Io, Ettore Petrolini. Ritratto di un genio moderno

Visto al Teatro Arcobaleno di Roma, lo spettacolo scritto da Giovanni Antonucci, e diretto e interpretato da Antonello Avallone, ripercorre la vita dell’autore romano che ha cambiato la storia del teatro

È un Petrolini stanco e anziano quello che, interpretato da Antonello Avallone, giunge quasi per caso sul palcoscenico del Teatro Arcobaleno di Roma. Guardandosi attorno, notando il pubblico, egli è libero di sedersi, di conversare e, pian piano, di ripercorrere la sua vita e la sua carriera.

Ettore Petrolini non è stato solo un attore e un drammaturgo e, soprattutto, non è stato solo quella lunga serie di “macchiette” e personaggi che ancora oggi vengono recitati. Petrolini significa una vera e propria pietra miliare, un punto di svolta di un certo modo di fare teatro, di proporre satira e parodia, di osservare la società che attorno a lui si stava trasformando (non a caso fu amatissimo da Marinetti e dal movimento Futurista).

Io, Ettore Petrolini
“Io, Ettore Petrolini”. Regia Antonello Avallone

Nato a Roma nel 1884, nelle vicinanze di Via Giulia, la sua inclinazione per la recitazione è stata da subito evidente: declamava qualsiasi cosa gli passasse per la testa, in qualsiasi occasione: da un angolo di una strada, o unendosi a un corteo funebre (per prendersi gioco degli altri, fingendo di piangere e addolorarsi con convinzione).

Nei suoi ricordi era forte l’atmosfera di Piazza Guglielmo Pepe, un luogo di Roma all’epoca pieno di baracconi e tendoni, imbonitori e saltimbanco, che frequentava affascinato e dove aveva perfino avuto l’occasione di interpretare una sirena immersa in una vasca.
Il suo carattere ingovernabile e ribelle alla fine aveva convinto il padre a mandarlo in collegio, vicino Alessandria: era stata un’esperienza particolarmente dura (pare avesse sperimentato anche la camicia di forza). Così aveva scelto di allontanarsi dalla famiglia per cercare con convinzione il teatro.

Appena adolescente si era quindi immerso in una vita da guitto, frequentando palcoscenici di quart’ordine e una gran quantità di caffé-concerto, ovvero locali dove si mangiava mentre, su alcune tavolacce, veniva fatto l’avanspettacolo.
Una lunga gavetta che ne ha affinato la capacità di osservare, assimilare le tipologie di persone che lo circondavano per poi deformarle e parodiarle.

“Io, Ettore Petrolini”. Regia Antonello Avallone

E dunque, ecco che il Petrolini di Avallone trova mano a mano gli abiti di scena che lo aiutano a rivisitare i suoi cavalli di battaglia: Gigi er bullo, Salamini, Nerone e naturalmente il celeberrimo Gastone, Fortunello e altri ancora.
Ognuno di loro è l’occasione per parlarci di un momento della sua vita, come l’esordio al teatro Jovinelli, tempio della comicità che era sorto proprio in quella Piazza Pepe che Ettore, ancora bambino, aveva visitato quasi quotidianamente. La sfortunata relazione con la giovanissima Ines Colapietro, madre dei suoi figli che lo lascia dopo pochi anni, esasperata dalla sua incostanza sentimentale. L’arrivo del grande successo, nonostante l’iniziale freddezza della critica o l’accoglienza un po’ superficiale delle sue proposte artistiche.
Con il tempo, Petrolini diventa una celebrità internazionale, tanto che in occasione dei suoi spettacoli parigini si esibisce alla Comedie-Française, recitando parti del Medico per forza di Molière. Un trionfo che gli vale l’ammirazione della Francia, la legion d’onore e l’incarico ufficioso, da parte dell’allora regime fascista, di essere un po’ l’ambasciatore del teatro italiano nel mondo.

Con la fama, è arrivato anche il desiderio di dimostrare la sua abilità in modo più maturo e profondo, senza mai ripudiare i suoi personaggi che, anzi, vengono portati al cinema mietendo altri lusinghieri consensi.
Scrive così una serie di commedie o firma riduzioni teatrali di opere altrui, che caratterizzano la sua vita artistica negli anni Venti e Trenta. Una produzione ricca che vede, tra gli altri, la rielaborazione del suo Gastone, poi Il padiglione delle meraviglie (ispirato ai suoi ricordi d’infanzia tra i baracconi della mai dimenticata Piazza Pepe), Benedetto fra le donne e il malinconico Chicchignola.
Tutta questa frenetica attività e le continue tournée, però, minano evidentemente la sua salute e, dopo un attacco violento di angina pectoris nel 1935, il grande attore deve fermarsi e, senza più riprendersi, muore l’anno successivo a soli cinquantadue anni.
Neanche negli ultimi giorni il suo spirito viene meno: al dottore che per rincuorarlo gli dice di trovarlo molto meglio, risponde “meno male, così moro guarito”.

Antonello Avallone

Io, Ettore Petrolini che, dal 17 al 20 ottobre scorsi ha aperto la nuova stagione teatrale dell’Arcobaleno, è uno spettacolo intimista, agrodolce, nostalgico.
Scritto da Giovanni Antonucci, storico, critico teatrale e grande studioso di Petrolini, avendone curato l’edizione più completa delle sue opere, offre un accurato equilibrio tra l’uomo e l’artista, tra il geniale parodista e l’autore più impegnato.

È un testo evidentemente nato da una profonda conoscenza della figura storica, ma anche da una indubitabile ammirazione per un uomo che ha saputo incidere e cambiare la storia del teatro, non solo italiano. E trova in Antonello Avallone un regista e un interprete di altissimo livello, capace di passare in pochi istanti dai momenti dolenti, dallo struggersi per una vita ricca di soddisfazioni che volge troppo rapidamente al termine, ad autentiche esplosioni di gioia recitativa, virtuosismi sottolineati da continui applausi del pubblico che ride, si appassiona e si commuove.
Una pièce esaltante e impegnativa: una sfida che Avallone vince a pieni punti, fornendo una prova coinvolgente e di grande impatto emotivo. Io, Ettore Petrolini lascia il segno. È un omaggio a Petrolini, certamente, ma dimostra anche e soprattutto la modernità e il genio dell’attore e autore romano, la cui grandezza ha ispirato tanti altri artisti nei decenni successivi. Imperdibile.      

IO, ETTORE PETROLINI

Regia: Antonello Avallone
Testo: Giovanni Antonucci

con Antonello Avallone

Scene e Costumi: Red Bodò
Assistente alla regia: Francesca Cati
Tecnico Suono e Luci: Manuel Molinu

Teatro Arcobaleno
Via Francesco Redi 1/a – Roma
Info e Biglietti: 064402719 – info@teatroarcobaleno.it