Tra le pagine e il palco, il Teatro degli Archetipi di Gagio Edizioni

L’iniziativa promossa dalla piccola casa editrice romana trasforma il racconto in qualcosa di straordinario. E il teatro si fa strumento terapeutico per tutti: «un’occasione per giocare con le maschere quotidiane»

Nata nel 2020, da un’idea di Gabriel Pavesi e Silvia Di Patrizi, Gagio Edizioni è una scommessa fatta nell’ambito editoriale italiano che oggi, con un approccio fortemente indipendente, vanta decine di pubblicazioni distribuite in ben otto collane.
La sua sede di Lungotevere Portuense 182 a Roma rispecchia l’approccio che questa realtà ha nei confronti della cultura: un ambito dalle mille sfaccettature e dagli infiniti aspetti.

“Gajum”, è un termine antico che definisce un territorio di confine dove ci si può liberamente confrontare. E questa è proprio questo: un luogo d’incontro, uno spazio espositivo e un punto di riferimento culturale.
Nelle prossime righe vogliamo parlare di un’iniziativa molto interessante, promossa da Gagio Edizioni, che unisce l’arte teatrale al concetto de “gli archetipi” elaborato dalla psicologia junghiana.

Gagio Edizioni

Gabriel Pavesi, prima di parlare del “Teatro degli archetipi”, e dei corsi che stanno per cominciare, ci racconti la sua storia. Cosa ha condotto uno scrittore di Crema fino a Roma per fondare una casa editrice e un punto di riferimento culturale? 

Ho sempre avuto un’anima nomade, dopo aver vissuto in tre città della Lombardia ho pensato che mamma Roma potesse dare nuovi stimoli al mio e al nostro lavoro, sia in ambito editoriale sia in quello artistico e nel teatro.

Cosa rappresenta effettivamente il “Gajum”?

È una terra di mezzo, un porto franco fatto di relazioni e di idee, è un luogo aperto alle esigenze artistiche in modo trasversale: se sei un artista o fotografo che cerca di esporre le proprie opere, se vuoi provare a diventare un attore sciamano o fare delle performance, se vuoi fare yoga o un corso di disegno. O semplicemente fermarti a leggere un libro per qualche ora, al Gajum si può fare.

Vista la valenza formativa della musica, e anche la sua preparazione, pensa che il “Gajum” vedrà in futuro un progetto legato alle sette note? 

Sì, è in cantiere proprio una programmazione mensile legata alla musica nuova. Il nostro motto è: nuovi narratori per nuove visioni del reale. Speriamo possa iniziare già entro il 2025 o i primi mesi del 2026.

Parliamo di teatro, dunque, e di quello che già fate utilizzando la “Teatroterapia”, una disciplina che sembra relativamente poco diffusa. Che vantaggi offre questo che è, a tutti gli effetti, uno strumento di crescita personale?

Partiamo dal presupposto che il teatro e l’arte sono di per sé terapeutici, se vissuti col giusto spirito di ricerca. 
La Teatroterapia a livello professionale è ancora poco diffusa a Roma. Si applica nell’ambito del Terzo teatro, ovvero il teatro come laboratorio creativo, non solo per attori professionisti ma per chiunque voglia esprimere e ampliare il proprio lato creativo ed espressivo. Si colloca, inoltre, nell’ambito del Teatro sociale con i giovani e le persone con fragilità (ma non esclusivamente).
Dal mio punto di vista è un’occasione per giocare con le maschere quotidiane, divertendosi, facendo amicizia e stravolgendo la monotonia e gli schemi troppo rigidi come strumento di libertà. 

Gagio Edizioni

In cosa consiste dunque “la teoria degli Archetipi” e come si applica a un corso teatrale?

