Cosa bolle in libreria. . . a marzo

Cinque titoli consigliati che troveremo sugli scaffali nei prossimi giorni: dalle analisi geopolitiche a imprevedibili inchieste, dai thriller ai noir di casi irrisolti

Si comincia con un argomento, o meglio, un luogo quanto mai attuale nel panorama mondiale: la Cina. La sinologa Giada Messetti si chiede, nel suo libro edito Mondadori Nella testa del Dragone, se esiste una reale distanza tra noi e l’enorme nazione asiatica. La risposta è sì: la Cina – o le mille Cine, come precisa l’autrice – è molto lontana, ma soprattutto molto diversa da noi. Esplorarla «è come fare un viaggio su una macchina del tempo, passando da villaggi remoti rimasti all’epoca preindustriale a smart city avveniristiche dove, fermo al semaforo in motorino, può capitare che un drone ti intimi di indossare il casco se vuoi evitare una multa salata».
Tra le pagine di questo lavoro di Giada Messetti, si va alla scoperta delle caratteristiche e delle contraddizioni cinesi, e, soprattutto, si indaga su quella che è stata definita «l’era dell’ambizione». Dal progresso alla ricerca tecnologica, dal Sogno cinese al progetto della Nuova via della seta, dalle proteste di Hong Kong alla sfida con gli Stati Uniti per la governance globale, fino al dilagarsi epidemico del coronavirus, il Celeste Impero ha saputo sfruttare la globalizzazione a proprio vantaggio, ribaltando i paradigmi geopolitici come mai prima d’ora. E quello che si leggerà in questo volume è un percorso nella Cina odierna, tra stereotipi e realtà, tra un presente e un futuro da analizzare per comprenderne il nuovo assetto mondiale, dove, per la prima volta, noi occidentali «dobbiamo confrontarci con una cultura differente senza che il nostro presupporre di essere migliori o superiori conti o serva a qualcosa. Uno scenario completamente inedito che richiede ascolto, studio, reciproca comprensione. È una grande sfida, la sfida del nostro tempo».

Einaudi propone invece uno spaccato realista e provocatorio sulla nazione a stelle e strisce intitolato L’impero nascosto. Breve storia dei Grandi Stati Uniti d’America, del professore di Storia alla Northwestern University Daniel Immerwahr, tradotto da Chiara Veltri e Paolo Bassotti. Un libro che il “New York Times” definisce pungente, sorprendente e in grado si smitizzare le fantasie americane (autoreferenziali). 
Il vanto d’oltreoceano sulla propria capacità di sovranismo, correlato di valori di libertà e indipendenza, insieme alla diffusione del proprio denaro, lingua e cultura tende ad associarsi a una diffusa concezione geografica limitata a nord dal Canada, a sud dal Messico, a est e ovest dagli oceani. Lì e solo lì pare contenersi la patria delle possibilità, del riscatto sociale offerto a tutti. Tuttavia, come spiega l’autore: non c’è nulla di meno vero. 
Dall’Ottocento in poi gli Stati Uniti hanno cominciato ad annettere territori oltremare fino a raggiungere, a seguito della Seconda guerra mondiale, la sua massima espansione (con la maggior parte di persone che vivevano fuori dal continente).
Poi, però, la strategia d’influenza è cambiata: non più il controllo dei territori coloniali ma nuove forme di innovazioni (nel campo dell’elettronica, dei trasporti, della medicina, della cultura popolare). Dalla pillola anticoncezionale alla chemioterapia, dalla plastica a Godzilla e i Beatles, allo stesso nome «America»: qui sta il concetto di impero territoriale che Daniel Immerwahr analizza nel significato attuale di dominio e globalizzazione, per svelare il ruolo pieno di contrasti che gioca l’America nella storia mondiale.

