Caridad. Angélica Liddell e il perdono del male

Uniche due date italiane, il 15 e 16 aprile all’Arena del Sole, per la nuova creazione della performer spagnola: dai testi sacri all’attualità, qual è il limite accettabile dell’atrocità?

Presentata al Festival d’Avignon e in programma in prima nazionale al Teatro Arena del Sole di Bologna (uniche date italiane) sabato 15 aprile e domenica 16, Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli, è l’ultima fatica di Angélica Liddell: artista, regista e performer iberica decisamente fuori dagli schemi, estrema per concezione creativa, sensibilità scenica, potenza estetica.
La sua Caridad, suddivisa in 9 segmenti, chiama direttamente in causa i testi sacri (soprattutto il Vangelo di Matteo) per comprendere il male e il perdono, e scoprire, attraverso la vendetta, il crimine e il peccato, i significati della carità (che porta in sé virtù più alte persino della fede e della speranza).

“Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli”. Regia Angélica Liddell

E se il vero amore si scoprisse solo attraverso il delitto? Se il culmine di quell’amore fosse l’«abbraccio degli assassini»? Su questi dilemmi è portato a riflettere il pubblico; sul confronto epidermico con il concetto di progresso sociale, la cui unica misura, secondo Liddell, è il grado di atrocità che siamo disposti e capaci di perdonare: «Il cristianesimo – spiega l’artista – continua a essere uno dei movimenti più moderni e trasgressivi per la quantità di perdono e carità che ci costringe a sopportare di fronte al criminale. “Beati i perseguitati a causa di giustizia” dice Matteo; è più importante del monito “non ucciderai”, è più importate del comandamento “non ruberai”. Il perdono e la carità implicano l’accettazione totale della natura umana, che include la malvagità, che non è altro che una grande concentrazione di sofferenza».

“Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli”. Regia Angélica Liddell

Così Angélica Liddell leva ogni certezza al senso comune di moralità e di giustizia, arrivando a parificare l’arte e il crimine perché figli di quella stessa matrice di libertà che è l’irrazionale, l’impotenza della ragione: «La vera carità non può essere immorale, poiché redime il ladro, lo stupratore e l’assassino. Il suo latte non nutre i bambini, ma i vecchi. La carità è la più conflittuale delle virtù teologali. La carità, infatti, ci pone dinanzi a un conflitto morale: amare oltre la legge. Amare il criminale. Proprio come l’arte, la Carità è capace di commuoversi fino al punto da farci deporre la legge. Dall’altro lato, la Carità cristiana si veste dei raggi dell’amore assoluto: la promessa dell’Eden. “In verità ti dico: oggi sarai con me in paradiso” dice Gesù al ladrone sulla croce. Non esiste canto più bello sulla Carità della Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi. Il cristianesimo si fonda su questa epistola».

Ci si aspetti, dunque, di vedere in scena il crimine e il male legittimati e sublimati non tanto per scandalizzare quanto per «derubare la realtà ed elevarla a mito», in quello che per Liddell è lo “spazio del riconoscimento”. Riconoscimento dell’errore? Della grazia o del condono? No, della punizione: della condanna del carnefice: «Intimamente, per purificarci, non necessitiamo di una vittima ma di un assassino. Non ci purifica la morte degli appestati, ma la morte o il bando di colui che ha causato la peste, come Edipo. In questa maniera quello che ci purifica non è la vittima ma il criminale».

“Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli”. Regia Angélica Liddell

Così la pena di morte diventa un rito votivo dove il carnefice si fa vittima sacrificale, creando un cortocircuito morale che scaturisce nella più alta trasgressione: la Carità. Tuttavia, ci avvisa Liddell: «Come faremo quando nessuno morirà per noi, quando l’idea di sacrificio sarà scomparso dalle sentenze e ci rimarrà solo l’idea di condanna, di castigo e di sete. Basta al popolo la condanna perpetua per ottenere la sua purificazione?».

CARIDAD. UN’APPROSSIMAZIONE ALLA PENA DI MORTE DIVISA IN 9 CAPITOLI

testo, scene, costumi e regia Angélica Liddell

con David Abad, Yuri Ananiev, Federico Benvenuto, Nicolas Chevallier, Guillaume Costanza, Angélica Liddell, Borja López, Sindo Puche

coro di laringectomizzati SHOUT AT CANCER Guy Vandaele, Frank Meeus e Andrew Pett
scherma paralimpica Alex Prior (Campione di Spagna in modalità sciabola) e Ayem Oskoz
luci La Cía de la Luz (Pablo R. Seoane)
paesaggio sonoro Antonio Navarro
realizzazione scene Readest Montajes, S.L.
realizzazione oggetti di scena Francisco García-Calvo Rodríguez
direttore di produzione Gumersindo Puche
traduzione sovratitoli in italiano Silvia Lavina
produzione Iaquinandi S.L, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Festival Temporada Alta Girona, CDN Orleans Centre Val de Loire, Teatros del Canal Madrid
in collaborazione con Aldo Miguel Grompone, Roma
Angélica Liddell è artista associata del CDN Orleans Centro Val de Loire

TEATRO ARENA DEL SOLE
Via Indipendenza 44 – Bologna

info e contatti: Tel. 051 2910910 – biglietteria@arenadelsole.it;
bologna.emiliaromagnateatro.com | emiliaromagnateatro.com

Domenica 16 aprile alle ore 11.00 presso il Teatro Arena del Sole si terrà un incontro aperto al pubblico con Angélica Liddell in occasione della presentazione del volume Caridad. Un’approssimazione alla pena di morte divisa in 9 capitoli pubblicato nella collana Linea di ERT Fondazione e Luca Sossella editore. Dialogheranno con l’artista Maddalena Giovannelli, docente di Storia del teatro (USI, Lugano) e critica teatrale e il direttore di ERT Valter Malosti. Interprete Teresa Vila.