La Fossa delle Marianne. Se il dolore interrompe la vita

Il road movie scritto e diretto da Eileen Byrne è un viaggio tra i sensi di colpa, la rassegnazione e brutali spinte per tornare a vivere
Senza più la voglia di vivere con gioia, Paula (Luna Wedler) è una ragazza tedesca che trascorre la sua esistenza tormentata dalla morte del proprio fratello minore Tim (Willie Vonnemann), che ancora vede spesso apparire accanto a sé. Incapace di reagire, medita di ritentare il suicidio.
Durante una visita al cimitero, incontra per caso l’anziano Helmut (Edgar Selge) che la convince ad aiutarlo a trafugare l’urna con le ceneri della sua defunta moglie.
I due iniziano così a formare una strana coppia in viaggio verso sud: l’una diretta a Trieste, luogo in cui è annegato anni prima il fratellino; l’altro deciso ad arrivare in Alto Adige, per sotterrare lì i resti della consorte ed esaudirne un’estrema volontà.
Paula ed Helmut, entrambi tormentati dai sensi di colpa, perseguitati dai lutti, poco a poco cominciano sorprendentemente a trovare nella loro avventura i motivi per desiderare di andare avanti e riassaporare la vita.

Premiato al San Diego International Film Festival come miglior opera d’esordio, e presentato in Italia a chiusura del Bolzano Film Festival 2025, questa pellicola diretta e sceneggiata da Eileen Byrne è ispirata all’omonimo romanzo di Jasmin Schreiber (autrice che, come la protagonista della storia, è biologa marina), grande successo editoriale in Germania.
Un road movie europeo, in cui l’elaborazione del dolore è l’elemento narrativo centrale, equiparato (in modo decisamente palese) a un autentico abisso dell’anima: quella insondabile, buia e perfino aliena “Fossa delle Marianne” della quale non si vede il fondo e dalla quale è impossibile risalire.
Nonostante questo, Paula ed Helmut, finalmente capaci di parlare con qualcuno che possa realmente capire la profondità del loro malessere, riescono a confidarsi, diventando, l’uno per l’altra, terapeuti, sproni, necessariamente brutali, tramite i quali cercare di tornare a sorridere. Anzi, di riprendere a desiderare davvero di voler vivere quanto gli rimane.
Paula ha tutta la vita davanti a sé, Helmut è al tramonto. Ma è necessario capire che giungere con serenità alla fine dei propri giorni è importante quanto il modo in cui ci si è arrivati.

Dunque un viaggio sulle strade, tra boschi e laghi, che è anche metafora di un viaggio esistenziale: un concetto alla base di moltissimi titoli di questo genere e che qui viene utilizzato con un approccio scoperto, lineare, senza nessuna sorpresa (inclusi le prime diffidenze e l’inevitabile, forte litigio prima della riconciliazione finale).
Nonostante alcuni passaggi narrativi piuttosto difficili da accettare come plausibili – come l’epilogo francamente improbabile di un inseguimento da parte della polizia austriaca (ma non è l’unico caso) -, si tratta comunque di una pellicola girata con delicatezza e ben recitata, che cerca di veicolare il proprio messaggio con convinzione, anche se qualche volta fin troppo esplicitamente.
Se si escludono un paio di scivoloni alla ricerca della lacrima facile, rimane un film che sa affrontare una tematica complessa e spinosa con serietà e leggerezza al tempo stesso.
LA FOSSA DELLE MARIANNE
Regia: Eileen Byrne
Sceneggiatura: Eileen Byrne, Jasmin Schreiber
con Luna Wedler, Edgar Selge
Produzione: Samsa Film, Albolina Film, Film AG
Distribuito da: Trent Film