I tuttofare. Anatomia del “lavoro sporco”

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Tra riscatto sociale e cambi generazionale, il film della spagnola Neus Ballús racconta la vita professionale di tre idraulici con un azzeccato mix tra commedia, documentario e finzione

Un sapiente amalgama tra documentario e fiction. I tuttofare di Neus Ballús (in sala dal 9 giugno 2022) segue le vicende di una piccola ditta di riparazioni catalana specializzata nell’idraulica, con protagonisti Valero (Valero Escolar), lo scontroso e pieno di pregiudizi marito della titolare; Pep (Pep Sarrà), vecchio compare di Valero vicino alla pensione, nostalgico dei metodi di lavoro di una volta e in perenne contrasto con quelli moderni più tecnologici; Moha (Mohamed Mellali), apprendista timido e pacato che farà i conti con i ripetuti attacchi di Valero affinché non superi il periodo di prova e non sostituisca Pep. 

“I tuttofare”. Regia Neus Ballús

Ma la docu-fiction si appresta a raccontare ben di più di beghe tra colleghi idraulici. Difatti, la narrazione, circoscritta nell’arco temporale della settimana di prova di Moha, ci porta a conoscere anche lo strambo mondo della clientela della piccola ditta Losilla che racchiude differenze di ceti sociali ed età. Un mondo fatto da vigorosi centenari che dispensano consigli alimentari su come tenersi in forma in età avanzata, fotografe di moda che bloccano il lavoro dei riparatori per scattare delle foto, e psicologi new age che approfittano delle pause per fare terapia di coppia a Valero e Moha. 
Seppur si veda parecchio del mondo esterno con cui hanno a che fare i nostri protagonisti, il punto nevralgico del film è il rapporto tra Valero e Moha. Il primo denota una forte propensione ai preconcetti e una completa sfiducia in tutto ciò che non conosce, senza contare il tempo trascorso a dire cose inopportune. E non è un caso se in quella ditta tutti i candidati venuti prima di Moha sono stati cacciati: Valero non riesce a lavorare con altre persone oltre il paziente Pep, il quale, semplicemente, si limita ad accettarlo così com’è.

“I tuttofare”. Regia Neus Ballús

Dall’altra parte c’è Moha, giovane emigrato che vede questo lavoro come un’occasione di riscatto sociale e di allontanamento dalla sua condizione di esistenza misera. Vive in una piccola stanza e condivide l’appartamento con i suoi ignoranti e pigri compaesani che mal sopporta e dai quali vorrebbe allontanasi per integrarsi maggiormente nella regione spagnola. Per questo tollera in silenzio tutte le ingiurie che riceve da Valero; per questo “subisce” – anche per una eccessiva remissività – le eccessive libertà che si prendono i clienti con lui senza mai risponde scortesemente. Quanto a Pep, siamo davanti a un personaggio utilizzato per raccontare il cambio generazionale che si ritrae anche l’habitat professionale dei giorni nostri: tutto puntato tutto sulla fretta e sul solo obiettivo di fare soldi. Si tralascia la cura, il che dà vita a strutture di pessima qualità sulle quali devono intervenire i nostri tuttofare con il “lavoro sporco” per sistemare i danni (facendo anche perdere le staffe a Pep, che detesta i lavori non fatti male).

I tuttofare, in generale, risulta una commedia più che gradevole dotata di scene molto divertenti in cui sarà ben difficile non avere empatia e simpatia per i personaggi principali. Si deve lodare in particolare la disponibilità e il coraggio dei tre interpreti che non sono attori protagonisti ma veri idraulici, il cui compito di trasportare così realisticamente, in un film, la loro spontaneità non è per niente facile. Una tale naturalezza documenta con efficacia le sfumature di una categoria di lavoratori spesso ignorata da molti, cinema in primis. Proprio il cinema, ci sentiamo di dire, dovrebbe raccontare più spesso, e meglio, questa sfaccettata tipologia di professione.

I TUTTOFARE

Una commedia di Neus Ballús
Sceneggiatura: Neus Ballús, Margarita Melgar

con Mohamend Mellali, Valero Escolar, Pep Sarrà

Produzione: Miriam Porté
Distribuito da: Academy Two