La città proibita. Roma e lo spettacolo del kung fu

In sala dal 13 marzo, l’ultimo film di Gabriele Mainetti unisce l’esotico alla capitale strizzando l’occhio a Bruce Lee e Quentin Tarantino. Risultato? Uno spettacolo pirotecnico con qualche difetto narrativo
Ritorna nei cinema la ricetta tipica di Gabriele Mainetti: l’unione tra l’esotico e Roma.
Con La città proibita, in sala dal 13 marzo, il mix è più orientale che mai, per una Roma accoppiata all’universo cinese, e, nello specifico, a quello del kung fu.
Si preannuncia un lavoro con al centro un amalgama di stili che plasmano la storia di Mei (Yaxi Liu), una giovane e superba lottatrice di arti marziali, impegnata in un lungo viaggio dalla Cina alla capitale nostrana per rintracciare sua sorella. Quest’ultima, emigrata nel Belpaese, si è trovata stretta nel vortice dello sfruttamento di esseri umani della mafia cinese.

Il destino di Mei si legherà a quello del compassato cuoco romano Marcello (Enrico Borello), il cui padre Alfredo (Luca Zingaretti) ha lasciato la famiglia proprio per essersi innamorato della sorella dispersa.
I due si ritroveranno a fronteggiare il sottobosco dei malaffari della comunità cinese e di quella romana – rappresentata dall’ambiguo Annibale (Marco Giallini) -, e Mei farà sfoggio della sua fenomenale abilità nel combattimento.
Impossibile non notare la spiccata competenza e l’ardente passione per un tipo di cinema che un tempo appassionava molto gli italiani: quello dei film di azione d’arti marziali di Bruce Lee. Non a caso, infatti, sono visibili rimandi a L’urlo di Chen terrorizza l’occidente, e rimembranze al Kill Bill di Quentin Tarantino.
Indubbiamente c’è una gran voglia da parte del regista di recuperare il genere piazzando i canonici combattimenti divisi tra duelli all’ultimo sangue e l’uno contro tutti. Ma allo stesso tempo, Mainetti pensa anche di restituire una Roma specchio della sua storia, delle sue tradizioni e del suo lato esotico. E lo fa mostrando le classiche immagini da cartolina del centro storico, accostandole al quartiere Esquilino, centro multiculturale per eccellenza.

Non manca nemmeno la narrazione della convivenza tra questi due mondi.
Da una parte si racconta attraverso chi condivide gli stessi spazi con gli immigrati, in amicizia e in solidarietà – come Marcello e sua madre Lorena (interpretata da una dolente e affascinante Sabrina Ferilli). Dall’altra, c’è il punto di vista di coloro che questa condivisione la vivono con intolleranza e astio, come fa lo strozzino Annibale.
Quest’ultimo, come capita sempre nei film di Mainetti, è un cattivo strabordante che ruba quasi sempre la scena a tutti e nasce da una scrittura ben più dettagliata rispetto agli altri personaggi. Ma il merito di questa profondità caratteriale è da ricercare anche nella prova interpretativa di Marco Giallini che impreziosisce di molto la qualità della pellicola.

Parlando di valore estetico del film, La città proibita offre un pirotecnico e ben diretto spettacolo d’intrattenimento, le cui scene di combattimento kung fu sono il fiore all’occhiello.
Le oltre due ore di proiezione scorrono offrendo bei momenti di palpitazione. Tuttavia, se si cerca anche una storia coinvolgente e originale, beh, quella non si trova. La sceneggiatura manca di solidità e presenta forzature e spaccature di trama non indifferenti; alla quale si aggiunge anche una fin troppo abbozzata caratterizzazione dei personaggi – Annibale escluso.

Le prove recitative sono notevoli, con una menzione particolare per la protagonista Yaxi Liu, al suo vero e proprio primo ruolo dopo una lunga esperienza di stunt woman (ben ravvisabile nelle sapienti coreografie dei combattimenti del suo personaggio).
La città proibita si mantiene così in equilibrio tra i difetti narrativi, un vertiginoso spettacolo di arti marziali e le atmosfere della cultura cinese (cucina, abbigliamento, filosofia) miste a quelle romane.
Dunque, se si vuole vedere un più che discreto esempio di cinema di genere, questo lavoro di Mainetti di certo non deluderà.
LA CITTÀ PROIBITA
Regia: Gabriele Mainetti
Sceneggiatura: Davide Serino, Gabriele Mainetti, Stefano Bises
con Chunyu Shanshan, Enrico Borello, Luca Zingaretti, Marco Giallini, Sabrina Ferilli, Yaxi Liu
Produzione: Goon Films, Piper Film, Wildside
Distribuito da: Piper Film