Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo. Per deliri emozionali, chiedere a Jung
Dal 2 marzo nelle sale italiane la pellicola ungherese di Lili Horvát, dove l’attrazione supera la realtà. E tra sedute psicanalitiche e ambivalenze caratteriali, si snoda una storia enigmatica dal finale poco convincente
La brillante chirurga oncologica Marta Vizy (Natasa Stork) è ungherese ma, grazie al suo talento, sta facendo carriera negli Stati Uniti. Durante un convegno medico fa la conoscenza del suo collega e connazionale Janos Drexler (Viktor Bodo). A quarant’anni si scopre perdutamente innamorata di lui, pur avendoci parlato appena poche ore.
L’attrazione sembra comunque reciproca, perché i due, senza scambiarsi i numeri di cellulare si danno appuntamento il mese successivo a Budapest, nei pressi del Ponte della Pace. Marta però, all’appuntamento non trova nessuno. Riesce a rintracciare Janos presso l’ospedale in cui lavora, ma questo le risponde di non conoscerla e di non averla mai vista prima. Lo sconcerto è tale da provocare lo svenimento di Marta.
Da questo momento in poi, la dottoressa entra in una sorta di delirio emozionale. Pur di scoprire la verità, pur di capire se la sua infatuazione è un frutto della sua mente o no, lascia il New Jersey, rientra in Ungheria e si fa assumere nell’ospedale di Budapest: un posto di lavoro dalle prospettive professionali decisamente inferiori, con un ambiente che le è perfino ostile.
La sua bravura vince le diffidenze dei colleghi e attrae perfino l’interesse di Alex (Bennett Vilmanyi), un giovane dottorando che prende a farle una corte serrata, tanto da gettare Marta in una confusione ancora più profonda. L’unico scopo della donna, tuttavia, è rifare la conoscenza di Janos, avvicinarlo e capire dov’è il confine tra la realtà e una passione forse solo sognata.
Presentato alle Giornate degli Autori della 77ª Mostra del Cinema di Venezia, e proiettato al 45° Festival di Toronto, questo film dal (lungo) titolo Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di tempo, della regista Lili Horvát, è stato la proposta ungherese per gli Oscar 2021 e arriva nelle nostre sale dal 2 marzo.
Le premesse sono molto interessanti e, senza dubbio, chi ha un minimo di pratica con la psicologia di Jung, può notare numerosi riferimenti alle sue teorie. Marta infatti dà l’impressione di proiettare su Janos una figura del tutto immaginaria, cosa che la fa dubitare perfino dell’esattezza del suo intuito, un tratto caratteriale che invece l’aiuta in modo formidabile sul lavoro.
È un paradosso, perché la pratica chirurgica è qualcosa di pratico, scientifico, ben definito e molto delicato. Eppure, la protagonista sa mettere assieme questi due “mondi” così diversi, in modo tale da farla eccellere. È l’ambivalenza del suo carattere: glaciale esteriormente, ma dentro determinata, animata da una focosa e ben nascosta passione. Tanto è il successo nell’attività medica, però, tanto è il vuoto emotivo (rappresentato anche dal suo appartamento privo di arredi), l’incapacità di avere un rapporto solido con gli altri – anche con gli amici – ai quali, seppur preoccupati per lei, non racconta nulla del suo travaglio interiore o delle sue ansie.
Le sedute psicoanalitiche cui si sottopone non riescono a dipanare il bandolo della matassa: l’interesse di Janos è vero, insomma, o è solo supposto, idealizzato dall’animo di Marta che si accontenta di trovare un amore qualsiasi e a tutti i costi? Se Janos è attratto da lei con sincerità, perché fugge? Perché appare e scompare?
È una storia narrata in modo attento, con i ritmi centellinati, una in cui (e per fortuna!) si parla poco e si mostrano azioni ed emozioni dei protagonisti senza sentirsi spiegare cosa davvero gli passa per la testa. È anche questo un espediente che è parte dell’enigma.
A convincere meno, però, è proprio il finale del racconto, nel quale evaporano tanti brillanti concetti fin lì messi sul tavolo. Una risoluzione di un mistero con un che di eccessivamente (e forse volutamente) semplice, ma che dopo averci mostrato tante sfaccettature delle emozioni, sembra dirci che tutto sommato non c’era il bisogno, da parte dello spettatore, di darsi tanto disturbo. Vale lo stesso anche per Marta? Dietro il suo gelido sguardo la risposta non è così scontata.
PREPARATIVI PER STARE INSIEME PER UN PERIODO INDEFINITO DI TEMPO
Regia: Lili Horváth
Sceneggiatura: Lili Horváth
con Natasa Stork, Viktor Bodo, Bennett Vilmanyi
Produzione: Poste Restant
Distribuito da: Cineclub Internazionale Distribuzione