Shoshana. Amore, politica e morte in Terra Santa

Dal 27 giugno in sala, l’opera che Michael Winterbottom voleva portare al cinema dieci anni fa: l’eterno scontro tra arabi ed ebrei che spazza via ideali, affetti e futuro

Nella Palestina occupata dall’Impero Britannico, aumentano costantemente le tensioni fra la popolazione araba e il sempre crescente numero di coloni ebrei.
È la fine degli anni Trenta del ventesimo secolo, la seconda guerra mondiale si avvicina a grandi passi. In uno scenario così teso, Shoshana Borochov (Irina Starshenbaum) si trova al centro di una dilaniante lotta per la terra palestinese. Non è una donna qualsiasi: è la figlia di Ber Borochov, uno dei padri fondatori del sionismo socialista, un uomo di ampie visioni che ha sempre creduto in un paese in cui ebrei e arabi potessero collaborare, vivere e prosperare assieme.

“Shoshana”. Regia Michael Winterbottom

Per tale motivo, Shoshana non può avere in simpatia il potere coloniale britannico che impedisce ai popoli della Palestina di decidere il loro futuro. Nonostante questo, inizia una relazione sentimentale con un poliziotto inglese, Thomas James Wilkin (Douglas Booth), un ottimo agente che, affascinato dalla cultura ebraica, ne impara lingua, usi e costumi, tanto da arrivare a comprendere i complessi equilibri esistenti fra i movimenti politici che sono sorti nel paese.

Il suo desiderio di giustizia lo porta a essere più duro nei confronti del sanguinario gruppo terroristico Irgun, guidato dal carismatico Avraham Stern (Aury Alby), e più tollerante quando è il momento di trattare con le formazioni paramilitari sioniste dell’Haganah – di cui, in realtà, fa parte la stessa Shoshana.

Quando la cosiddetta “Gang di Stern” alza il tiro, massacrando civili arabi e assassinando funzionari britannici, giunge a Tel Aviv il sovrintendente Geoffrey Morton (Harry Melling), dai modi più brutali e dalle idee ben più inflessibili di quelle di Tom: dal suo punto di visto Irgun e Haganah sono la stessa cosa, entrambi armati ed entrambi illegali.

“Shoshana”. Regia Michael Winterbottom

In questo drammatico frangente, la relazione sentimentale in cui si trova Shoshana comincia a risentire dei contraccolpi inferti dalla politica e dalle inimicizie. È difficile riuscire a portare avanti la storia con Tom quando entrambi vengono visti con sospetto dai rispettivi connazionali. Bisogna scegliere da che parte stare e, al contempo, cercare di non lacerare il cuore diviso fra l’amore e gli ideali più profondi.
Ma l’eterno conflitto in Terra Santa può spazzare via entrambe le cose.

Esce finalmente sui nostri schermi, il 27 giugno, l’opera di Michael Winterbottom presentato quasi un anno fa al Toronto Film Festival.
Una vicenda che il regista inglese desiderava portare al cinema da più di dieci anni e che, senza volere, arriva in un momento internazionale particolarmente tragico. Pur se romanzate (e non era possibile fare diversamente) le circostanze in cui i personaggi di Shoshana e Thomas intrecciano i loro destini, conducono gli spettatori ad inevitabili riflessioni.
Il taglio a tratti documentaristico, infatti, ci immerge in un contesto di tensioni, odio e vendette che affonda lontano le sue radici, ma che vede inesorabilmente arabi contro ebrei, ebrei contro altri ebrei e britannici contro tutti.

Si tende solitamente a ignorare cosa sia stata la storia d’Israele prima della sua proclamazione da parte dell’Onu, il 14 maggio 1948: ma il sangue sparso da quell’istante in poi, come vediamo, si va ad aggiungere ad altro sangue di innocenti che già soffrivano a causa della lotta armata.
È un film che sa narrare adeguatamente ognuna delle sue parti, quella romantica e quella politica e investigativa. E pur non indugiando inutilmente sui dettagli più crudi, non fa sconti nel rappresentare una società percorsa da scontri feroci e da atti impietosi.

“Shoshana”. Regia Michael Winterbottom

La sceneggiatura, intelligentemente, non prende le parti di nessuno, se non quelle dei protagonisti, schiacciati dalle macchinazioni altrui, oppressi dalla crudeltà degli eventi e incapaci, pur desiderandolo, di trovare la serenità. A farla da padrone sembra esserci solo l’ineluttabilità della violenza.
Il rammarico di Shoshana che emerge pian piano è quello, probabilmente, di un popolo intero: è l’amara constatazione di avere ideali elevati, di aver sognato un futuro radioso, ma di ritrovarsi invece a tirare spietatamente il grilletto di una mitragliatrice. 

SHOSHANA

Regia: Michael Winterbottom
Sceneggiatura: Michael Winterbottom, Laurence Coriat, Paul Viragh

con Irina Starshenbaum, Douglas Booth, Harry Melling, Aury Alby

Produzione: Revolution Films, Bartlebyfilm
Distribuito da: Vision Distribution

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