E splenda ad essi la vendetta perpetua

La regia di Declan Donnellan apre la stagione del Piccolo di Milano con La tragedia del vendicatore di Thomas Middleton: ironico riflesso di un sentimento umano comune e immortale

Fino al 16 novembre il Piccolo di Milano farà del Teatro Strehler il polo attrattivo di umanità insudiciate da ipocrisia, egoismi, sete di potere, tradimenti, incesti, violenze declinate per gradi di parentela e relazioni all’interno di una Corte ducale, che il testo colloca in epoca elisabettiana e che la regia di Declan Donnellan, insieme alle scene e ai costumi di Nick Ormerod, aggiorna ai nostri tempi.

“La tragedia del vendicatore”. Foto © Masiar Pasquali

La tragedia del vendicatore di Thomas Middleton, prima produzione di Donnellan con il Piccolo, in coproduzione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, è sorprendente. Per il lavoro fatto sul testo (che il regista inglese cura nella restituzione drammaturgica, con la versione italiana di Stefano Massini), adattando questioni classiche come la forza del sentimento, dell’istinto e della corruzione dell’animo umano – centrali nelle opere shakespeariane, e Middleton era contemporaneo al Bardo – a una comunicazione espressiva attuale, immediata, senza forzare la non semplice struttura narrativa di sottotrame che si intrecciano intorno al protagonista Vindice. Per il lavoro fatto con lo spazio scenico, sezionato orizzontalmente da una paratia lignea che apre e chiude scrigni sugli interni loschi cortigiani (dove trionfano opere di Tiziano, Mantegna, Piero della Francesca). Per il lavoro fatto con gli attori (Ivan Alovisio, Alessandro Bandini, Marco Brinzi, Fausto Cabra, Martin Ilunga Chishimba, Christian Di Filippo, Raffaele Esposito, Ruggero Franceschini, Pia Lanciotti, Errico Liguori, Marta Malvestiti, David Meden, Massimiliano Speziani, Beatrice Vecchione) nel riportare sulla scena il temperamento naturale dei loro personaggi, senza imposizioni e schematismi preventivi.

“La tragedia del vendicatore”. Foto © Masiar Pasquali

La danse macabre comincia tra le note allegre di “Ahi Ahi Ahi” di Gianluca e Raffaella Misiti – versione sfilata jet set metodo La grande bellezza – per diventare proiezione personale di un Vindice sempre più energico nella recitazione di Fausto Cabra, votato a diventare odiatore seriale per vendicare l’amata stuprata e uccisa a Corte (il cui cranio capelluto è tanto caro allo sposo quanto il teschio per Amleto). È l’inizio di un circolo di vizi e misfatti che infetta tutti (nessuno escluso: neppure chi a Corte non ci va) come un’epidemia virale che stacca pezzo a pezzo l’umanità – se qualcosa di umano c’è mai stato – dai personaggi. Colpisce figli legittimi e illegittimi che pur di piazzarsi la corona in testa stringono patti con una mano mentre, con l’altra, provano a piantarsi il pugnale nella schiena; colpisce madri – memorabili la Duchessa e Graziana di Pia Lanciotti – opposte per estrazione sociale, molto simili per aridità morale e depravazione, pronte a vendersi o vendere la prole per ambire alla propria ricchezza, alla propria salvezza. Colpisce personalità deviate come il Lussurioso dell’instancabile Ivan Alovisio, che aggiunge al morboso desiderio sessuale quello di morte; e colpisce anche il suo lacchè Ippolito (fratello di Vindice) – da elogiare Raffaele Esposito – che, per protezione affettuosa del consanguineo, si riduce a complice cronico e assuefatto di uccisioni. D’altronde, quella testa di fidanzata uccisa agisce come un ribadito memento mori tra equivoci letali, tentativi grotteschi di ricatto, simultanei raggiri, risvolti horror e persino splatter, e belle derive comiche. E quindi: andate a vedere La tragedia del vendicatore perché, in mezzo all’ironia abrasiva, incontrerete limiti di bassezze e perversioni che solo il genere umano è capace di varcare. Oggi come ieri, nei secoli dei secoli.

 

La tragedia del vendicatore

di Thomas Middleton

drammaturgia e regia Declan Donnellan

versione italiana Stefano Massini
scene e costumi Nick Ormerod
luci Judith Greenwood, Claudio De Pace
musiche originali Gianluca Misiti

con Ivan Alovisio, Alessandro Bandini, Marco Brinzi, Fausto Cabra, Martin Ilunga Chishimba, Christian Di Filippo, Raffaele Esposito, Ruggero Franceschini, Pia Lanciotti, Errico Liguori, Marta Malvestiti, David Meden, Massimiliano Speziani, Beatrice Vecchione

regista assistente Francesco Bianchi
collaboratore movimenti di scena Alessio Romano
coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa | ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione

Lo spettacolo, in italiano, sarà sovratitolato in inglese nelle recite del 9, 13, 17, 20, 27 ottobre e 3, 10 novembre.
Sovratitoli a cura di Prescott Studio
Proiezione immagini storiche con licenza di Foto Scala Firenze
Il brano “Ahi Ahi Ahi” di G. Misiti/R. Misiti  è cantato da Raffaella Misiti

Piccolo Teatro Strehler
dal 9 ottobre al 16 novembre 2018