Teatro di Roma, il cantiere dell’immaginazione
La nuova stagione del Teatro Nazionale capitolino: oltre cinquanta titoli per novità, ospitalità, recuperi e progetti
Presenza, contatto, collettività, connessione con il pubblico, gli artisti, i luoghi e il territorio. Sono alcune delle parole chiave che caratterizzano il nuovo cartellone 2020/2021 del Teatro di Roma, che porterà negli spazi dell’Argentina, India, Torlonia e Valle, progetti, laboratori, incontri e più di 50 spettacoli, 27 produzioni e coproduzioni, altrettante ospitalità e 11 recuperi di lavori la cui programmazione è stata sospesa causa Covid.
S’intitola il Cantiere dell’immaginazione la stagione del teatro presieduto da Emanuele Bevilacqua e diretto da Giorgio Barberio Corsetti che, insieme a Francesca Corona, punta sull’idea di arte quale occasione per ridefinire la comunità attraverso l’impegno quotidiano di presenza, apertura e coinvolgimento del pubblico.
Due i semestri che suddividono il cartellone: il primo incentrato su produzioni e coproduzioni, il secondo dedicato alle novità, all’internazionalità e all’ospitalità, con il recupero di spettacoli interrotti durante il lockdown; senza dimenticare il palinsesto di attività culturali che, immancabilmente, vanno ad arricchire la proposta di spettacoli e perfomance con incontri, laboratori, dibattiti, mostre e tavoli di lavoro che puntano alla partecipazione attiva degli spettatori (dall’”Atelier – Facciamo il teatro!” alla “Scuola Serale”, dai “Talk” ai “Blitz” nelle scuole, fino ai percorsi di “Luce sull’Archeologia” e “Visite Spettacolo”).
Fino a gennaio si prevede la presenza di artisti coinvolti nella rilettura di classici con uno sguardo contemporaneo, accanto alla creazione scenica che si appella a scritture e linguaggi attuali. Così farà Giacomo Bisordi che aprirà la stagione all’Argentina con Uomo senza meta per delusioni capitaliste e ambiguità comportamentali nella micro-saga familiare pensata dal norvegese Arne Lygre. Successivamente, Giorgio Barberio Corsetti prenderà spunto dalle Metamorfosi di Kafkaper evocare il concetto di costrizione del nostro tempo. Massimo Popolizio ritornerà con Furore di John Steinbeck, intorno alla grande Depressione, e con la lettura dei versi affilati ed erotici di Gioachino Belli.
Intanto, all’India, arriveranno Fabio Condemi con La filosofia nel boudoir su una delle opere più controverse di de Sade, più l’omaggio pasoliniano di Questo è il tempo in cui attendo la grazia; Michele Di Stefano (mk) presenta l’evoluzione del suo Pezzi anatomici, Muta Imago con Sonora Desert prospetta l’unione di performance e installazione per sperimentare una dimensione liminale del tempo e dello spazio.
Fino a gennaio, sempre all’India, si vedrà La Gaia Scienza: la rivolta degli oggetti per il sodalizio Corsetti–Solari–Vanzi, sui versi rivoluzionari ed esistenziali di Majakovskij; seguirà il viaggio nel mito fondativo della Rivoluzione francese di Frosini/Timpano con Ottantanove e il duo Deflorian/Tagliarini, che troveremo prima conScavi, intorno al processo creativo di Quasi Niente, spettacolo ispirato al film di Antonioni, poi con la regia di Chi ha ucciso mio padre di Édouard Louis. Infine vedremo Roberto Rustioni con VAUDEVILLE!, riscrittura libera e vitale da Eugène Labiche per ritrarre il volto più ridicolo e assurdo della condizione umana.
Ci sarà anche il progetto produttivo di Oceano Indiano per un quintetto di artisti messi in residenza concentrati sulla creazione di forme di lavoro collettivo, aperture performative, opere site-specific, letture in comune e laboratori aperti alla cittadinanza.
Per la seconda parte di stagione sono attese ospitalità e novità nazionali e internazionali che, tra gli altri, richiamano, ad aprile, Giorgio Barberio Corsetti con Amleto, o della gioventù usurpata, e cioè un viaggio nell’opera shakespeariana che farà da guida per il percorso laboratoriale sul territorio; Carlo Cecchi sarà protagonista del dittico Dolore sottochiave e Sik-Sik, l’artefice magico, sull’amarezza e il realismo eduardiani; Emma Dante con Misericordia porterà sul palco dell’Argentina una solitudine femminile offesa dalla violenza; mentre si recupererà When the Rain Stops Falling con la direzione di Lisa Ferlazzo Natoli per il racconto distopico del drammaturgo australiano Andrew Bovell, e si assisterà al lavoro firmato da Carmelo Rifici Macbeth, le cose nascoste, che è una riscrittura shakespeariana sugli archetipi dell’inconscio.
E poi, all’India, Tutto Brucia (da Le Troiane) di Motus; Il filo di mezzogiorno di Mario Martone, intorno ricordi e al percorso psicanalitico di una grande scrittrice come Goliarda Sapienza rimasta a lungo misconosciuta; Lucia Calamaro con Smarrimento, monologosulla sospensione dell’esistenza; Padre Nostro di Babilonia Teatri, in un ritratto di famiglia scomposto; Federica Santoro più Luca Tilli con Hedvig, che si rivolgono all’Anitra Selvatica di Ibsen per riscriverla andando al collasso della materia linguistica, sonora e umana. Si consiglia inoltre di non mancare sia al Compleanno di Enzo Moscato, un festeggiamento “in assenza” dedicato ad Annibale Ruccello, sia a Modo Minore, per un viaggio mnemonico-musicale nell’impero canoro napoletano dagli anni Settanta a fine secolo; così come si consiglia di essere presenti, in primavera, dell’Antigone sofoclea di Massimiliano Civica, e About Lolita dei Biancofango, dal romanzo di Nabokov.
Tra i rappresentanti della scena internazionale ci saranno il collettivo catalano El Conde de Torrefiel, Tiago Rodrigues, Phia Ménard, Raquel Silva, Marion Siéfert, l’emergente Liryc Dela Cruz e Milo Rau, artefice dell’opera filmica Il Nuovo Vangelo (presentato in prima mondiale Mostra del Cinema di Venezia), ovvero un’indagine al confine fra realtà, teatro e cinema, con un cast di rifugiati e contadini disoccupati quali narratori della “passione” di un’intera civiltà.
Ai piccoli spettatori e alle famiglie sarà dedicata una speciale sezione, con spettacoli, appuntamenti e progetti al Teatro Torlonia, così come riservato sarà uno spazio alla danza che si fa strumento di conoscenza ed esplorazione del mondo nel progetto “Grandi Pianure” affidato a Michele Di Stefano.
Infine il Teatro Valle, lo storico, splendido spazio sito nel cuore romano che, lungi (ancora, purtroppo) dal ritornare luogo di messinscena, aprirà il suo Atelier a laboratori, rassegne tematiche, studi, prove, approfondimenti, percorsi di teatro participato e visite guidate.
Il Cantiere dell’immaginazione
Stagione 2020/2021
Teatro di Roma
Teatro Argentina – Teatro India – Teatro Valle – Teatro Torlonia
info: www.teatrodiroma.net
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