Salone Internazionale del Libro 2021. Ripartenza oltre le aspettative

Centinaia di eventi, incontri ed espositori nella 33ª edizione della rassegna culturale torinese, dal 14 al 18 ottobre al Lingotto. Alto il numero di visitatori di tutte le età: un confortante ritorno alla normalità

Il Salone Internazionale del Libro di Torino è sempre un evento ricco, ricchissimo non solo in termini quantitativi di stand, espositori, sale, eventi, personaggi (che sono centinaia e centinaia: impossibile nominarne almeno una parte), quanto soprattutto di opportunità di confronto, di conoscenza, di ascolto e dibattito sui temi più disparati. 
Così, nel pieno di questa edizione numero trentatré intitolata “Vita Supernova” in riferimento ai 700 anni dalla morte di Dante (al quale è dedicato parte del programma), che è cominciata il 14 ottobre per durare fino a lunedì 18, e che è di casa negli spazi del Lingotto di Torino, con – finalmente – capienza aumentata, si apprezza il costante flusso dei visitatori che sostano agli stand, sfogliano e acquistano libri, fanno pazienti la coda per assistere agli interventi di autori, esperti, nomi noti della televisione e non solo. Un confortante ritorno alla normalità per questo primo grande evento culturale italiano in totale presenza, dove si vede la voglia della gente – come ha spiegato il direttore artistico Nicola Lagioia – «di riprendersi tutto ciò che aveva lasciato».

Nelle diverse sale (più di venti) – mai deserte, per fortuna – oggi, sabato 16 ottobre, si intervalleranno, tra gli altri, Alberto Angela, Carlo Verdone, Luca Barbarossa, Marco Travaglio, Lidia Ravera, Vittorio Sgarbi, Rita dalla Chiesa, Alessandro Cattelan, Stefania Auci (autrice de L’inverno dei leoni) più firme internazionali come Jan Brokken, Anna Zafesova, Victor Jestin.
Un programma giornaliero sempre carico, proprio come quello rivolto ai bambini e ragazzi (e sono davvero molte le presenze dei piccoli visitatori), tra espositori dedicati e attività costanti rintracciabili nel “Bookstock” (dai laboratori alle letture, dai fumetti agli incontri e ai work in progress).
Tra gli incontri avvenuti nella giornata di ieri, venerdì 15, uno dei più frequentati è stato quello di Veronica @spora Benini, acclamata autrice di La mia posizione preferita (edito De Agostini), che ha esordito, visto l’elevato numero di partecipanti, con un saluto-ringraziamento già carico di quella franchezza e schiettezza che la contraddistingue, ovvero: «Finalmente! Avete mosso il culo!». 

Un incontro, quello con Veronica Benini (che non si definisce scrittrice o letterata ma imprenditrice), attivista molto impegnata sul fronte dei diritti e dell’empowerment femminile, volto alla presentazione del suo libro ma che, in realtà, come lei stessa dichiara «è più una chiamata alle armi». Il ruolo della donna in relazione al lavoro, al potere, al sesso, ai soldi. Perché parlarne è ancora difficile? Le risposte vanno rintracciate nella vita quotidiana e nei rapporti – professionali e privati – uomo-donna e nella percezione sociale, culturale che ne deriva. «I soldi non sono una cosa sporca: sono quello che ne fai. Le donne devono autorizzarsi a chiederli per il loro lavoro. Un aumento, uno scatto di livello: gli uomini lo chiedono, le donne aspettano che venga loro proposto. Perché? Chiedetelo. Se qualcuno dirà “no” almeno dovrà giustificarlo». A questo si aggiunge un’abitudine di timore che preme sulle donne più che sugli uomini: il giudizio sociale. La “paura”, parola che compare più volte nel libro è, dice Benini «un’emozione sana, come l’ansia. Ci proteggono da scelte pericolose, ci fanno percepire il loro peso. È giusto avere paura di sbagliare. È giusto anche sbagliare, o almeno è inevitabile. Le cose succedono, e a volte succedono le delusioni. È normale: più sbagli, più ci sbatti il muso, più impari».

La stessa giusta schiettezza (che, in generale, è ancora carente) serve per discutere di sesso e potere al femminile: «Non è questione di prendere potere attraverso il sesso, ma prendere potere sul proprio corpo: il potere sulla narrazione del nostro piacere. Questo è un tema recente e ancora scandaloso. Perché? Perché si giudica male la consapevolezza che una donna possieda una vita sessuale». Dunque, l’impegno sta nel condurre temi come soldi, potere, lavoro, sesso a coniugarsi ugualmente al maschile e al femminile. Però – esorta infine Veronica Benini – non limitatevi ad ascoltare, non lasciateci sole sui palchi o nei libri. Siamo ancora troppo poche, qualche granello di sabbia. Ma, badate, sono i granelli che contano.

Salone internazionale del libro XXXIII Vita Supernova

dal 14 al 18 ottobre 2021

Lingotto Fiere, Via Nizza, 294

info e contatti: salonelibro.it