Di corpi, piedi e cuori. Sidi Larbi Cherkaoui e Colin Dunne danzano con il suono

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Secondo spettacolo dell’artista belga per il Torinodanza Festival. Con il coreografo irlandese Colin Dunne, al Teatro Carignano, Session è sintesi ammirevole di frenesia ed eleganza

È una collaborazione più che riuscita quella tra Sidi Larbi Cherkaoui e il più importante interprete della danza tradizionale irlandese Colin Dunne. Un dialogo che in Session, visto al Teatro Carignano il 19 e 20 settembre in prima nazionale, in occasione del Torinodanza festival (che ne è anche co-produttore), coinvolge altre due presenze: Michael Gallen e Soumik Datta, compositore irlandese il primo, musicista anglo-indiano il secondo. Ed è questo quartetto che dà vita a uno spettacolo – il secondo di Cherkaoui presentato nella rassegna, dopo Sutraenergico, ironico, ammirevole di coreografia e suoni, di danza e melodie, di anatomie e rumori. 

Sidi Larbi Cherkaoui / Colin Dunne “Session”. Foto Koen Broos

C’è una simbiosi di note e movimenti che nascono, vivono e raggiungono lo spettatore attraverso dei “mezzi” che sono gli strumenti – antichi e affascinanti come il sarod afgano, o elettronici come il theremin -, i registratori/riproduttori acustici, la voce e il corpo in azione. C’è un incontro tra mondi lontani nello spazio e nel tempo, e tra sensibilità diverse: ecco la scintilla iniziale di questo lavoro che è la tappa di un percorso di ricerca di Cherkaoui rivolto al contatto tra tradizioni distanti (ne fanno parte zero degrees con Akram Khan, Play con Shantala Shivalingappa e Dunas con Maria Pagés).

Il tip-tap frenetico e bellissimo di Colin Dunne, le linee sinuose, ammalianti e delicate di Sidi Larbi Cherkaoui, l’unione canora dei coreografi con i due musicisti – che si concedono anche versi colloquiali e ilari -, il sincronismo trovato tra stili inconciliabili, i momenti dedicati alla comunicazione verbale e non, all’intuizione, alla connessione, fanno di questo lavoro uno studio materiale e mentale sull’ascolto di sorgenti sonore e musicali, di silenzi; si ascolta l’ambiente che ci circonda, e, di conseguenza, si percepisce la necessità di sentire l’altro, di reagire all’altro e con l’altro. E una simpatica e acuta concatenazione di reazioni si vedono nel duetto/seduta “psicanalitica” su un divano rosso con Dunne/Cherkaoui che alternano tra loro parola, gesto e agilità fisica in un crescendo di situazioni bizzarre e divertenti. Si danno fraternamente fastidio, quei due. Si cercano, si sfidano, s’intrecciano, si rendono complementari l’uno all’altro. In una parola, interagiscono. Si mettono cioè in relazione costante: «siamo tutti connessi in questo mondo», pronuncia con i segni l’uno, dice a voce alta l’altro.

Sidi Larbi Cherkaoui / Colin Dunne “Session”. Foto Koen Broos


La connessione, dunque, è il filo invisibile che lega saldamente i due – anzi, i quattro – uomini sul palco, declinata in forme e ritmi differenti. È un ritrovarsi nella volontà di scoprire le possibilità espressive di linguaggi dissimili. È la danza che si costruisce sulla polifonia, sul rumore, mentre i corpi assorbono, decodificano e restituiscono nel ballo le melodie: «Di solito si balla da soli, su uno spartito preesistente. Lavorando su un percorso inverso è venuto fuori di tutto», spiega Cherkaoui. E infatti viene fuori molto, tutto. Un tutto che è, certamente, incantevole.

SESSION

Coreografia / Creazione Colin Dunne & Sidi Larbi Cherkaoui

Musiche Michael Gallen

Performers Colin Dunne, Sidi Larbi Cherkaoui, Michael Gallen, Soumik Datta

Scene Filip Peeters
Luci Mark Van Denesse

Eastman, Once Off Productions, Théâtre National de Bretagne
Coproduzione Torinodanza Festival/Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale
con Il Sostegno della Rappresentanza Generale del Governo delle Fiandre in Italia
Spettacolo inserito in Mito Settembremusica