fracesco Esposito
luci Marco Giusti
aiuto regia Giacomo Bisordi
assistente alla regia Tommaso Capodanno
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale
sabato 19 dicembre ore 21,15 su Rai5
La trasmissione è parte della Trilogia dell’inquietudine (ogni sabato alle 21.15 su Rai5 dal 5 al 19 dicembre), un ciclo di appuntamenti dedicati a scrittori e drammaturghi che hanno intercettato e sostanziato con le loro penne le inquietudini della società europea tra Ottocento e Novecento.
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