Notte delle candele. Luci, suoni e magie dal borgo
Sedicesima edizione per l’evento che, lo scorso 31 agosto, ha acceso Vallerano, paese medievale nel viterbese, con oltre centomila lumini. E poi: degustazioni, musica, spettacoli dal vivo, proiezioni e racconti dedicati alle favole
Un gran botto nel cielo dà il tanto atteso segnale. Sono le otto di sera e tutt’attorno si comincia ad accendere la lunghissima sequenza di candele: le piccole, a disegnare i bordi delle strade (perfino quelli delle più remote viuzze), e le più grandi e colorate a formare immagini, incorniciare composizioni artistiche, illuminare quadri e illustrazioni apposti lungo i muri delle case.
Siamo a Vallerano, delizioso borgo medievale in provincia di Viterbo, e il calendario segna il 31 agosto. Sta per cominciare la Notte delle candele, suggestivo e riuscitissimo evento che giunge alla sua sedicesima edizione.
Fra le case della Tuscia, annidate sul Monte Cimino, oltre all’accensione di più di centomila lumini (un’infinità!) sparsi per stradine, balconi, piazze, giardini, scale e finestre, c’è l’occasione di assaporare cibi della zona, degustare vini, ascoltare musica dal vivo di ogni genere e seguire spettacoli teatrali. Una vera e propria immersione in un’atmosfera culturale a tutto tondo, perfetta per una serata di fine estate dai toni fiabeschi.
Non a caso, quest’anno il tema conduttore delle installazioni luminose è proprio il mondo delle favole. Per il titolo, “C’era una volta”, nei piccoli e graziosi giardini si celebrano Biancaneve, Cappuccetto Rosso e Pinocchio (le cui illustrazioni sono sparse nelle diverse passeggiate). Poi, dietro ogni angolo, a sorpresa compaiono Alice nel Paese delle Meraviglie, Cenerentola, La bella addormentata nel bosco, mentre sui muri e sulle facciate delle chiese scorrono le immagini dei classici d’animazione Disney.
Vallerano offre dunque un impatto scenico bellissimo ai tantissimi visitatori che, meravigliati, camminano tra le abitazioni, molte di esse quasi immutate dal Medio Evo. Breve parentesi: nell’epoca medievale il borgo fu costantemente al centro delle attenzioni di potenti famiglie – tra le quali gli Orsini -; poi, una volta divenuto parte dello Stato della Chiesa, venne affidato ai Borgia e in seguito ai Farnese (il cui stemma gigliato costella ancora molti dei suoi archi ed edifici). Un luogo ricco di storia, insomma, che lungi dal guardare solo al passato, sa ancora reinventarsi.
Ma torniamo a noi. La Notte delle candele nasce – quasi per scherzo – da un’intuizione di Maurizio Gregori, musicista e artista, intento a trovare una conclusione originale per il festival de Le piccole serenate notturne: manifestazione musicale che, ormai da ventiquattro edizioni, allieta le settimane agostane di Vallerano. «Abbiamo illuminato con appena duemila candele Piazza dell’Oratorio – ricorda divertito Gregori – dove, da sempre, si svolgevano i concerti del festival. È stato da subito un successo e tutti si aspettavano una seconda edizione. L’abbiamo fatta passando a cinquemila candele. A quel punto non ci siamo più fermati. Ogni anno il numero di candele aumentava e, intanto, ci allargavamo a tutto il centro storico».
Sicuramente lo sforzo è tanto, vista la vastità degli allestimenti e dell’area coperta: «Ma la soddisfazione dal punto di vista artistico è notevole – continua Gregori -. Il Comune di Vallerano è felice di come l’evento, adesso famoso in tutta Italia, sia diventato un forte richiamo per il turismo».
Una notorietà che ha portato altre città dello stivale (e non solo, vedi Andorra) a organizzare manifestazioni molto simili, tanto da dover proteggere la Notte delle candele con un copyright.
Il clima di festa e l’entusiasmo che si diffonde è condiviso non solo dagli addetti ai lavori, ma dall’intera cittadinanza che partecipa attivamente alla festa, curando e ideando le coreografie dalle più grandi alle più piccole, abbellendo e decorando in modo estroso i propri balconi e le porte di casa.
La Notte delle candele è in sostanza un catalizzatore per gli abitanti di Vallerano ma anche per le associazioni della zona. Ne è un esempio la “Kalipè”, che promuove e valorizza il territorio attraverso azioni e iniziative di turismo rurale, e che quest’anno ha curato l’area dedicata a Pinocchio. E non manca davvero nulla: c’è la casa della Fata dai capelli turchini, la piccola scuola frequentata dal burattino (con il banco vuoto), il laboratorio di Geppetto. «È una festa davvero di tutti – commenta Antonio, membro di “Kalipè” -. Alla realizzazione hanno partecipato, lavorando per giorni, sia gli abitanti che i turisti, gli ospiti del borgo, dalla più giovane che ha diciotto anni alla meno giovane che di anni ne ha novanta».
Alle dieci sera, ormai le candele sono tutte accese, grazie all’infinità di persone che si sono prodigate fin da quel forte botto nel cielo. Già da un’ora l’illuminazione elettrica del paese è completamente spenta, lasciando così alla miriade di fiammelle il compito di rischiarare la notte.
È uno spettacolo che regala un’atmosfera unica e suggestiva, e il flusso di visitatori non accenna a fermarsi tanto che, a dire il vero, a un certo punto diventa assai difficile procedere.
Lo stesso Maurizio Gregori ci spiega che da qualche tempo, per motivi di sicurezza, è stato pensato di stabilire entrate limitate: non più di diecimila persone possono accedere contemporaneamente.
Intanto, nel centro storico, gli strumenti indiani, iraniani e armeni dell’Avartan Ensemble, accompagnano i passanti verso le vie e le piazze abitate dai tanti concerti. Si riconosce anche un monologo ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie mentre, più avanti, i Radio Marlene cantano i migliori successi della canzone d’autore italiana.
Sullo sfondo, un’enorme animazione proiettata sulle antiche case di Vallerano racconta la Notte delle candele come fosse una fiaba. Una fiaba che ci ha totalmente conquistato e che senza dubbio ci vedrà tornare anche il prossimo anno.
LA NOTTE DELLE CANDELE XVI
C’era una volta.
100.000 candele
Vallerano (VT)
31 agosto 2024