Marcello mio. Un’occasione mancata per esplorare i lati oscuri dell’identità
Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve protagoniste di un viaggio nell’eredità artistica di Marcello. Un esperimento audace che,però, non convince. In sala dal 23 maggio
Marcello mio, di Christophe Honoré, prodotto da Les Films Pelléas e distribuito da Lucky Red, si propone come un audace esperimento cinematografico: un viaggio intimo di Chiara Mastroianni nella complessa eredità dei suoi celebri genitori, Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve.
Presentato in concorso al Festival di Cannes 2024, il film ha un’idea intrigante alla base: Chiara decide di “diventare” il padre per qualche giorno, sperando che questa trasformazione l’aiuti a definire la propria identità, schiacciata dal peso di quella dei genitori.
La premessa è promettente, ma purtroppo il film non riesce a mantenere le aspettative.
Chiara Mastroianni offre una performance certamente notevole, riuscendo a incarnare il padre con sorprendente somiglianza fisica e una naturalezza che rivela una profonda e viscerale simbiosi. Tuttavia, il film non sfrutta appieno il potenziale emotivo e tematico di questa trasformazione.
Uno dei punti più critici del film è la sceneggiatura, curata dallo stesso Honoré, che si dimostra lacunosa e disomogenea, incapace di esplorare a fondo le tematiche affrontate. Un esempio emblematico è il dialogo tra Chiara e il personaggio interpretato da Fabrice Luchini, che solleva una riflessione intrigante: l’identità può diventare una gabbia pericolosa per chi possiede una personalità ricca e sfaccettata.
Questo tema, che avrebbe potuto essere il cuore pulsante del film, viene però appena accennato e lasciato cadere senza sviluppo. L’occasione di approfondire le tensioni e i conflitti interni di Chiara, oppressa dal peso delle aspettative e delle identità dei suoi genitori, viene completamente sprecata. Invece di offrire un’analisi incisiva e coinvolgente, il film si limita a una superficie scintillante ma vuota.
Le relazioni familiari, come quella con l’ex compagno, interpretato da Benjamin Biolay, sono appena accennate, senza offrire alcuna profondità. La presenza di Catherine Deneuve, seppur ironica in scene memorabili come quella del polpo e quella della riproposizione del claim storico “je suis Catherine Deneuve”, appare limitata a poche scene senza emergere.
Non viene ad esempio in alcun modo approfondito il rapporto di Catherine con Chiara, né come figlia, né come artista. Altri personaggi sono ridotti a semplici macchiette, come il soldatino inglese che compare a casaccio senza spiegazioni. Alcune scene poi, come quelle cantate o il finale al mare, risultano ridicole e fuori luogo, mentre la sequenza della trasmissione televisiva con una poco convinta Stefania Sandrelli raggiunge vette di trash imbarazzante.
L’unica nota positiva è la performance di Fabrice Luchini, che riesce a dare spessore e umanità al suo personaggio, esprimendo un desiderio sincero e commovente di conoscere l’uomo dietro la maschera del divo. Tuttavia, questo non basta a salvare un film che manca di coesione e incisività.
La regia di Honoré, pur creando alcune atmosfere suggestive, si perde in eccessi di metacinema e presunzione, dissipando le emozioni costruite nella prima parte del film. A un certo punto, la pellicola inizia a dilungarsi inutilmente, estendendosi per un’eccessiva durata di due ore senza aggiungere nulla di significativo. Anche la colonna sonora, pur composta da scelte eccellenti, non riesce a salvare un’opera priva di sostanza e coerenza narrativa.
Marcello mio è quindi un’occasione mancata per esplorare in modo significativo il tema dell’identità.
Il film non offre nulla di nuovo o interessante a chi conosce già Chiara e Marcello Mastroianni, e lascia confusi coloro che si avvicinano per la prima volta alla loro storia. Un’opera che, pur partendo da buone intenzioni, finisce per sminuire l’eredità artistica di una delle più grandi icone del cinema internazionale.
Richiamando per un attimo il fantasma di Marcello, ma facendolo invano, il film non riesce a rendere nulla della sua memoria, finendo col riportarne solo mossette e vezzi. Inoltre, non fa conoscere nulla di più di Chiara, non consentendo allo spettatore di andare oltre la maschera che decide di indossare. Rivedere per qualche attimo Marcello sul viso di Chiara non basta a lasciare nulla allo spettatore se non qualche momento di condiviso e malinconico affetto verso quel grandissimo artista che è stato Marcello Mastroianni.
MARCELLO MIO
un film di Christophe Honoré
con Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Fabrice Luchini, Nicole Garcia, Benjamin Biolay, Melvil Poupaud, Hugh Skinner, e con la partecipazione di Stefania Sandrelli
Produzione: Les Films Pelleas, in coproduzione con Bibi Film e Lucky Red, con Rai Cinema
Distribuito da: Lucky Red