Autobiography. Il valore della disobbedienza

Dal 4 aprile al cinema, il film di Makbul Mubarak è il racconto inquietante di una società e un luogo martoriato da anni di dittatura militare

Il giovane Rakib (Kevin Ardilova) è il custode di una villa disabitata in Indonesia. La casa però non è sua, ma del generale Purnawinata (Arswendy Bening Swara) che un giorno, per candidarsi a sindaco della piccola città, vi fa ritorno.
Le loro rispettive famiglie, ormai da generazioni, sono legate da un unico rapporto: quella di Purnawinata, molto influente, è proprietaria della tenuta; quella di Rakib vi lavora come servitù.

Dato che il padre del ragazzo è al momento in prigione, Rakib è solo in casa a fare da assistente al generale: è il suo maggiordomo, è il suo autista, è il suo aiutante.
I modi apparentemente cordiali dell’anziano militare lasciano tuttavia intravedere un carattere ben più ruvido, una personalità inquietante che sa incutere riguardo e timore con la sua semplice presenza. 

Autobiography
“Autobiography – Il ragazzo e il generale”. Regia Makbul Mubarak

Durante un comizio elettorale, uno studente, Agus (Yusuf Mahardika), osa alzare la mano per denunciare un fatto: la costruzione della nuova centrale idroelettrica distruggerà i campi di caffè; quelli che la sua famiglia coltiva da sempre, condannando tutti loro alla rovina. Come risposta ottiene solo derisione: prima dal generale, poi dalla folla. E la sua richiesta viene frettolosamente accantonata. 
Intanto Rakib comincia ad assaporare il piccolo potere che di riflesso sente di avere, essendo il servitore della casa di Purnawinata. Il rapporto tra i due, inoltre, si fa più stretto, a tratti vicino a quello tra padre e figlio. Ma il giovane, attraverso una una drammatica sequenza di avvenimenti e gravi decisioni, capirà presto come l’ego smisurato del generale sia la rappresentanza dell’ipocrita e corrotto sistema sociale in cui vive.

Finalmente in uscita sui nostri schermi il 4 aprile, il film scritto e diretto da Makbul Mubarak ha già fatto parlare di sé: presentato alla 79ma Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti, nel 2022, è stato insignito del Premio “FIPRESCI” della Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica. 

Autobiography
“Autobiography – Il ragazzo e il generale”. Regia Makbul Mubarak

Come lo stesso titolo originale suggerisce (diffidare dall’aggiunta del sottotesto italiano), la pellicola ha un profondo valore autobiografico per il suo autore, qui alla sua opera prima dopo aver già firmato numerosi cortometraggi. 
Mubarak riesce così a parlare sia di sé che del suo Paese: uno sconfinato arcipelago ancora prostrato per i decenni di dittatura militare a opera del generale Suharto. Tanto è vero che la famiglia del regista è stata sempre al servizio del governo, ubbidendo a valori che potevano riassumersi nella fedeltà alla classe politica più che ai cittadini. 

Come Mubarak stesso afferma: «A un certo punto ho iniziato ad avere dei dubbi e a mettere in discussione la dittatura, ma ero nato e cresciuto in un certo tipo di ambiente e dunque non sapevo come approcciare la cosa. Ho studiato politica e lì ho capito che le persone al servizio del dittatore sono le stesse al governo oggi: viviamo ancora nell’ombra di quello che è successo. Il passato non è passato, è ancora qui. L’autobiografia del titolo non è la mia. È l’autobiografia di un Paese, raccontata da questi due personaggi, specchio uno dell’altro, in un gioco di potere continuo».

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“Autobiography – Il ragazzo e il generale”. Regia Makbul Mubarak

La fedeltà di Rakib (e quindi dell’Indonesia), è dunque il fulcro di questa pellicola, ma è una fedeltà che, data inizialmente con entusiasmo e rispetto, viene messa in discussione quando il profilo più oscuro del generale mostra il suo terrificante aspetto. 

La cosa giusta da fare è rimanere vicini al proprio governo? O ribellarsi quando se ne scopre la mostruosità? La pellicola è abilmente girata, in modo tale da mantenerci sempre al fianco del protagonista, con cui entriamo in dolorosa empatia, vivendo i suoi conflittuali stati d’animo. 
Certo, dapprima il modo in cui Rakib guarda Purnawinata è quello di un giovane che, povero e solo, sa di avere improvvisamente vicino un uomo autorevole e potente: ma anche quel tipo di ammirazione, in realtà, è il frutto di una violenza psicologica, di un paternalismo che non accetta compromessi.

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“Autobiography – Il ragazzo e il generale”. Regia Makbul Mubarak

Le cose vanno bene solo finché egli si sottomette, solo finché non mette in discussione ciò che vede o, peggio ancora, ciò che non vuole vedere. È un crescendo angoscioso, di dubbi che fanno capolino per essere rapidamente rimossi, per poi farsi sempre più pressanti fino a quando non possono più essere ignorati. Le ravvicinate inquadrature con la telecamera a spalla, e l’inevitabile taglio documentaristico che il loro uso imprime alla narrazione, ci conducono in modo viscerale, forzoso, in quella che è una relazione soffocante, da cui sembra impossibile allontanarsi, anche quando si cerca di sfuggire con un piano disperato. 
Scappare o affrontare l’orrore. È un dilemma mortifero che può anche essere una falsa scelta, dove forse si perde in qualsiasi caso. E lo smarrimento nello sguardo di Rakib è lo stesso di un intero paese.

AUTOBIOGRAPHY – IL RAGAZZO E IL GENERALE

Regia:  Makbul Mubarak
Sceneggiatura:  Makbul Mubarak

con  Kevin Ardilova, Arswendy Bening Swara, Yusuf Mahardika

Produzione: Yulia Evina Bhara – KawanKawan Media
Distribuito da: Cineclub Internazionale Distribuzione

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