Io non posso entrare. Di cani e bestialità umane

In scena al Tetro 7 di Roma, fino all’11 maggio, la commedia scritta da Manuela D’Angelo, con regia di Paola Tiziana Cruciani, racconta l’amicizia canina e rivela tutte le imperfezioni degli esseri umani
In un canile romano fa la sua entrata un meticcio della Garbatella (Andrea Perrozzi), tipo esuberante e dai modi spicci imparati per strada, ma scopre di non essere solo nella cella in cui lo hanno gettato.
Comincia così, Io non posso entrare, la commedia scritta da Manuela D’Angelo, per la regia di Paola Tiziana Cruciani, in scena al Teatro 7 di Roma fino all’11 maggio. Comincia in quella gabbia dove il meticcio trova il raffinato Artù (Alessandro Salvatori), cane appartenuto a una famiglia dei Parioli, il quale, con incrollabile fiducia, attende che “i suoi umani” giungano a tirarlo fuori.
E poi c’è Lollo (Andrea Pirolli), un beagle che deve il suo comportamento bizzarro ai numerosi esperimenti che in passato sono stati compiuti su di lui per testare dei cosmetici.

La convivenza, come si intuisce, è inizialmente difficile, per via della marcata differenza caratteriale tra il meticcio (che orgogliosamente sottolinea di non avere mai ricevuto alcun nome dagli umani) e Artù, che invece è acculturato e cresciuto in casa tra le coccole.
I loro battibecchi sono disturbati spesso dagli sconclusionati interventi di Lollo che però, a sorpresa, un giorno rivela di conoscere un tunnel che può portarli alla fuga.
Intanto, con lo scorrere del tempo, i tre diventano amici e riflettono con ingenuità e amarezza sulla vita da cani, siano essi vagabondi o cresciuti in un comodo appartamento.
Io non posso entrare ragiona teneramente su una serie di importanti concetti, che appartengono sì al mondo canino, ma che in qualche modo toccano da vicino anche noi umani.
Da una parte ci sono la libertà assoluta, ma anche gli stenti e le privazioni di chi se la deve cavare da solo persino nei peggiori frangenti; dall’altra, c’è un’esistenza fatta di agi, di carezze, dove ognuna delle necessità viene esaudita, ma scandita comunque da regole e imposizioni create dalle persone alle quali bisogna piegarsi.

Abilmente proposti da un copione esilarante, dunque, i temi trattati sono tutt’altro che superficiali e, anzi, spingono il pubblico a riflettere con un’amara ironia.
I cani possono trascinarsi ai margini della società degli uomini: eliminati brutalmente quando giudicati fastidiosi, essere trattati apparentemente nel migliore dei modi seppur sterilizzati, abbandonati quando non si prova più tanto interesse per loro. Oppure, i cani possono essere cinicamente considerati solo uno strumento per testare l’efficacia di un rossetto.
A scandire il brillante racconto, ci sono le canzoni scritte dallo stesso Andrea Perrozzi, che aggiungono il fascino del musical a uno spettacolo già di ottima fattura.
Grazie ai protagonisti cani (e non stiamo certo parlando del valore degli attori che, anzi, sono impegnati in una gara di bravura), ci troviamo a ragionare su un paradosso, quello secondo cui gli animali sono respinti dagli spazi muniti di cartello “Io non posso entrare”, mentre è consentito l’accesso a soggetti tutt’altro che perfetti, forse non così superiori come pensano di essere, talvolta crudeli e spesso ipocriti.
Ma, dopo qualche episodio di giustificata commozione in platea, bisogna anche ricordare che non tutto è perduto e che probabilmente esiste ancora spazio per un’antichissima, elettiva amicizia che si rinnova in eterno. Quella tra uomo e cane.
IO NON POSSO ENTRARE
Drammaturgia: Manuela D’Angelo
Regia: Paola Tiziana Cruciani
con Andrea Perrozzi, Alessandro Salvatori, Andrea Pirolli
Musiche: Andrea Perrozzi
Aiuto Regia: Andrea Zanacchi
Movimenti coreografici: Cristina Fraternale Garavalli
Disegno Luci: Andrea Burgaretta
Un ringraziamento speciale a Stefania Fares
Teatro 7
Via Benevento 23, Roma
Info e prenotazioni: 06.442.36.382 – teatro@teatro7.it – botteghino@teatro7.it