Ci vediamo all’alba. Il posto del dolore

Il testo britannico di Zinnie Harris al Teatro Gobetti di Torino, con l’interpretazione emozionante di Francesca Ciocchetti e Sara Putignano dirette da Silvio Peroni

Sapete dove si trova il luogo del dolore? Quale collocazione ha nello spazio? Tutti, prima o poi, per qualche motivo lo patiamo, lo percepiamo nella nostra vita. Si attraversa, talvolta si supera, ma è lui che ci colpisce, che s’insinua nelle nostre esistenze. E se invece fossimo noi a scovarlo, a individuare la sua collocazione? Dove andremmo? Quali coordinate dovremmo seguire? 

“Ci vediamo all’alba”

La drammaturga britannica Zinnie Harris costruisce intorno a questa “collocazione” Ci vediamo all’alba (con traduzione di Monica Capuani), un testo straziante visto al Teatro Gobetti di Torino, che la regia di Silvio Peroni immerge in una scena dai confini indistinti,  onirici: uno spazio dove le regole razionali saltano e l’impensabile, l’impossibile può succedere. Tutto quello che accade è collocabile su un’immaginaria battigia dove due donne, due compagne, approdano dopo un naufragio. La memoria affiora poco a poco, come i pezzi della loro relazione: si raccontano attraverso una quotidianità di incomprensioni, sopportazioni, ilarità improvvisa e affettuosa: un’intera vita condivisa sconvolta da un incidente indicibile.

“Ci vediamo all’alba”

La drammaturgia di Zinnie Harris si rivolge al mito di Orfeo ed Euridice, al teatro di Sartre e di Shakespeare per definire una storia commovente con due caratteri determinati e fragili, una più schietta, razionale, apparentemente più risoluta, l’altra più sbigottita, confusa, persino scioccata. Sono due femminilità che prendono coscienza e affrontano la mancanza in un’escalation drammatica decisamente toccante. E se va riconosciuto a Silvio Peroni la capacità di accompagnare lo spettatore nel privato sentimentale, affettivo, emotivo dell’umano, va altrettanto riconosciuto alle due instancabili interpreti Francesca Ciocchetti e Sara Putignano l’intesa precisa, l’energia calibrata e la tensione epidermica che in un’ora e un quarto ci conducono direttamente dentro la sofferenza, dentro quel luogo intimo e nascosto del dolore. Si passa così dall’angoscia dell’essersi smarriti alla consolazione di non essere da soli, dall’agghiacciante consapevolezza di aver perso qualcuno che si ama alla possibilità inquietante di un nuovo incontro. E intanto la tensione cresce e arriva, arriva tutta, in pieno petto in platea.

Ci vediamo all’alba

di Zinnie Harris
traduzione di Monica Capuani

regia Silvio Peroni

con Francesca Ciocchetti e Sara Putignano

produzione Khora. Teatro, Compagnia Mauri Sturno

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