Ditonellapiaga: «Vi racconto le sfumature della mia identità»
Solare e nevrotica, genuina e sensuale: intervista alla cantautrice romana in occasione del suo primo EP Morsi
Cinica e sognatrice, radiosa e malinconica, icona urban e ragazza della porta accanto. Parliamo di Margherita Carducci, aka Ditonellapiaga e del suo primo EP Morsi, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 23 aprile per Dischi Belli/BMG Italy.
Morsi è disco frizzante, sfrontato, in cui Margherita racconta uno spaccato di sé e di una quotidianità che appartiene a tutti. Pur mantenendo una precisa identità, nell’album si passa dal travolgente ritmo di “Repito” all’anima più fragile di “Spreco di Potenziale”,e la cosa che più colpisce è la naturalezza con cui avviene questo continuo cambio di stile. In chiusura troviamo anche una versione più tecno di “Repito” in collaborazione con uno dei produttori più influenti del momento: Populous.
E per entrare nel profondo di questo EP e nel suo colorato universo, abbiamo fatto una chiacchierata con Ditonellapiaga
Puoi raccontarci come nasce Morsi e com’è stato lavorarci durante una pandemia?
Morsi non è altro che un’anticipazione del disco vero e proprio che, però, per varie motivazioni, uscirà dopo l’estate. Essendo una sorta di preview del mio primo album, ci ho lavorato assieme a tutti gli altri brani e sì, gran parte del suo sviluppo è avvenuto durante questo anno di restrizioni. Molti brani sono nati durante la quarantena dei mesi di marzo e aprile, durante i quali sono riuscita a essere molto produttiva: a volte mettere la propria vita in stand by ci fa trovare il tempo e la calma per riflettere e riversare tutti nostri pensieri e le nostre emozioni su carta. Le fasi successive invece, queste mezze aperture, la vita quotidiana sedata e quasi tenuta al guinzaglio, non mi aiutano per niente in termini creativi e tantomeno in termini promozionali. Come potrete immaginare, non vedo l’ora di poter salire sul palco e suonare finalmente la mia musica.
Il mondo della musica è spaccato tra chi conserva i nuovi pezzi in vista di tempi migliori e chi li rilascia per dare un segnale di vicinanza. Per quale corrente fai il tifo? Com’è esordire in questo momento storico?
In tutta onestà credo non ci siano una strada giusta e una sbagliata. Ogni artista, assieme alla propria lable, deve decidere il percorso più adatto alle proprie esigenze artistiche e al suo percorso discografico. Non nego però che sia stato rischioso esordire in questo momento e forse doppiamente faticoso. La mancanza di musica dal vivo non aiuta a farsi conoscere e le piattaforme digitali, ormai stracolme di musica e nuove uscite ogni settimana, da sole non bastano.
DPCM permettendo, stai pensando a esibizioni live nei prossimi mesi?
Sono già previste delle date estive, quindi (se non ci attaccano gli alieni o ci piove in testa un meteorite radioattivo) quest’estate qualcosina in giro la farò sicuramente.
Margherita è più la femme fatale di “Repito” o la sognatrice di “Altrove”?
Ovviamente sono entrambe, in un modo o nell’altro. La mia anima più genuina e naturale è ovviamente più simile a quella di “Altrove”, ma non nego che a volte mi piace sentirmi proprio come in “Repito”: sensuale e tosta, o forse sensuale proprio perché tosta.
Nell’EP ti destreggi tra diversi stili: dal reggaeton, allo psichedelico, passando per atmosfere più urban o lofi. In questo disco hai badato più a sperimentare o a raccontare più lati possibili di te?
Questo disco è nato in maniera del tutto spontanea, ho voluto fare quel che mi piaceva, tutto qui. Mi piacciono tante cose diverse, ho degli ascolti molto variegati e spesso mi ritrovo a voler assecondare tutte le mie influenze musicali (ma non solo), senza badare troppo alla coerenza. Non è stato un esercizio di stile per mostrare che posso fare tante cose, ma semplicemente il mio modo di fare musica, in maniera del tutto libera e spregiudicata.
Morsi è un progetto con un’identità ben definita. Quasi un piccolo Concept Album. Questo filo conduttore lo ritroveremo anche nell’album che uscirà in autunno?
Anche il disco che uscirà in autunno sarà strutturato su un concetto preciso che sarà diverso, come ne sarà diversa la declinazione visiva. Mi prenderò quest’estate per lavorare bene anche su questo aspetto che, a mio avviso, è molto importante e divertente esplorare.
Quali sono i tuoi riferimenti musicali? E qual è l’artista in cui più ti rispecchi di più?
Ne ho davvero svariati e tutti diversi tra loro. Ho smesso anche di costruirmi dei miti, avendo imparato che con il tempo cambiano anche quelli. Se devo fare il nome di un’artista in cui mi rivedo non ho dubbi sul fatto che sia Nathy Peluso: energica, sfacciata ma anche molto sensibile ed estremamente teatrale in tutto ciò che fa.
Esprimi un desiderio per il futuro.
Spero vivamente in un rinascimento 2.0, spero che tutto questo distanziamento e questa sospensione delle attività artistiche, ma anche ludiche, generi una voglia irrefrenabile di stare insieme e di creare bellezza.
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