Torinodanza Festival. Di tempi sospesi e visioni future

Dall’11 settembre al 23 ottobre, la rassegna piemontese di danza contemporanea internazionale nel confronto tra esperienze e linguaggi. Tra le prime assolute, Dimitris Papaioannou e Sidi Larbi Cherkaoui

La forma sarà diversa ma il carattere dinamico e appassionato del Torinodanza Festival non cambia in questa nuova edizione, necessariamente rivista per le evidenti restrizioni sanitarie. La realizzazione della rassegna piemontese consacrata alla coreografia contemporanea internazionale si deve al Teatro Stabile di Torino, che, da venerdì 11 settembre al 23 ottobre, coinvolgerà gli spazi del Teatro Carignano e delle Fonderie Limone di Moncalieri

Silvia Gribaudi. Foto Luca Giabardo

«Lo spirito che anima la programmazione di quest’anno – spiega Anna Cremonini, direttore artistico del festival – è quello di sostenere con decisione alcuni artisti italiani per contribuire alla resistenza del sistema e coinvolgere coreografi stranieri, amici del festival, perché la nostra manifestazione possa mantenere la propria vocazione internazionale. Il virus ha ridisegnato confini fisici e mentali, ma noi vogliamo mantenere aperta la strada del confronto dialettico tra esperienze, visioni, linguaggi». Così, tra i nomi degli artisti presenti si leggono Dimitris Papaioannou, Sidi Larbi Cherkaoui,Hofesh Shechter e nuovi interpreti come Honji Wang e Sébastien Ramirez, Alan Lucien Øyen, Aurélien Bory, Shantala Shivalingappa.

“Sinnerman” di Alan Lucien Øyen. Foto Erik Berg

Venerdì 11, nello spazio aperto delle Fonderie, l’inaugurazione sarà una Festa! coreografata da Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti, per una performance partecipativa dove gesto, musica, ironia e immagini generano momenti unici ed elaborati site specific. 
Segue, il 14, il debutto in prima nazionale di TOCCARE. The White Dance di Cristina Kristal Rizzo, nel quale il contatto fisico è un gesto distaccato rivolto alla meditazione trascendentale, al sentire totale. Il 18 e 19 sarà la volta di Sinnerman e … and Carolyn, due opere del norvegese Alan Lucien Øyen, sempre concentrato sulla fusione tra il corpo e la parola; a cui si aggiunge un breve e prezioso solo di Hofesh Shechter attraverso vita, amore e morte, avvolgendo lo spazio e il corpo in una colonna sonora verbale e inquisitoria.

Dimitris Papaioannou. Foto Julian Mommert

Il 22 e 23, in prima assoluta e in esclusiva italiana, Dimitris Papaioannou, il più potente creatore di un linguaggio scenico che intreccia corpo e arte visiva,presenterà il suo nuovo lavoro, A New In-Between Project, che si annuncia come un’installazione site specific all’interno di due teatri storici (il Carignano di Torino e il Valli di Reggio Emilia). L’Uomo diventa qui oggetto della rappresentazione dell’idea dell’artista e allo stesso tempo soggetto di forme plastiche e pittoriche che disegnano movimenti di profonda coscienza teatrale e che forgiano una personale mitologia contemporanea.

Sidi Larbi Cherkaoui. Foto KoenBroos

Altra immancabile presenza: Sidi Larbi Cherkaoui, artista associato del festival, artefice di 3S, una dedica al Torinodanza, visibile il 26 e 27 in prima nazionale, il cui contenuto e forma sono ancora in fase di elaborazione.
Il 2 e 3 ottobre Simona Bertozzi insieme a NEXT, quartetto d’archi torinese danzerà Tra le linee sulle composizioni di Beethoven e Rihm; il 7 e l’8 Marco D’Agostin sarà protagonista di Best Regards, una dedica speciale all’artista inglese Nigel Charnock, prematuramente scomparso; il 10 e l’11, Alessio Maria Romano esplorerà con Bye Bye il senso e il significato della censura, autocensura, lecito/non lecito, libertà/condizionamento, coprire, nascondere, vergogna, bellezza.

Marco Chenevier. Foto Andrea Macchia

Marco Chenevier (il 16 e il 17), a causa dell’emergenza attuale, ha rinominato il su Paradiso in Confinati dal Paradiso, un lavoro nato nella sospensione e che della sospensione farà la sua poetica espressa in materiali coreografici in forma di soli. Sempre il 17, Ambra Senatore con Quatuor condenserà lo stile che ha strutturato negli ultimi anni di lavoro e ricerca tra la Francia e l’Italia, e, insieme a Caterina Basso, Matteo Ceccarelli e Claudia Catarzi affronterà le scelte che ogni individuo è portato a fare di fronte e in mezzo a un gruppo.

Aurelien Bory in “aSH” di Shantala Shivalingappa. Foto Aglae Bory

Chiuderà la rassegna, il 22 e 23, Shantala Shivalingappa, danzatrice e attrice di origine indiana, protagonista di memorabili produzioni di Peter Brook e Pina Bausch, con un lavoro dedicato a se stessa intitolato aSH (la contrazione di A Shantala): «Dentro Shantala Shivalingappa c’è Shiva, dio della danza. Secondo i diversi testi sacri, Shiva ha più di mille nomi. È un dio creatore e distruttore. Shantala ha costruito la sua danza sulla figura di questo dio, la cui vibrazione punteggia la manifestazione del mondo».

TORINODANZA FESTIVAL 2020

Info e contatti: info@torinodanzafestival.it – tel. 011 5169555
torinodanzafestival.it

Teatro Carignano
Piazza Carignano, – 10123 Torino

Fonderie Limone Moncalieri
via Eduardo de Filippo, 10024 Moncalieri (TO)

SERVIZIO NAVETTA
Per gli spettacoli in programma alle Fonderie Limone di Moncalieri, sarà predisposta una navetta, che effettuerà una corsa un’ora prima dello spettacolo dalla fermata della metropolitana Lingotto. Il servizio è garantito anche per il rientro, sempre con una corsa verso la fermata Lingotto della metropolitana. Il servizio è gratuito ma è obbligatorio prenotarsi ed il numero di posti è limitato. Per informazioni e prenotazioni: torinodanzafestival.it