La penna dell’autore e studioso israeliano Dror Mishani (già noto per i romanzi gialli con protagonista l’ispettore Avi Avraham) firma per E/O un thriller che ha per protagoniste tre donne e la comune conoscenza di un uomo. 
Tre, tra i bestseller più venduti in Israele, per noi tradotto da Alessandra Shomroni, ci porta al cospetto di una insegnante di liceo che, rimasta sola con il figlio dopo l’abbandono del marito, cerca conforto su un sito internet per divorziati. E qui conosce l’avvocato Ghil con il quale inizia una relazione. C’è però una seconda donna: una badante lettone immigrata in Israele in cerca di casa e di un segno divino per il proprio futuro. Anche lei fa la conoscenza di Ghil, ma solo per avere consulenza sul permesso di soggiorno. E c’è una terza donna: una giovane madre di tre figlie che ambisce a fuggire da una realtà domestica soffocante. Lei Ghil lo incontra al bar. 
Tre femminilità delle quali Ghil, in fondo, non sa molto. Ma non è il solo: nessuna di loro, infatti, conosce veramente quest’uomo all’apparenza rispettabile e disponibile. Perché lui si guarda bene dal dire la verità. E forse era meglio se non si fossero mai conosciuti.

In casa Piemme c’è un giallo firmato da Michael Connelly intitolato La fiamma nel buio incentrato su un cold case di vent’anni prima (all’epoca un ragazzo venne ritrovato senza vita in un vicolo frequentato da spacciatori: nessuno seppe trovare il colpevole). 
Un caso irrisolto che l’allora detective John Jack Thompson si era portato con sé in pensione trafugando il fascicolo dagli archivi della polizia. Ora però John Jack è morto e al suo funerale c’è anche Harry Bosch, un tempo suo allievo che dall’ex agente aveva imparato molte cose, tra le quali capire quando qualcuno mente durante un interrogatorio. John Jack aveva la grande abilità di riconoscere al volo i bugiardi, e non se ne faceva sfuggire nemmeno uno. 
Il legame rispettoso con il suo vecchio maestro Thompson e l’incontro con sua moglie porteranno Bosch a decidere di occuparsi del caso rimasto aperto. E a dargli una mano ci sarà la collega Renée: con lei farà coppia per scavare nelle bugie del passato, a caccia, tra un crimine e l’altro durante i turni di notte, di quello che i poliziotti di Los Angels chiamano “l’ultimo spettacolo”.

Al suo ritrovamento, il contatore della vergogna segna il numero 2117. Si tratta del corpo esanime di una donna mediorientale portato dalla corrente marina sulla riva di Cipro. Non ha nome questa vita raccontata dal giornalista e scrittore danese Jussi Adler-Olsen in Vittima numero 2117, edito Marsilio con traduzione di Maria Valeria D’Avino. Eppure questa donna non è morta per cercare una vita migliore al di là del Mediterraneo. No, lei è stata assassinata. 
Persino Assad, l’assistente di Carl Mørck che lavora da oltre dieci anni sui casi dimenticati, ha un crollo nervoso appena incrocia con gli occhi la foto della naufraga. La sua tenacia e la sua inesauribile energia sembrano venir meno in questa vicenda. Così, mentre comincia una snervante corsa contro il tempo per bloccare un attacco mai visto prima al cuore dell’Europa, ci troveremo immersi in un’inchiesta dall’alto tasso emotivo: un’indagine sconvolgente che condurrà alla verità sul passato nascosto di Assad, spingendo la sua  squadra decisamente oltre i propri limiti.

Nella testa del Dragone

di Giada Messetti 

Editore: Mondadori
Collana: Strade blu
Anno edizione: 2020
Pagine: 198 pp.
Prezzo: € 18,00

L’impero nascosto. Breve storia dei Grandi Stati Uniti d’America

di Daniel Immerwahr
Traduzione di: Chiara Veltri e Paolo Bassotti

Editore: Einaudi
Collana: La biblioteca
Anno edizione: 2020
Pagine: 616 pp.
Prezzo: € 34,00

Tre

di Dror A. Mishani
Traduzione: Alessandra Shomroni

Editore: E/O
Collana: Dal mondo
Anno edizione: 2020
Pagine: 245 pp.
Prezzo: € 18,00

La fiamma nel buio

di Michael Connelly

Editore: Piemme
Collana: Gialli e Thriller
Anno edizione: 2020
Pagine: 400 pp.
Prezzo: € 19,90

Vittima numero 2117

di Jussi Adler-Olsen
Traduzione: Maria Valeria D’Avino

Editore: Marsilio
Collana: Farfalle
Anno edizione: 2020
Pagine: 504 pp.
Prezzo: € 19,00