Bellissima, scandalosa Misericordia
Il nuovo lavoro superbo e commovente di Emma Dante al Piccolo Teatro Grassi di Milano, con le interpretazioni memorabili di Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi e Simone Zambelli
Non è la prima volta che, terminato uno spettacolo di Emma Dante, faccio fatica a uscire dal teatro e tornare nella realtà esterna. Non è la prima volta che resto immobile con lo sguardo fisso sulla scena, mentre la gente abbandona la platea. Il perché di questo “attaccamento” e del tentativo di comprenderne il significato lo chiesi, tempo fa, al mio maestro. Mi rispose: “non devi capirlo, devi saperlo”. Così feci e così continuo istintivamente a fare di fronte ai lavori potenti e prepotenti, commoventi e indecenti della Dante. Si rimane avvinghiati per ragione ed emozione a quella scena sulla quale lo scandalo perde la volgarità e ritrova la sua meraviglia, mentre i personaggi sbilenchi nel fisico, nella mente e nell’anima “fottono” le regole, i codici, i peccati nel nome della loro purezza e del loro essere inopportuni: nel loro essere pienamente umani.
Accade anche in questa occasione, ovvero Misericordia, che replicherà fino al 16 febbraio al Piccolo Teatro Grassi di Milano. Accade che si rimane piacevolmente storditi nel vedere, sentire, percepire tre femminilità non genitrici eppure madri, nel senso più profondo e autentico del termine (e sono splendide Italia Carroccio, Leonarda Saffi e Manuela Lo Sicco), legate per destino e pietà più che per amore all’unica presenza maschile (lodevolissimo Simone Zambelli): un bambino-adulto figlio disgraziato che felice danza, danza, danza perché scimunito, perché libero, perché innocente.
Anna, Bettina, Nuzza e Arturo sono i componenti di una “famigghia” deviata, squilibrata che vive in una topaia, tra monnezza, cibo carente e abiti logori, sempre sulla crisi di nervi per via della convivenza/condivisione forzata. Stanno lì dentro a fare i ferri, su quel palco scarno dove trovano posto solo quattro seggiole e i colori dei giocattoli, delle calze a maglia, dei tacchi estremi, delle vesti sciupate: tutto rigorosamente accatastato dietro, verso il fondo, in religioso disordine.
Stanno lì a tessere i loro (ironici) litigi quotidiani alimentati da sospetti, accuse, smentite, impulsi verbali e fisici scatenati in pugliese e in siculo stretto e rapido; e intanto, nell’attesa che arrivi qualche cliente, badano a quel picciriddu figlio di una sciagurata come loro, e figlio di un mal’ammore che si è portato via la genitrice e che l’ha condotto alla vita per brutalità paterna. Quel padre vigliacco era un cliente come tanti, uno di quelli per i quali le tre donne si conciano, si svestono, si mostrano sgarbate in una recidiva sfilata macabra dal fascino grottesco. E nel loro essere madri buttane, sante fimmine ataviche, tanto scurrili, rozze, sconce quanto compassionevoli, nel loro conservare l’alto e il basso dell’umanità, sta tutta la cifra tragica di questo spettacolo e, più in generale, del teatro di Emma Dante.
In loro vive un senso materno che non coincide con il parto, con la carnale messa al mondo, e nemmeno con il più immediato senso di affetto. Coincide con la misericordia, con la forza e la determinazione che le spinge a volere per quella creatura sbagliata e inetta che saltella bramoso e spensierato come Pinocchio, una vita diversa, magari migliore. L’occasione di riscatto sta fuori da quel tugurio, in mezzo alla bellezza e al sozzume del mondo: arriva dall’esterno, come la banda musicale che Arturo attende disincantato e ansioso e che passerà per portarsi via quell’uomo ancora un po’ bambino.
Con il senso di mancanza e di sollievo ognuno farà i propri conti. Per ora, sul palco e in platea, si spartisca l’emozione di ricevere un colpo ben assestato al cuore. Si rimanga intontiti il tempo necessario per far proprio non la visione, non la partecipazione a Misericordia, ma l’incontro con questo lavoro. Perché gli spettacoli di Emma Dante non si osservano, non si vedono: si vivono. E, come ogni tassello di vita, si riponga anche questo con cura nella valigia dei ricordi, e si esca dal teatro diversi da come si è entrati.
MISERICORDIA
scritto e diretto da Emma Dante
con Italia Carroccio, Manuela Lo Sicco, Leonarda Saffi, Simone Zambelli
luci Cristian Zucaro
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone
Piccolo Teatro Grassi
via Rovello 2, Milano
info e contatti: 02.72.333.1 – 02.42.41.18.89
info@piccoloteatro.org – piccoloteatro.org
0 comments