The Irishman. L’intimo saluto di Martin Scorsese
Robert De Niro, Joe Pesci e Al Pacino insieme nel nuovo film di Martin Scorsese, acclamato ai festival del cinema di New York e Roma
Ci siamo. Finalmente l’ultima creatura di Martin Scorsese ha preso vita. The Irishman dopo i festival di New York, prima, e Roma poi, ha aperto le sue porte al pubblico, attraverso una distribuzione limitata in attesa di essere disponibile su Netflix dal 27 novembre. La casa di produzione californiana ha raccolto il gigantesco progetto dopo che la Paramount Pictures lo aveva abbandonato a causa dell’aumento dei costi di produzione, passati da 100 a 140 milioni di dollari.
The Irishman narra l’ascesa e il declino di Frank Sheeran (Robert De Niro), veterano della Seconda guerra mondiale e un tempo sicario della mala, che ora ripercorre la sua carriera da esecutore criminale, tra il legame con la famiglia di Russell Bufalino (Joe Pesci) e il coinvolgimento nella sparizione dell’amico e sindacalista Jimmy Hoffa (Al Pacino). E non si tratta di un mero adattamento cinematografico del saggio L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa, perché Scorsese ha inserito se stesso: The Irishman parla di lui, del suo stile, dei suoi personaggi e della loro redenzione ancor prima di definirsi come gangster movie.
Con la scelta di affidarsi agli effetti speciali per il ringiovanimento dei volti di quei tre personaggi che hanno segnato un’epoca, oltre che un genere, possiamo tranquillamente considerare questo film come testamento cinematografico di Scorsese con cui chiudere un filone che lo ha reso celebre, incoronandolo maestro assoluto. Un messaggio destinato a chi lo ha amato, lo ama e, soprattutto, a chi è rimasto incollato davanti lo schermo per quasi tre ore e mezza.
Robert De Niro, Joe Pesci e Al Pacino contemporaneamente insieme non si erano mai visti e il risultato non tradisce certo le aspettative. Sensazionali. Non serve aggiungere altro. Se Quentin Tarantino aveva alzato l’asticella con il duo Leonardo Di Caprio – Brad Pitt, qui Scorsese fa saltare letteralmente l’intero banco. Tutto film si regge sulle loro spalle. Forse anche troppo, visto che si crea uno sbilanciamento che relega gli altri personaggi al ruolo di semplici comparse inserite in situazioni non del tutto chiare, con una evoluzione personale un po’ troppo fumosa.
Questa forte disparità segna ulteriormente il confine tra chi conta e chi no, tra chi le decisioni le prende e chi le subisce. I giochi di potere, le motivazioni, i legami: tutto viene intuito senza mai essere compreso fino in fondo. Come se fossimo noi i primi a vestire i panni di chi esegue gli ordini senza farsi troppe domande per paura di ricevere una pallottola.
I dialoghi mostrano, poi, il lato più umano di questi personaggi, ma il cuore di The Irishman è rappresentato dal non detto, fatto di silenzi e sguardi: gli occhi di una figlia che osservano il padre uscire armato di casa, la più difficile delle decisioni da prendere alla cornetta di un telefono, lo sguardo perso nel vuoto davanti al finestrino di un aereo. Ecco il marchio di fabbrica di Scorsese che guida e anticipa le varie linee narrative in direzione di sanguinosi giochi di potere.
Infine, la principale domanda: le tre ore e mezza di proiezione sono giustificate? Ni. Sicuramente il cinema deve saper muovere le emozioni, gestire i ritmi e trascinare lo spettatore all’interno del suo racconto. In questo Scorsese non ha certo bisogno di ricevere lezioni, tuttavia la durata del film assume talvolta i contorni di un mero esercizio di stile fatto di scene che appesantiscono inutilmente la trama già molto ricca. Siamo quasi sicuri che con tempi più canonici, l’intera pellicola ne avrebbe beneficiato.
The Irishman non è sicuramente tra i migliori film del regista, ma è e resta un prodotto di altissima fattura. È una pellicola che essendo molto ampia, ha bisogno di un po’ di tempo per poter essere assimilata. Ma alla fine ne vale certamente la pena.
The Irishman
Sceneggiatura: Steven Zaillian
Regia: Martin Scorsese
con: Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci, Harvey Keitel, Bobby Cannavale, Anna Paquin, Stephen Graham, Kathrine Narducci, Domenick Lombardozzi, Sebastian Maniscalco, Ray Romano, Jeremy Luke, Stephanie Kurtzuba, Aleksa Palladino, India Ennenga, J. C. MacKenzie, Gary Basaraba, Jesse Plemons, Jim Norton, Larry Romano, Jake Hoffman, Patrick Gallo, Barry Primus, Jack Huston
Produzione: Fábrica de Cine, STX Entertainment, Sikelia Productions, TriBeCa Productions
Distribuito da: Cineteca di Bologna, Netflix
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