Ritorno all’isola. Tra noir e crisi socio-politica 

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Nel nuovo romanzo di Viveca Sten, l’inverno scandinavo, il cadavere di una nota reporter di guerra, e lo sguardo sulle problematiche della società odierna, al centro del giallo edito da Marsilio

Pieno inverno nordico. L’isola di Sandhamn, nell’arcipelago di Stoccolma, è sommersa dalla neve e ghiacciata da temperature ampiamente sotto lo zero. Ma sono le feste di Natale e l’albergo Seglar si è riempito di gente. Una cameriera attraversa il giardino dell’hotel per raggiungere gli appartamenti che fanno parte della struttura e che si trovano poco distanti dal corpo principale, quando improvvisamente si accorge di una sagoma scura che spicca sul bianco candido della spiaggia innevata. Si avvicina e urla. È così che viene rinvenuto il cadavere di Jeanette Thiels, la reporter di guerra al centro di Ritorno all’isola (edito Marsilio), settimo romanzo di Viveca Sten, tra le autrici del genere giallo scandinavo più note a livello internazionale. 

La vittima, giornalista famosa per le sue corrispondenze dai paesi devastati dai conflitti bellici e ultimamente impegnata a studiare i movimenti xenofobi dell’estrema destra svedese, si era fatta più di un nemico con i suoi articoli di denuncia. È quindi in questa direzione che muovono fin dall’inizio le indagini dell’ispettore Thomas Andreasson, incaricato di seguire il caso. La tesi del delitto politico è avvalorata anche dal fatto che qualcuno ha messo a soqquadro l’appartamento dell’albergo dove la Thiels era arrivata la vigilia di Natale, e ha presumibilmente rubato il suo computer, introvabile anche nell’abitazione cittadina della reporter.
Le cose però non sono così semplici. Più l’ispettore Andreasson indaga più scopre che la vittima aveva molti misteri, legati non alla sua professione ma alla sua vita privata. Entrano quindi in scena l’ex-marito della giornalista, reduce con la donna da un divorzio a dir poco turbolento. E la giovanissima figlia nata dalla loro unione, un’adolescente che ha sempre avuto con la madre un rapporto complesso. Ma via via compaiono anche un anziano vicino di casa di Jeanette, trovato in fin di vita. Un’amica della giornalista, che giura di averla vista la sera prima della sua partenza per Sandhamn, stanca ma non preoccupata da qualcosa in particolare. E poi l’enigmatica Segretaria Generale di Svezia Nuova (organizzazione di ultraconservatori che ha in odio gli immigrati) e il suo misterioso assistente, un americano del Minnessota inspiegabilmente trasferitosi a Stoccolma. 

L’inchiesta si snoda per 462 pagine ricche di colpi di scena, rese uniche dall’imperante atmosfera della stagione fredda scandinava, con il suo gelo, la neve eterna e il buio che cala già nelle prime ore del pomeriggio. In mezzo, la vita privata del detective Andreasson, costretto proprio nei giorni di Natale a lasciare la moglie e la figlioletta per seguire il caso. E quella della sua amica Nora Linde, affermato avvocato che si ritrova improvvisamente a fare i conti con il lato sporco della propria professione.

Allungò una mano e spazzò via un po’ di neve.
Apparve uno scarpone nero.
Elza rimase immobile, con la mano ancora tesa e gli occhi sbarrati. Poi si mise a urlare

Ci sono, nel romanzo della Sten, tutti gli ingredienti che rendono appassionante un giallo, ma c’è anche uno sguardo attento alla società odierna, non solo quella svedese: immigrazione, razzismo, giochi di potere e donne chiamate a fare scelte difficili per salvare la propria integrità morale.
Una storia piena di tensione che l’autrice ha saputo ancora una volta centrare, forte della lunga esperienza di lavoro in ambito giuridico svolta prima di diventare scrittrice. E grazie alla familiarità con l’isola di Sandhamn, dove la famiglia di Viveca Sten possiede da generazioni una casa delle vacanze e nella quale l’autrice spende molti mesi all’anno con il marito e i tre figli.

Ritorno all’isola
di Viveca Sten
Editore: Marsilio
Anno edizione: 2019
Pagine: 462 pp
Prezzo: € 18,50