Attacco al Potere 3. L’episodio più potente
Al cinema dal 28 agosto, il terzo capitolo della saga sull’agente Banning, diretto da Ric Roman Waugh, con Gerard Butler e Morgan Freeman, è un piccolo classico dell’action-thriller
Grandi battaglie, inseguimenti e tanta adrenalina. Bastano questi ingredienti a rendere Attacco al Potere 3 un film appetibile per tutti gli amanti dell’action-thriller.
Mike Banning (Gerard Butler), agente dei servizi segreti, è una delle guardie del corpo del Presidente degli Stati Uniti Allan Trumbull (Morgan Freeman), uno dei suoi cosiddetti “angeli custodi”. Il sottotitolo del film, “Angel has Fallen”, ci fa intuire immediatamente che le cose non andranno troppo bene per Mike. Sin dall’inizio, infatti, la vita del veterano viene sconvolta dalla scoperta di un grave danno alla spina dorsale causato da una vecchia ferita che minaccia di interrompere la sua carriera operativa.
Intanto, tra nervosismi diffusi, notizie top secret trapelate e finanziamenti militari al collasso, Banning è stretto in un clima di paranoia e di malinconico avvio sul viale del tramonto («siamo leoni, non siamo fatti per il lavoro dietro una scrivania», gli dice solidale l’amico Waid, interpretato da Danny Huston), dove si fa strada la scelta tra proseguire l’adorato lavoro o mollare per dedicarsi all’altro grande amore della vita: la famiglia.
A interrompere il momento delle decisioni difficili giungerà un devastante attentato al Presidente Trumbull, che il protagonista salverà miracolosamente per poi trovarsi, subito dopo, accusato di esserne la mente criminale.
Inizia così una gigantesca caccia all’uomo nella quale l’agente dovrà usare tutta la sua esperienza e la sua tenacia per salvarsi la vita e dimostrare la sua innocenza. Perciò avrà a che fare con la sua principale accusatrice, l’agente dell’FBI Thompson (una grintosa Jada Pinkett Smith), la cui acuta intuizione la spingerà a diventare un’insospettabile alleata.
Giunta al terzo capitolo, la saga dell’agente Banning non sembra volersi fermare, anzi, mette in scena quello che sembra essere l’episodio più potente e ambizioso. Nei primi due film facevano da principali avversari i terroristi, prima nordcoreani (all’assalto nientemeno che della Casa Bianca), poi yemeniti (impegnati a falcidiare i leader mondiali riuniti a Londra). Stavolta la minaccia arriva dentro le mura di casa a stelle e strisce, quindi un pericolo ancora più insidioso cui solo la vera anima dell’America può sperare di opporsi: un carattere impersonato dallo scosso veterano del Vietnam Clay Banning (Nick Nolte), padre di Mike, coinvolto suo malgrado nella lotta per le leve del potere statunitense.
Pur non brillando per originalità, presentandoci colpi di scena ampiamente prevedibili e presunte sorprese che tali non sono, la pellicola di Ric Roman Waugh si lascia guardare. Il regista californiano ha alle spalle una corposa carriera come stuntman e si vede: dalla coordinazione degli scontri a fuoco al realismo delle strategie di guerriglia urbana, alla minuziosità con cui cura i movimenti dei combattenti e indulge su armi ed equipaggiamenti.
Tra i momenti memorabili spicca la scena madre dell’attentato al Presidente, un terrificante assalto eseguito con uno sciame di droni assassini che atterrisce lo spettatore con la sua letale e incessante ondata di fateli esplosioni. Siamo sicuri che sarà un piccolo classico tra i momenti del genere action-thriller. Notevole anche l’impegnativo scontro finale nell’ospedale di Washington DC (girato in realtà al Guy’s Hospital di Londra): avvincente, incalzante, tecnicamente ineccepibile.
Waugh ha firmato in passato anche un interessante documentario dal titolo That Which I love Destroys Me, incentrato su due soldati delle forze speciali americane che, tornati da uno degli innumerevoli fronti di guerra di questo sventurato XXI°secolo, soffrono di stress post-traumatico. Il loro disagio nel contrastare una malattia psicologica così profonda e complessa, ha certamente aiutato nel tratteggiare i problemi che l’agente Mike Banning si trova ad affrontare in questa pellicola: continui dolori per vecchie ferite, depressione per l’età che avanza e per l’incapacità di continuare a fare il proprio mestiere, un padre che lo ha abbandonato da bambino perché traumatizzato dalla guerra, la nostalgia per l’adrenalina di un tempo, e lo spirito di un vecchio leone che si vede costretto a fare i conti con la realtà.
Peccato non aver meglio utilizzato questi interessanti spunti di sceneggiatura che arricchiscono i personaggi (spesso piatti in titoli di questo genere) ma che, una volta dato fuoco alle polveri, svaniscono nel successivo uragano di azione e pallottole.
Attacco al Potere 3
Sceneggiatura Robert Mark Kamen, Matt Cook, Ric Roman Waugh
Regia Ric Roman Waugh
con Gerard Butler, Morgan Freeman, Jada Pinkett Smith, Lance Reddick, Nick Nolte
Produzione Millennium Films, G-BASE, Campbell Grobman, Eclectic Pictures
Distribuito da Universal Pictures, Lucky Red
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