Il grande inganno – La cena di Vermeer. Un talento tra arte, falsità e rabbia

Al Teatro Marconi, fino al 17 marzo, lo spettacolo diretto da Felice Della Corte: a tu per tu con il pittore e falsario Han van Meegeren, in lotta contro una società ingiuriosa

Ci sono alcune storie che si stenta a credere siano vere, tanto sono bizzarre, e che sembrano fatte apposta per essere raccontate nei libri, al cinema o a teatro.
Una di queste ha per protagonista Han van Meegeren, pittore olandese morto nel 1947 a soli cinquantotto anni, ucciso dagli eccessi di droga e alcool, e considerato dai suoi contemporanei un pittore di scarso valore.
Intorno alla sua vita si concentra il testo di Maria Letizia Compatangelo (vincitore nel 2014, tra gli altri, del Premio SIAE sezione commedia e del Premio Vallecorsi), dal quale è tratto lo spettacolo Il grande inganno – La cena di Vermeer, in scena al Teatro Marconi fino al 17 marzo 2024, per la regia di Felice Della Corte.

Il grande inganno – La cena di Vermeer
“Il grande inganno – La cena di Vermeer”. Regia: Felice Della Corte. Foto: Valerio Faccini

Siamo al termine della seconda guerra mondiale, quando l’Olanda era alla feroce ricerca di chi, durante gli anni dell’occupazione nazista, aveva in qualche modo collaborato con gli odiati invasori. Per i colpevoli la pena era molto severa: l’ergastolo o addirittura la morte.
In prigione finisce anche van Meegeren (interpretato da Mario Scaletta), accusato di aver venduto a un personaggio truce come Hermann Göring un bene inestimabile quale era il quadro “Gesù e l’adultera”, del grande artista Johannes Vermeer (l’autore, per capirci, del celebre ritratto “Ragazza con l’orecchino di perla”).

Una volta in carcere, van Meegeren, la cui salute è già seriamente minata, viene interrogato da Joop Piller (Felice Della Corte), ufficiale dell’esercito incaricato di investigare sul caso.
Nonostante fra i due, incontro dopo incontro, si venga a stabilire un certo rispetto reciproco, il prigioniero non è ancora intenzionato a raccontare la verità: sembra anzi testardamente deciso ad accettare il severo giudizio che lo attende. 

Le suppliche della moglie Joanna (Tiziana Sensi), col tempo convincono Han a raccontare l’incredibile verità: il “Vermeer” venduto al gerarca nazista è un falso, come lo è, insieme a tanti altri, “La cena in Emmaus” (acquistato addirittura dal prestigioso Museo Boymans di Rotterdam!). E non è tutto, perché il falsario è proprio lui, in passato denigrato e deriso dalla critica, umiliato dai contemporanei e osteggiato dal padre, eppure adesso autore segreto di opere pagate profumatamente ed esposte in luoghi rinomati, spacciate per tele seicentesche e, invece, abilmente contraffatte.


“Il grande inganno – La cena di Vermeer”. Regia: Felice Della Corte. Foto: Valerio Faccini

Troppo assurdo da credere, nonostante l’interessamento della giornalista Luoise (Caterina Gramaglia), che segue la vicenda giudiziaria, tanto che il processo per collaborazionismo rimane inevitabile. Si arriva così al paradosso, perché in tribunale, di fronte al pubblico ministero (Paolo Gasparini), van Meegeren ha solo una possibilità: convincere la giuria della sua reale abilità di falsario e, dunque, della sua totale innocenza; salvo aver perpetrato per anni una strabiliante truffa. Se non dovesse riuscirci, in ballo c’è la sua vita.

In una scenografia volutamente essenziale, astratta, in grado di rappresentare di volta in volta una cella, uno spazio per un colloquio o un’austera aula giudiziaria, sul palco prende forma una vicenda umana dai tratti inconsueti, che comincia come un strano caso da risolvere per poi diventare molto altro. 
È l’accusa di un uomo che per dimostrare il suo valore a una società che lo ha sempre messo ai margini, complice un carattere certamente non facile, si è dovuto reinventare quale artista del raggiro. La sua beffa nei confronti dei detestati critici d’arte, che tanto lo diverte, rimane però una rivalsa frustrante perché inconfessabile: una vittoria nota solo a lui e che, per rimanere tale, potrebbe addirittura valere il sacrificio estremo della propria vita.
Il timore infatti è che i quadri, una volta scoperti come falsi, vengano distrutti. E come può un uomo come van Meegeren accettare che le sue uniche opere di successo, seppur spacciate come il frutto del lavoro di celebri pittori seicenteschi, vengano fatte a pezzi?
Per questo, in scena si scava in una rabbia sopita per anni, in un rancore che può finalmente essere rivelato. Gettare la maschera è una liberazione, un riscatto, ma diventa anche una scommessa con la vita. 


“Il grande inganno – La cena di Vermeer”. Regia: Felice Della Corte. Foto: Valerio Faccini

Il risultato è un spettacolo certamente gradevole, pur oscillando nella resa di quella lacerazione interiore che deve aver angosciato il falsario olandese nei suoi giorni di prigionia, consapevole che la morte si stava comunque avvicinando. 
Ad alcuni interessanti passaggi, infatti, si alterna qualche episodio meno incisivo. Il racconto della lunga serie di umiliazioni patite da van Meegeren, a volte non sembra avere il necessario impatto drammatico e, a tratti, si intravede appena il suo tormento in una citazione un po’ confusa di eventi passati.

Per fortuna non mancano le occasioni più efficaci, come quella in cui lo sbigottito Piller comincia a scoprire la verità sull’uomo che ha di fronte o come l’atto finale del processo: un ben riuscito confronto in cui l’artista finalmente gioca le sue carte migliori.
Bene anche il cast, dove ognuno dei protagonisti sa imporre il suo carattere: l’impulsiva passione di van Meegeren che si scontra con la severità di Piller; l’appassionata, amorevole supplica della moglie Joanna affinché venga detta la verità; l’entusiasmo di Luoise, che risveglia gli inguaribili appetiti del pittore, e la famelica arringa del suo accusatore in tribunale.
Lo spettatore guadagna, insomma, la possibilità di conoscere una delle vicende più curiose della storia dell’arte e, quando cala il sipario, ha potuto certamente gustare una piacevole serata a teatro.

IL GRANDE INGANNO – LA CENA DI VERMEER

Regia: Felice Della Corte
Testo originale: Maria Letizia Compatangelo

con Mario Scaletta, Felice Della Corte, Tiziana Sensi, Caterina Gramaglia, Paolo Gasparini

Costumi: Lucia Mirabile
Luci: Andrea Goracci

Teatro Marconi
Viale Guglielmo Marconi 698/E
Info e Prenotazioni Biglietteria 06 594 3554 – info@teatromarconi.it
teatromarconi.it

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