Rewind | Storia di un Matrimonio. Teatrale rappresentazione di un divorzio
Il film del 2019 di Noah Baumbach, con Scarlett Johansson, Adam Driver e Laura Dern che “mette in scena” l’amore, la separazione e le battaglie legali
Ci sono pellicole recenti che meritano non solo la visione, ma il recupero per chi le avesse mancate. Un consiglio in questo caso arriva dagli Oscar: scrutando infatti tra le candidature, uno dei titoli che vi consigliamo è Storia di un Matrimonio di Noah Baumbach, disponibile su Netflix.
Il film con Scarlett Johansson e Adam Driver, uscito lo scorso anno, ha visto infatti trionfare Laura Dern come migliore attrice non protagonista agli ultimi Academy Award.
Storia di un matrimonio vede Nicole e Charlie affrontare il loro divorzio e rivolgersi agli avvocati per contendersi la custodia del figlio. Precisiamo subito che le possibili similitudini con Kramer contro Kramer (film del 1979 diretto da Robert Benton, con Maryl Streep e Dustin Hoffman) sono solo apparenti, poiché Noah Baumbach vuole rappresentare il lato più empatico – ammesso che esista – di un divorzio: quello in cui ci si rifiuta di sottrarsi a giochi di potere dei tribunali e degli avvocati, cercando di trovare un accordo lontano da loro. Ma andiamo con ordine.
Charlie (Adam Driver)è un regista teatrale che si appresta a debuttare a Broadway con il suo spettacolo. Nicole (Scarlett Johansson), sua moglie, è la protagonista delle sue rappresentazioni ed è stata scoperta e lanciata da lui. I due hanno un figlio, Henry, che ha iniziato da poco ad andare a scuola.
Il teatro è, quindi, un elemento molto presente all’interno del film e lo diventa ancora di più se si va ad analizzarne la struttura. Storia di un matrimonio è, infatti, diviso in diversi atti scanditi da fondali scuri e salti temporali di diversi giorni. La quasi totalità delle scene è girata all’interno di una stanza dai colori neutri, spesso pastello, che rappresenta il salotto di casa, una camera da letto o lo studio di un avvocato più o meno costoso. Questa impostazione scenografica proietta automaticamente i personaggi in primo piano, come fossero attori teatrali colti sul palcoscenico.
L’intera scena, se non addirittura tutto il film, è contraddistinta da lunghi scambi di battute, in cui la macchina da presa non smette di riprendere neanche quando gli interpreti cambiano stanza o si muovono al suo interno. Il risultato è un lungo piano sequenza in cui i personaggi occupano completamente lo spazio ambientale.
Se questo impianto narrativo ed estetico risulta non solo possibile, ma addirittura apprezzabile, è grazie alla straordinaria performance di Adam Driver e Scarlett Johansson. I due attori reggono scene dal coefficiente di difficoltà altissimo, in cui si hanno dialoghi molto lunghi e ricchi di ampie e rapide alternanze emotive.
E per ottenere l’effetto voluto da Noah Baumbach, bisogna saper controllare al meglio i propri stati d’animo, poiché la mancanza di “stacchi” che arricchiscono il montaggio non perdona; saper piangere al momento giusto, arrabbiarsi e poi subito commuoversi: insomma, bisogna essere perfetti e loro lo sono stati.
Se il nome di Scarlett Johansson era già nell’olimpo holliwoodiano, quello di Adam Driver vi ci entra di diritto. E azzardiamo, a tal proposito, una piccola parentesi: solo un grande Joaquin Phoenix poteva privare l’attore californiano della più ambita delle statuette nella notte degli Oscar.
Ma, tornando al film, c’è un altro aspetto primario che vogliamo sottolineare: il peso delle parole e l’importanza che gli viene data. Alcune frasi dette di sfuggita o per scherzo, si rivelano armi affilatissime in mano agli avvocati durante le loro battaglie dialettiche. Legali che svelano il proprio lato apatico di fronte alle vicende di Charlie e Nicole e che sono interessati solo alle proprie parcelle e percentuali sulla vittoria della causa. Il tribunale diventa, così, il teatro di questi scontri dove non conta chi ha ragione e chi no, ma solo battere e umiliare l’avversario. Un avversario che prima viveva sotto lo stesso tetto. E questo aspetto si manifesta anche nella diversa percezione che Nicole e Charlie hanno di loro stessi: l’inizio del film vede un piccolo prologo in cui i due si descrivono l’un l’altro, esprimendo reciproci aspetti positivi e negativi, sentimenti e mancanze. Quelle stesse parole che, minuto dopo minuto, troveranno conferme e smentite, a seconda dei loro comportamenti e delle loro scelte.
Storia di un matrimonio
Scritto e diretto da Noah Baumbach
con Scarlett Johansson, Adam Driver, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta, Azhy Robertson
Produzione: Heady Films
Distribuito da: Netflix
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