Il concetto di Archetipi è nato con gli antichi greci: arché come idee originarie, quelle che descrivono in modo profondo noi stessi e l’universo; poi sono state usate come pilastri del mito, della narrazione (oggi si direbbe Storytelling).Alla base c’è il racconto ma, facendo teatro, è un racconto poetico, straordinario, emozionante, mitico, che supera le barriere del quotidiano, dell’Io egocentrico per lavorare e sperimentare l’Io collettivo, la relazione che evolve, ricco di possibilità e personalità poliedriche.
In questa dimensione aperta al nuovo, all’improvvisazione, si va a conoscere la dimensione archetipica della scena con i 12 Archetipi nei quali ci rispecchiamo da sempre, attraverso le storie dei classici che influenzano il nostro vissuto e viceversa. 
Sono esercizi di meraviglia, ricordando che anche noi siamo unici soggetti di uno spettacolo che si chiama vita.
Anche le emozioni sono archetipi, maschere che raccontano l’invisibile dei nostri stati d’animo che danzano attraverso azioni e parole (la Danza della realtà, diceva Jodorowski). L’archetipo sta quindi dentro l’essenza dell’interpretazione, dietro Romeo e Giulietta, Gandalf e Frodo, Otello e Desdemona, Arlecchino, Atreyu o il Mago di Oz, aiutano a capire le parti che rendono uniche le storie e memorabili i personaggi.

Il teatro, nella vostra sede sul Lungotevere Portuense, ha un ruolo importante tanto che avete pensato di rivolgervi anche ai ragazzi con corsi specifici. Cosa cambia rispetto ai corsi per adulti?

Le differenze sono minime, nel corso per ragazzi, si dà più spazio al gioco e si fa riferimento agli Archetipi moderni che richiamano alla crescita, alle fasi di cambiamento, di scoperta, ma sono in realtà funzionali anche al lavoro con gli adulti. Il Bambino, il Burlone, il Mago, l’Esploratore, in funzione teatrale sono risorse ricchissime per dare forza al valore della diversità, del rispetto e della curiosità. Si trovano poi strumenti utili anche fuori dal palcoscenico. L’immaginazione e la spontaneità sono sottovalutati, ma lo diceva anche Einstein che sono tra le virtù più importanti.

Gagio Edizioni
Gabriel Pavesi e Silvia Di Patrizi

A suo parere quali sono le difficoltà maggiori che oggi incontra il mondo del teatro?

Non si può parlare di teatro come mondo unitario, perché è fatto di diverse realtà.
Nella suddivisione di Eugenio Barba, c’è ancora un primo, un secondo e un terzo Teatro. È una realtà vincolata alla burocrazia e al management il primo, che tende all’auto-conservazione, ma dove si trovano attori e registi incredibili. È più vivace e fantasioso il secondo (le avanguardie, almeno quel che ne è rimasto), ma forse troppo elitario e artistoide; mentre il terzo, ovvero il teatro di gruppo e informale, può essere ancora un servizio pubblico, un grande cantastorie che lavora dal basso, ma lotta sempre per la sopravvivenza, ahinoi.

Siete soddisfatti della Gagio Edizioni? Che progetti avete per la nuova stagione editoriale?

La soddisfazione arriva dal pubblicare e lavorare con racconti di autori e di artisti che ci piacciono e ci appassionano. Quest’autunno usciranno diversi titoli che presenteremo alla Fiera Più libri Più liberi di Roma. Segreti artigiani, una guida sulle antiche botteghe romane; Ciò che vive nel buio, thriller horror illustrato ambientato nel Parco della Caffarella; Azteka; una graphic novel fanta-storica impressionante, oltre agli albi per bambini ricchi di disegni originali e storie educative.
È difficile fare questo lavoro perché la concorrenza e le novità spesso sono osteggiate in Italia. È necessario il sostegno dei lettori/lettrici e dei librai e delle libraie più curiosi che non si accontentano dei soliti libri.

Per chi volesse avvicinarsi a questa interessante disciplina, riportiamo di seguito i recapiti:

TEATRO DEGLI ARCHETIPI (per adulti, di gruppo o individuale)
L’Attore Esploratore – oltre i propri confini
Prove aperte dal 21 Ottobre, tutti i martedì dalle 19:00 alle 21:00
Iscrizioni aperte fino Novembre 2025

TEATRO PER RAGAZZI
Cine-teatro in Movimento – il Viaggio dell’eroe
Prove aperte dal 21 Ottobre tutti i martedì dalle 17:00 alle 18.30

TEATROTERAPIA (di gruppo e individuale)
Prove aperte dal 24 Ottobre dalle 9:30 alle 16 (3 gruppi)

Info e prenotazione prove gratuite:
Whatsapp: 335 8154611 
E-mail: campodellearti@gmail.com

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