Il sigillo del cielo. Mistero macabro tra religione e mistery thriller 

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Nel nuovo romanzo di Glenn Cooper, uno stile incalzante e attento per una pericolosa “caccia al tesoro” tra epoche, luoghi e personaggi diversi

Glenn Cooper, scrittore statunitense di fama mondiale, produttore cinematografico e sceneggiatore, con un passato di studi archeologici, è autore de Il sigillo del cielo, pubblicato da Editrice Nord, che occupa i primi posti in classifica dallo scorso giugno. Un libro che esprime da subito lo stile narrativo incalzante e mai monotono, unito a una seria attenzione per la descrizione dettagliata dei personaggi e della loro vita quotidiana.

Dopo il successo della Quadrilogia della biblioteca, con Il sigillo del cielo Cooper ritorna all’atmosfera esoterica degli esordi e della trilogia di Dannati, in un mistery thriller religioso e storico che suddivide la struttura narrativa in tre diversi livelli di luoghi ed epoche.
Si comincia da Mosul, nel 1095: un uomo di fede, Daniel Bosudi, possiede un dono che, oltre ad andare contro i suoi interessi, è costretto a tenere debitamente segreto. Da Mosul ci spostiamo all’Iraq del 1989: Hiram Donovan ha dedicato vita e anima alla ricerca archeologica. Il ritrovamento di una strana pietra mina improvvisamente tutte le sue credenze e certezze. Infrangendo la legge e i suoi stessi principi morali, Hiram spedisce la pietra alla moglie, in America. Sarà l’ultima cosa che farà prima di morire.
Nella New York dei giorni nostri, infine, Cal Dovan è l’idolo del dipartimento di Storia delle religioni dell’Università di Harvard, esperto di storia della Chiesa, amico personale del Papa, bello, ricco, amante dell’alcool e delle belle donne. Cal riceve, all’improvviso, la notizia che sua madre è stata uccisa: sembrerebbe un furto andato male, ma in casa non manca nulla nonostante ogni stanza sia stata messa a soqquadro. Nella sua personale indagine domestica, il giovane professore trova una scatola di scarpe contente una pietra inviata dal padre trent’anni prima da uno scavo in Iraq.

Era un disco perfettamente piatto e rotondo, di circa dieci centimetri di diametro e di un centimetro di spessore, che presentava un bordo liscio e levigato. Chiunque avesse estratto quel disco da un blocco di ossidiana molto più grande doveva essere stato un vero artista

La pietra diventa così centro di gravità attorno al quale girano queste e altre storie, altre personalità (compreso un matematico, geografo, astronomo, astrologo e alchimista inglese vissuto fra il 1500 e il 1600): una vera o propria ossessione che ha tormentato avventurieri e imperatori, portatrice di un segreto per cui hanno dato la vita santi e ciarlatani: una minaccia che deve restare sepolta, per il bene del mondo.
E la pietra è anche il collante tra i vari livelli narrativi in cui il libro è suddiviso: tre luoghi, tre spazi, tre personaggi maschili apparentemente distanti eppure uniti dallo stesso sangue e dallo stesso destino finalizzato a uno scopo superiore.
Con Il sigillo del cielo Glenn Cooper ritorna alle origini interrogandosi, tra le maglie della trama romanzesca, sul rapporto tra fede e scienza, destino singolo e collettivo. Temi complessi che l’autore riesce a trattare attraverso molteplici punti di vista – anche opposti – catturando e mantenendo l’attenzione del lettore fino in fondo.