Cosa bolle in libreria. . . a settembre
Le cinque proposte mensili, tra i titoli reperibili sugli scaffali: la riscoperta di uno tra i più stimati autori moderni, riflessioni sulla non-violenza, sulla solitudine e sull’adolescenza, e la ricetta matematica per il giallo
Apriamo la nostra “top five” con un titolo imputabile a Judith Butler, ovvero La forza della nonviolenza. Un vincolo etico-politico, edito Nottetempo, per addentrarci nelle dinamiche psicosociali determinanti il campo di forza della violenza, in relazione alla mistificazione linguistica e alla strumentalizzazione operate dal potere nei suoi confronti.
L’autrice e filosofa americana chiama in causa le posizioni che ammettono la violenza come strumento per combattere la violenza stessa, considerando la non-violenza come scelta morale individuale e passiva.
Vi è, alla base di questo lavoro, l’analisi di una condizione che riguarda la distinzione biopolitica tra vite degne di lutto − dunque meritevoli di essere preservate e difese − e vite dispensabili – per questioni razziali, identitarie, collegate al gender e non solo. In questi termini, la violenza è connessa all’esperienza della disuguaglianza, mentre la non-violenza riguarda una pratica collettiva di contestazione delle disuguaglianze, del tutto sganciata da un approccio individualista.
Con un’interrogazione critica e analitica di Foucault, Fanon, Gandhi, Benjamin e, tra gli altri, soprattutto Freud e Klein, Butler delinea un’idea di non-violenza che costituisce una tattica politica tutt’altro che passiva: una forza in grado di contrastare la violenza che pervade la società contemporanea senza riprodurne la distruttività; un vincolo etico e politico che sia tutt’uno con le lotte condotte dai movimenti che ogni giorno si battono per l’interdipendenza, l’uguaglianza e la giustizia sociale.
Da casa Marsilio, invece, arriva un’antologia di sette racconti (sei inediti in Italia), curata da Silvano De Fanti, che presenta al pubblico nostrano Bolesław Prus, uno dei più stimati autori moderni, nonché innovatore di stili e temi nella letteratura polacca. Racconti da un paese che non c’è è il titolo che include la Polonia in un percorso metamorfico che l’ha trasformata da regno a un anonimo “Territorio della Vistola”. A seguito del fallimento nel 1863 dell’ultima insurrezione antirussa del secolo, la Polonia è inglobata nell’immenso territorio che dalla Germania giunge al Mare Artico; e qui l’amministrazione dello Stato è interdetta ai polacchi, la russificazione e la censura gravano su scuole, stampa ed editoria.
Intanto il generale sconvolgimento socio-antropologico provocato dallo sviluppo tumultuoso del capitalismo costringe i nobili fondiari e i contadini a cercare lavoro in città; l’industria e il commercio sono per lo più gestiti da tedeschi ed ebrei; nasce il proletariato e cresce il ruolo di banche e mercato finanziario.
Questa è la culla politica, sociale e storica di Bolesław Prus, autore visionario sui generis, i cui racconti e romanzi, oltre a offrire uno spaccato realistico – e umoristico – delle contraddizioni socio-economiche, mostrano la complessa evoluzione psicologica e letteraria di uno dei più grandi scrittori polacchi.
Alla nostra contemporaneità appartiene Elena Varvello che per Einaudi propone Solo un ragazzo, dove affronta un tema delicato e misterioso: il vuoto di un giovane figlio che non ha mai trovato la propria collocazione nel mondo.
