SalTo25. Un Salone da numeri record

La XXXVII edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino si è conclusa con oltre 230mila visitatori. Aumentati anche espositori, sale ed eventi. Ma cosa ne pensano i piccoli editori?
Chi ha passeggiato nei padiglioni del Lingotto Fiere, tra il 15 e 19 maggio scorsi, si è trovato immerso in un movimento incessante di colori, suoni, persone e tanti, tantissimi stand che offrivano altrettanti tantissimi libri.
Il Salone Internazionale del Libro di Torino è ormai diventato un evento grandioso, e non solo in termini quantitativi. Pare quasi che cinque giorni di rassegna siano diventati un po’ stretti per le migliaia di visitatori: 231.000, per la precisione (di cui quasi la metà under 35).
E questa trentasettesima edizione ha registrato altri numeri importanti: 977 spazi espositivi, 70 sale, più di 2500 eventi al Lingotto (molti dei quali sold out) e altri 800 sul territorio grazie al Salone Off.

Ma “Le parole tra noi leggere” cosa hanno significato per gli editori? Il bilancio rileva una certa crescita: ad annotare percentuali positive a doppia cifra ci sono, tra gli altri, Mondadori, Einaudi, Rizzoli, Piemme, Adelphi. Nomi piuttosto noti. E gli altri? Quest’anno abbiamo voluto ascoltare anche e soprattuto le case editrici più piccine, per capire direttamente da loro come hanno vissuto questo Salone.
Perché la bellezza di questo evento è, tra le altre cose, offrire l’opportunità di incontro e confronto tra lettori, editori e scrittori. Per questo abbiamo scambiato qualche parola con molti di loro, tra i quali i piemontesi Yume Edizioni ed Edizioni del Capricorno.

Roberto Bamberga, collaboratore di Edizioni del Capricorno, ci racconta com’è andato questo SalTo25 (e non solo): «Per questa edizione, lo spostamento e la riduzione del nostro stand ha comportato, in termini assoluti, una diminuzione. Ma era previsto, anche perché questo non è stato un grande anno per le piccole case editrici: anche noi abbiamo dovuto parare i colpi, stringendoci un po’ per contenere i costi. Ma in questo contesto non troppo roseo, il Salone è stata una buona boccata d’ossigeno.Torniamo a casa soddisfatti».
Che il presente non sia particolarmente radioso l’hanno confermato altre piccole realtà. Ma un antidoto esiste? «Penso sia cercare sempre di più di arrivare direttamente al lettore, perché tra i tanti problemi che ha un piccolo editore in Italia, quello centrale è legato alla promozione e distribuzione». Per esempio? «Su un libro che costa 16 euro, noi ce ne portiamo a casa 1,50 lordi. La promozione e distribuzione trattiene 8,50 euro. È una filiera consolidata, in alcuni momenti anche monopolistica, che rende il mercato molto difficile per chi è piccolino».
Edizioni del Capricorno, che spazia dai libri di escursionismo alla storia, dalle guide turistiche al noir, ha incontrato lettori di tutte le età e con diversi interessi: «Siamo dei piccoli generalisti, con un target ampio. Sono molto contento del riscontro ottenuto dalla nostra nuova collana “Capricorno in noir”, e dalle ultime uscite “Borghi della Sicilia” e “Borghi della Campania”, le vere novità di questo Salone. È un buon segnale per il futuro».
E tra i buoni propositi di Capricorno c’è la sfida di espandere il lavoro, ampliare l’offerta ai lettori, essere il più presenti possibile sui mercati locali: «Per restare a galla. Con un moderato ottimismo e una sana fetta di realismo».

Katia Bernacci, direttrice editoriale di Yume Edizioni, che si occupa di saggistica divulgativa per adulti, ci ha dato un punto di vista particolare sullo stato di salute dell’editoria: «Siamo una piccola casa di Torino. Oltre al pubblico che già ci conosce, abbiamo ritrovato molti lettori che ci hanno scoperto lo scorso anno e sono tornati. Diversi ci vengono a cercare perché hanno visto articoli, recensioni o i nostri libri in giro. Questo ci gratifica molto».
E il SalTo25? «Soddisfacente anche se leggermente in calo rispetto all’anno scorso. Si sente un po’ la mancanza di soldi. Nonostante la grande folla, domenica 18 abbiamo notato poca gente passare nella nostra zona del padiglione 2. In diciassette anni di Salone non ho mai visto una cosa del genere».
In che senso? «Le persone cercano di risparmiare qualcosa, magari comprando meno libri. E su questo influisce non poco il prezzo del biglietto del Salone, che acquistato qui significa 22 euro. Improponibile».
Cosa vi rimane nel cuore di questa edizione? «Abbiamo presentato un evento sul crimine dedicato a Laura Fezia, saggista scomparsa pochi mesi fa che per noi ha raccontato il torinese delitto Cogo. Intervistando quattro autori abbiamo messo in dialogo la saggistica sulla storia della criminologia e la narrativa. Il filo conduttore era una domanda: perché il crimine affascina così tanto?».
E le vendite? Quali titoli hanno catturato maggiormente l’attenzione? «Abbiamo una forte componente legata agli studi sul mistero e sulla stregoneria, sempre con un’ottica storico-scientifica: questi sono sicuramente i libri più attraenti di SalTo25».

SalTo25, come sempre, offre diverse occasioni ai lettori e agli appassionati di incontrare gli scrittori. Voi che rapporto avete con gli autori? «Abbiamo tante firme di diversa provenienza, tutti selezionati. Siamo una casa editrice assolutamente non a pagamento: abbiamo deciso di avere un catalogo pulito. Pubblichiamo solo testi particolari, con argomenti sfiziosi ma storicamente provati e frutto di uno studio approfondito. E questo aspetto piace molto ai lettori».
Come molte piccole case, anche Yume Edizioni deve fare i conti con un’attuale condizione difficile: «In questo momento la situazione è drammatica. Il calo si sente, le librerie stanno chiudendo e spesso non riescono a prendere i libri dei piccoli editori: preferiscono titoli vincitori di premi importanti, assecondando la richiesta del pubblico. Io sono stata tanti anni presidente dei Piccoli Editori del Piemonte, e ho visto che c’è una tendenza a scavarsi un po’ la fossa da soli, optando per l’editoria a pagamento per sopravvivere. Un escamotage per stare a galla, certo. Ma è un cane che si morde la coda».
Cioè? «Così facendo incassi, ma snaturi il catalogo. Sei più vicino al lavoro del tipografo che a quello dell’editore. Attualmente è come se il meccanismo dell’intera filiera si fosse ostacolato. Proviamo a reagire cercando di parlare direttamente con il lettore, tenendo anche conto che c’è un forte cambio di fruizione. La carta ha un appeal minore sui giovani, quindi dobbiamo cercare sì di fargliela apprezzare, ma dobbiamo anche abbracciare le nuove tecnologie, evitando di aumentare il divario anagrafico tra giovani e meno giovani».
Quindi c’è speranza di tempi migliori? «Ci si può arrivare. Ma bisogna lavorarci, senza mollare».
XXXVII SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO
Le parole tra noi leggere
Dal 15 al 19 maggio 2025
Lingotto Fiere
Via Nizza, 294, 10126 Torino