Trilogia Danco. Di vite passate e nevrosi presenti

dEVERSIVO, Nessuno ci guarda e Donna n° 4 al Teatro India di Roma fino al 9 dicembre: un trittico one-woman show che corre sul filo del ricordo per spiegare le ossessioni, le ansie, le ribellioni personali 

Fino a domenica 9 dicembre, il Teatro India di Roma sarà sede della seconda parte di una particolare trilogia che fa capo a un’attrice, autrice e regista capitolina dedita a mettere sotto pressione il suo corpo, la sua mente e la sua memoria con un teatro fatto di parole immediate, di raffiche di pensieri, di reazioni precipitose. Eleonora Danco, dopo dEVERSIVO riproposto dal 27 novembre al 2 dicembre scorsi, torna in scena con due lavori passati Nessuno ci guarda (2000) e Donna n° 4 (2011), nella complessiva produzione del Teatro di Roma, per riversare sul palco un conflitto femminile con il lavoro, l’infanzia e il cibo. E per farlo chiama in causa il proprio personale coinvolgimento con l’arte di Robert Rauschenberg, Jackson Pollock e Francis Bacon.
La dimensione della tela coincide con l’area del palco: spazio lasciato quasi del tutto spoglio, nella predilezione della Danco per il minimal supporto scenografico (un tavolo, un paio di sedie). A riempirlo c’è la sua stessa presenza che attraversa in lungo e in largo quel microcosmo disegnato dalla luce, con la quale si relaziona direttamente, come una sorta di interlocutrice impossibile nei dialoghi con se stessa.  

Eleonora Danco

In questo trittico one-woman show, dEVERSIVO (clicca qui per leggere la recensione) ci porta a contatto con una professionalità autoriale in crisi creativa, in lotta con una forma d’immobilità lavorativa privata e pubblica provocate dallo stallo produttivo e dalle perpetue difficoltà che ogni piccola impresa indipendente si trova a combattere quotidianamente, soprattutto nel panorama artistico romano. Nessuno ci guarda, invece, fa un salto nei ricordi infantili, segnati dai divieti genitoriali – spesso rigidi come paranoie -, dagli obblighi da rispettare per tacito contratto d’obbedienza, dalle regole che fanno  sì parte di una storia privata, ma che hanno, allo stesso tempo, ottenuto un’appartenenza all’immaginario comune: il monito di non fare il bagno prima delle tre ore successive a qualsiasi pasto è un’abitudine comune, quasi una tradizione orale.
Su simili spaccati di vita prosegue il vortice di parole, di rimandi, di immagini poetiche e ironiche che la Danco intesse mentre, instancabile, si muove, cammina, rotola, striscia, per dare ascolto alla nevrosi della vita odierna, allo stress muscolare, al sovraccarico cerebrale. Non c’è sosta: chi prende tempo, perde tempo. E non è cosa consentita quando si deve fare i conti con se stessi, con il proprio passato e il proprio presente.

Eleonora Danco corre sul filo del ricordo diventando sua madre e suo padre, raccontando di sé bambina e adolescente, della sua immaginazione, e delle sue ribellioni ai “no” e ai “così si fa”, alle imposizioni un tempo accolte per forza e ora finalmente rigettate. È come se l’action painting di Pollock si riversasse sulla tela-palco attraverso parole scagliate ferocemente fuori dal corpo. Come accade per  Donna n° 4, dove il movimento diventa una sorta di pratica di auto-ipnosi regressiva che richiama quell’infanzia dove l’atto del mangiare era obbligato dalla madre sotto minaccia di catastrofi più o meno gravi che avrebbero mortificato la crescita: il latte va bevuto anche se non piace. E va bevuto tutto, se no poi da grande cascano i denti. Prevenire è meglio che curare. Salvo coniderare l’effetto collaterale di una sete di rivolta che nella vita adulta si è tradotta nel rifiuto del cibo, nella volontaria presa di posizione di non fare la spesa. E se l’opposizione passa per la credenza orgogliosamente vuota, la resistenza, però, diventa anche assuefatta scongiura alle responsabilità, alle relazioni, al contatto umano, all’incontro con le persone, viste maniacalmente come spettro dei genitori, come persecutori del controllo e della costrizione. Per dirla con un’immagine: l’impossibilità dei legami si vede in coni luminosi viola e rosa, prelevati dalle tele di Bacon, mentre i volti degli altri, di tutti gli altri, compreso il proprio, si distorcono come i suoi ritratti.

 

Trilogia Danco

dEVERSIVO
(27 novembre • 2 dicembre)

scritto diretto ed interpretato da Eleonora Danco
musiche scelte da Marco Tecce
disegno luci Eleonora Danco
assistente alla regia Maria Stella Casella
comunicazione Lorenza Accardo
grazie a Benedetta Boggio
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale

NESSUNO CI GUARDA
(4 dicembre • 9 dicembre)

scritto diretto ed interpretato da Eleonora Danco
musiche scelte da Marco Tecce
disegno luci Eleonora Danco
assistente alla regia Maria Stella Casella
comunicazione Lorenza Accardo
grazie a Benedetta Boggio
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale

a seguire
DONNA N°4

scritto diretto ed interpretato da Eleonora Danco
musiche scelte da Marco Tecce
disegno luci Eleonora Danco
assistente alla regia Maria Stella Casella
comunicazione Lorenza Accardo
grazie a Benedetta Boggio
Produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale

TEATRO INDIA Lungotevere Vittorio Gassman (già Lungotevere dei Papareschi) – Roma
info: tel. 06.684.000.311/314 – www.teatrodiroma.net