Immenso Falstaff

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L’ultima opera di Giuseppe Verdi al Teatro Municipale di Piacenza, diretta da Leonardo Lidi: una combinazione vincente di voci, regia ed estetica

Il Falstaff, la commedia lirica in tre atti su libretto di Arrigo Boito, l’ultima fatica di Giuseppe Verdi, vista al Teatro Municipale di Piacenza dal 24 al 26 gennaio, con regia di Leonardo Lidi, è una produzione invidiabile che affascina per la qualità interpretativa, l’esecuzione musicale e le scelte registiche (dall’uso degli spazi alla direzione degli attori, all’impostazione scenografica).

“Falstaff”. Regia Leonardo Lidi. Foto Gianni Cravedi e Mirella Verile

Ma andiamo per gradi. Certamente il protagonista indiscusso è Luca Salsi nei panni di Sir John Falstaff. Reduce dai successi scaligeri, il baritono restituisce un personaggio molto convincente, mai manieristico e mai scontato. Coinvolge il pubblico ammaliandolo con un timbro di estrema qualità, con voce piena e grande proiezione. Un John Falstaff di cui sentiremo parlare a lungo.
Grande prova anche per il bulgaro Vladimir Stoyanov, nei panni di un Ford dalla voce brillante, controllata con acuta intelligenza, e per il basso Graziano Dallavalle nel ruolo di Pistola che attrae soprattutto per il suo timbro scuro e un’importante flessibilità nell’utilizzo della vocalità. Tra le interpreti femminili spicca Serena Gamberoni che è una Alice Ford sicura, divertente, molto curata nei dettagli, precisa nei virtuosismi e munita di una disinvoltura invidiabile. Un elogio anche a Rossana Rinaldi (Mrs. Quickly) per il sapiente utilizzo del registro di petto, e a Giuliana Gianfaldoni, alias Nannetta, che, seppure nel primo atto si trova a tratti sovrastata dall’orchestra, è lodevole nel terzo atto nell’aria “sul fil d’un soffio etesio”, con una voce limpida e dei filati meravigliosi – tanto da scatenare un improvviso applauso a scena aperta. 

“Falstaff”. Regia Leonardo Lidi. Foto Gianni Cravedi e Mirella Verile

Ad accompagnare i cantanti, oltre al coro del Teatro Municipale di Piacenza, c’è l’Orchestra Arturo Toscanini diretta dal Maestro Jordi Bernacer, che adotta scelte molto precise e molto attente alle indicazioni di Verdi (si pensi, per esempio, a come risultino dettagliate nell’esecuzione le articolazioni dei fiati). Tuttavia, una tale precisione – per quanto apprezzabile – pare a volte troppo pedissequa, a discapito della flessibilità e malleabilità indispensabili nella gestione di un’opera così complessa sia vocalmente che strumentalmente.

“Falstaff”. Regia Leonardo Lidi. Foto Gianni Cravedi e Mirella Verile

Ma la vera sorpresa è il lavoro di Leonardo Lidi che propone una direzione degna dello spessore di quest’opera. Una regia che non scade nell’ovvietà e nella tradizione più consumata ma che restaura modernizzando, cercando la novità nella bellezza antica e nella prosa preziosa da cui nasce questa commedia. 
Risulta così bellissimo lo sfruttamento del palco nella sua profondità grazie a scene che avanzano e indietreggiano su dei binari, l’utilizzo del bianco per il pavimento e le pareti (volto a definire un gioco visivo di chiaroscuro sul quale risaltano i meravigliosi e sgargianti costumi d’epoca), le proiezioni sul fondale e la scelta di mettere al centro della scena una quercia completamente bianca nel terzo atto. 

“Falstaff”. Regia Leonardo Lidi. Foto Gianni Cravedi e Mirella Verile

E se nella regia si può identificare una certa staticità che permette ai cantanti di avere sempre uno sguardo verso il podio, si può anche percepire, allo stesso tempo, una dinamicità provocata dal sapiente e mai banale utilizzo dei mimi. Loro infatti da un lato sono proiezioni caricaturali dei personaggi principali, dall’altro concorrono alla definizione dell’impianto scenografico.
Questo Falstaff, lo ripetiamo, è una produzione affascinante che il pubblico ha salutato con lunghi e sentiti applausi. Una commedia che suscita condivisione e riflessione con una messinscena che rincuora e che ci fa ben sperare per questa Italia patria del melodramma.

FALSTAFF

Commedia lirica in tre atti
Libretto di Arrigo Boito dalla commedia Le allegre comari di Windsor e dal dramma Enrico IV di William Shakespeare

direttore: Jordi Bernàcer
regia: Leonardo Lidi

Sir John Falstaff:  Luca Salsi
Ford: Vladimir Stoyanov
Fenton: Marco Ciaponi
Dottor Cajus: Luca Casalin
Bardolfo: Marcello Nardis
Pistola: Graziano Dallavalle
Mrs. Alice Ford: Serena Gamberoni
Nannetta: Giuliana Gianfaldoni
Mrs. Quickly: Rossana Rinaldi
Mrs. Meg Page: Florentina Soare

scene: Emanuele Sinisi
costumi: Valeria Donata Bettella
luci: Fiammetta Baldiserri
assistente alla regia: Riccardo Buscarini 

Orchestra dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro: Corrado Casati 

Coproduzione Teatro Municipale di Piacenza, Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, Teatro Valli di Reggio Emilia

Teatro Municipale Piacenza
via Verdi 41, Piacenza

info e contatti: tel. 0523.49 2251- info@teatripiacenza.itteatripiacenza.it

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