Sono i figli che trasformano i padri

Tratto da Chi ha ucciso mio padre di Édouard Louis, il nuovo lavoro di Deflorian/Tagliarini per un monologo sullo scontro politico, sociale e generazionale

Dopo il debutto nazionale al VIE Festival l’anno scorso, il nuovo spettacolo firmato da Deflorian/Tagliarini arriva al Teatro Astra di Torino (con repliche dal 15 al 17 maggio), ed è l’adattamento scenico del romanzo Chi ha ucciso mio padre di Édouard Louis
Il testo è il protagonista di questa restituzione teatrale che vede uno scrittore ventiseienne, nonché un figlio ormai adulto (Francesco Alberici), dar voce alle emozioni, ai ricordi, alle mancanze passate, in una “lettera al padre” indirizzata al genitore da sempre assente.

“Chi ha ucciso mio padre”. Regia Deflorian/Tagliarini. Foto Luca Del Pia

Il testo dell’acclamato e giovane autore francese, dicevamo, è il protagonista di questa pièce che, a livello visivo e registico, viene portato in primo piano su una scena ampia e totalmente vuota – fatta eccezione per un cumulo di sacchi della spazzatura pieni di oggetti e giocattoli dismessi -, e illuminata da una serie di plafoniere al neon (di quelle che si possono trovare negli scantinati).
Non ci saranno cambi di registro nello sviluppo dello spettacolo: il racconto dell’unico personaggio/narratore – è bravo Francesco Alberici a mantenere la tensione per l’ora e mezza di monologo – guida con la parola l’immaginazione dello spettatore verso il proprio passato segnato dall’incomprensibilità – e incompatibilità – con il padre: due caratteri, due mascolinità irreversibilmente distanti per pensiero, sensibilità, indole, mentalità.

E il terreno di questo affronto a una sola voce, di questa resa dei conti postuma è un garage, una rimessa di qualche tipo che accoglie – nella semioscurità – i rimasugli del tempo che fu: un posto comune dove si accantonano le cose che hanno definito l’infanzia, l’adolescenza, la prima giovinezza e che ora, per loro natura, non fanno più parte della vita presente. Qui si libera una scarica, più o meno irritata, di rancori, rimorsi e crucci non consumati. Qui, tra i calci stizziti e lanci dei sacchi neri, conosciamo un uomo che fa i conti con la sua fanciullezza marchiata da episodi di violenza domestica ereditaria, di gravi ristrettezze economiche, di tentativi di coming out impliciti e della ricerca – costante, taciuta, necessaria – di un affetto paterno, di  un dialogo, una presenza ancor prima che vicinanza di un papà severo, rigido, mentalmente arretrato, razzista e omofobo. Ma soprattutto un papà recidivo nell’indifferenza, nel silenzio spontaneo, nelle risposte volontariamente negate.

“Chi ha ucciso mio padre”. Regia Deflorian/Tagliarini. Foto Luca Del Pia

C’è risentimento di vecchia data, ma c’è anche compassione nelle parole del figlio che ritrae il corpo ormai malato di quel padre spezzato fino alla morte dalla fatica del lavoro. Quel padre deplorevole, che, nonostante tutto, si è piegato prima come operaio, poi come spazzino per mantenere una famiglia numerosa. E c’è anche avversione pubblica, una collera politica e sociale verso lo Stato francese che ha di fatto ucciso quell’uomo indirettamente e meschinamente con leggi sul lavoro che schiacciano i lavoratori e la loro dignità. 
E da Chirac a Hollande, da Sarkozy a Macron, i nomi degli assassini li fa tutti. Uno per uno. Motivando e argomentando, perché si conosca la realtà, perché tutti sappiano. Si resta così, a bocca aperta, consapevoli del peso concreto dell’ingiustizia: ed è l’esatto istante in cui, sul palco, quel giovane scrittore comincia a prendersi la sua vendetta.

Chi ha ucciso mio padre

di Édouard Louis
Regia Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Traduzione di Annalisa Romani edita da Bompiani / Giunti Editore S.P.A.
Adattamento Italiano Francesco Alberici, Daria Deflorian, Antonio Tagliarini
Collaborazione all’adattamento Attilio Scarpellini
Con Francesco Alberici

Luci Giulia Pastore
Costumi Metella Raboni
Assistenza alla regia Chiara Boitani
Collaborazione Artistica Andrea Pizzalis
Organizzazione e Distribuzione Giulia Galzigni / Parallèle
Amministrazione Grazia Sgueglia

Produzione A.D., Teatro Di Roma – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione,
TPE – Teatro Piemonte Europa / Festival Delle Colline Torinesi,
Fog Triennale Milano Performing Arts
Durata 90 min

Teatro Astra

via Rosolino Pilo 6, Torino
Info e contatti: 011 / 5634352; www.fondazionetpe.it