Better Man. L’uomo dietro la scimmia
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Il biopic musicale di Michael Gracey è un’esplosione visiva. Con una scimmia in CGI e Robbie Williams intrappolato tra il sublime e il grottesco. Un racconto ipnotico di fama, fragilità e identità
Diretto da Michael Gracey e distribuito in Italia da Lucky Red, Better Man, in uscita il 1° gennaio, è un biopic che affascina e spiazza, rompendo gli schemi sia narrativi che visivi.
Al centro c’è Robbie Williams, ritratto attraverso una scelta audace e originale: una scimmia in CGI, creata dai maestri della Wētā Digital e ispirata alla sua autodefinizione di “scimmia da spettacolo”.
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Questa figura, basata sulle movenze dell’attore e ballerino Jonno Davies, non si limita a replicare i gesti e le espressioni dell’artista, ma amplifica la sua percezione di sé: un essere intrappolato tra il ruolo di uomo e quello di intrattenitore, più simbolo che persona.
Davies, con una tuta da motion capture simile a quella resa celebre da Andy Serkis per Gollum, traduce l’energia cinetica e la fragilità emotiva di Williams in un’icona digitale: una scimmia triste dai grandi occhi verdi, intrisi di malinconia.
Questo avatar diventa la personificazione del conflitto interiore di Robbie: una creatura che si sente meno evoluta, un subumano, come suggerisce il film, incapace di relazionarsi con il mondo degli altri, ma capace di incantare con la sua esuberanza. È un simbolo potente, che offre alla storia la libertà di raccontare la vita di un uomo di spettacolo senza restare ingabbiata nei limiti del realismo.
![Better Man](https://www.cahiersdesarts.it/wp-content/uploads/2024/12/luckyred_betterman_4-1.jpg)
La maestria di Michael Gracey (già regista di The Greatest Showman) emerge nel trasformare ogni scena in un’esplosione visiva: i numeri di danza vibrano di un’energia cinetica che spinge il film oltre i limiti del classico biopic musicale.
Il ritmo è adrenalinico, le immagini visionarie sfrecciano costantemente oltre i limiti della follia, dando vita a un’esperienza che è insieme ipnotica e destabilizzante.
Il montaggio fulmineo e un’estetica volutamente eccessiva sfidano persino il lirismo barocco di Baz Luhrmann. Tuttavia, il cuore del film si condensa in un’immagine iconica: la scimmia triste, i cui occhi verdi, intrisi di disperazione, catturano e imprigionano lo sguardo dello spettatore. “Let me entertain you,” sembra gridare, eppure dietro il magnetismo animale e la sensualità incontenibile c’è una fragilità disarmante.
La narrazione esplora la parabola di Williams, dagli esordi nei Take That al successo solista, focalizzandosi sul conflitto tra il bisogno di appartenenza e il desiderio di affermarsi.
Nel gruppo, Robbie incarnava l’immagine perfetta di un idolo pop, ma la sua natura ribelle strideva con quella patina di armonia. Questo cortocircuito lo spinge verso una carriera solista, un atto di ribellione necessario per trovare una propria voce.
![Better Man](https://www.cahiersdesarts.it/wp-content/uploads/2024/12/luckyred_betterman_7-1.jpg)
Accanto ai temi della fama e della ribellione, emerge il peso del vuoto lasciato dal padre, una figura reale più per la sua assenza che per la sua presenza, un’ombra costante che alimenta l’insicurezza e la fame di riconoscimento, spingendo Robbie a cercare nel palcoscenico e nell’approvazione del pubblico quella conferma di sé che non ha mai trovato in ambito familiare.
Visivamente, Better Man è un’esperienza che sfida i confini del genere. I numeri musicali sono puro spettacolo: brani come Rock DJ e Come Undone si trasformano in sequenze visionarie, dove ironia, pathos e persino sfumature horror convivono con disinvoltura.
Tuttavia, i momenti più intensi sono quelli in cui il film si spoglia degli orpelli visivi, lasciando emergere la vulnerabilità dell’uomo: un tremolio nello sguardo, un sorriso spezzato, il peso della fragilità che si nasconde dietro la maschera della star.
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Rispetto a biopic come Bohemian Rhapsody o Rocketman, Better Man trova una sua voce unica, oscillando tra il grottesco e il toccante.
Una scena che avrebbe potuto risultare caricaturale – la scimmia in smoking che canta My Way – si trasforma in un momento di struggente bellezza, epitome della tensione tra sublime e ridicolo che caratterizza la vita sotto i riflettori.
Il film è una riflessione sull’identità e sulla fatica di conciliare ciò che siamo con ciò che gli altri si aspettano da noi.
La colonna sonora pulsante, le scelte estetiche sfacciate e i tocchi di pura invenzione visiva elevano Better Man a un livello che va oltre il biopic: è una favola inquietante e luminosa, che non si limita a raccontare la storia di Robbie Williams, ma esplora l’essenza profonda del conflitto tra ciò che siamo e ciò che il mondo si aspetta da noi.
BETTER MAN
Un film di Michael Gracey
con Robbie Williams, Jonno Davies, Steve Pemberton, Damon Herriman, Raechelle Banno, Alison Steadman, Kate Mulvany, Frazer Hadfield, Tom Budge, Anthony Hayes
Produzione: Sina Studios, Rocket Science, Footloose Productions, VicScreen
Distribuito da: Lucky Red