Intorno all’adolescenza e ai sensi di colpa genitoriali, la scrittrice torinese fa roteare un quesito per niente banale: «Che cosa sei?». Lo domandano padri e madri di fronte all’enigma dell’adolescenza, un’età sfuggente, crudele e innocente, ingenua e incosciente, tesa alla contaminazione. Al centro c’è un ragazzo che rifiuta. Rifiuta tutto categoricamente, si “ribella” commettendo infrazioni sempre più gravi e sempre più coinvolgenti per chi gli sta intorno. Il movente è il tentativo di avere una vita normale, accettabile. Questo giovane è «un’ombra, un dubbio, una storia che passa di bocca in bocca», che si costruisce un rifugio nel bosco con i rifiuti del mondo. È una presenza che ruba, sì, ma cose da nulla. Minaccia, e forse uccide persino, ma di certo, per questo, ne muore. In lui la vita batte oltre il ritmo normale. In lui la vita comanda. Non ha bisogno di una logica di cause ed effetti: appare e si dà. E noi lettori, come i personaggi di questa storia, amiamo, perdoniamo, piangiamo, con una forza attrattiva che ci porta nel profondo della storia, dentro la vita dei suoi protagonisti, dentro la nostra esistenza.
Quella di Alex Pavesi è una lettera d’amore ai classici del giallo. Otto detective, edito Mondadori, mette subito in chiaro la formula del noir, ovvero quella che implica la presenza di almeno una vittima, due sospettati, un assassino e un detective. Questa la ricetta brevettata dal professore di matematica Grant McAllister, artefice di sette racconti, ognuno dei quali rivela un ingrediente. Questo succedeva un tempo. Ormai il protagonista di questa storia è diventato anziano, un vecchio che vive isolato nel Mediterraneo attendendo la fine. Tuttavia, la visita inattesa di una editor molto ispirata farà prendere alla vita – di entrambi – una piega diversa.
Con l’intenzione di ripubblicare e rinfrescare il suo vecchio libro, la giovane donna si immerge nella lettura di un passato che la trascina nell’inquietudine: troppe cose che non tornano e troppe incongruenze paiono indizi nascosti qua e là di un vero omicidio accaduto trent’anni fa. Tra le righe c’è un mistero nascosto da un avversario molto, molto astuto.
Chiudiamo con un salto in Oriente insieme a Francie Healey e Crystal Tai che usano la parola coreana Honjok per indicare le“tribù di una sola persona”, cioè i solitari e coloro che amano fare cose da soli. L’omonimo libro pubblicato da Giunti, riflette su come questo fenomeno attualissimo, alimentato anche dalla tecnologia e dall’onnipresenza dei social media, si stia diffondendo a livello globale.
Sempre più persone scelgono di stare da sole, adorano avere tempo e spazio per se stesse e sentono di essere realizzate così anziché sottostare a pressioni sociali di cui non capiscono fino in fondo il senso. E pagina dopo pagina, il lettore scoprirà come non solo esista una netta differenza tra stare da soli e sentirsi soli, ma comprenderà come i momenti di solitudine possano trasformarsi in opportunità per scoprirsi, accrescere l’autostima e raggiungere felicità e soddisfazioni.
Tra consigli e strategie pratiche, sostegni psicologici e molti esempi ispiratori, Honjok ci mostra come fare tesoro del tempo passato da soli e aiuta a osservare l’avventura “da solisti” da un punto di vista originale, per abbracciare la solitudine e l’indipendenza con fiducia.
La forza della nonviolenza. Un vincolo etico-politico
di Judith Butler
Traduzione: Federico Zappino
Editore: Nottetempo
Collana: Figure
Anno edizione: 2020
Pagine: 300 pp.
Prezzo: 19,00€
Racconti da un paese che non c’è
di Bolesław Prus
a cura di Silvano De Fanti
Editore: Marsilio
Collana: Letteratura universale
Anno edizione: 2020
Pagine: 272 pp.
Prezzo: 18,00€
Solo un ragazzo
di Elena Varvello
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Anno edizione: 2020
Pagine: 192 pp.
Prezzo: 18,50€
Otto detective
di Alex Pavesi
Editore: Mondadori
Collana: Il giallo Mondadori
Anno edizione: 2020
Pagine: 376 pp.
Prezzo: 16,00€
Honjok. Scoprire la magia della solitudine
di Francie Healey, Crystai Tai
Editore: Giunti
Collana: Varia Ispirazione
Anno edizione: 2020
Pagine: 160 pp.
Prezzo: 14,00€
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