Mondo fumetto!

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Si è conclusa la quinta edizione di ARF! Festival del Fumetto al romano Mattatoio di Testaccio. Dal 24 al 26 maggio, un successo di pubblico per opere sperimentali, anteprime, intramontabili classici e artisti emergenti

Anche quest’anno è andato. Ma meglio degli anni scorsi, meglio organizzato, meglio allestito, meglio presentato. Il Festival del fumetto ARF! è giunto alla quinta edizione ed è stato l’assoluto protagonista, dal 24 al 26 maggio, dello spazio museale del Mattatoio di Testaccio di Roma, sua abituale collocazione fin dagli esordi.
Una fiera che si fa notare per una continua crescita di interesse da parte del pubblico, un successo dovuto anche a una precisa scelta degli organizzatori: mettere il fumetto al centro dell’attenzione. Si tratta di una decisione chiara, di un’impostazione che ha deciso di focalizzarsi sul disegno, sull’arte, senza mai “annacquare” l’evento con fenomeni o culture collegate sì al fumetto, ma magari capaci di distrarre il pubblico o di soffocare sforzi e creatività delle case editrici presenti. Niente merchandising dunque, niente cinema (neanche d’animazione), niente musica, videogiochi e tantomeno ambiti dedicati all’ormai imperante fenomeno dei cosplayer. Non siamo né al Lucca Comics né al capitolino Romics.
Il risultato è una manifestazione che vede protagoniste case editrici che difficilmente noterete in un ambiente “mainstream” (sebbene non manchino i grandi nomi, sia chiaro), quindi largo ad opere sperimentali, graphic novel di artisti emergenti, volumi dissacranti e storie oscure. È stata anche l’occasione per presentare novità e anteprime, come il Samuel Stern di Bugs Comics, promettente cacciatore di demoni che farà il suo debutto dopo l’estate.

Piacevole la presenza di associazioni culturali le quali, grazie ai fan, tengono vivi personaggi e saghe che, sebbene abbiano debuttato da decenni, sono ancora pietre miliari. È il caso dello stand dell’associazione dedicata al maestro Leiji Matsumoto, autore nipponico di capolavori come Capitan Harlock, Galaxy Express 999 e la splendida Corazzata Spaziale Yamato, solo per citarne alcuni. 
Attenzione anche a un altro spazio unico: l’area dedicata agli indipendenti e ai fumetti autoprodotti, uno spazio che, a differenza degli altri due padiglioni della fiera, è visitabile in modo assolutamente gratuito dal pubblico. Il cosiddetto “Self ARF”, regno dell’underground, della sperimentazione e laboratorio e palestra di giovani talenti, è un’esperienza unica nel panorama delle fiere fumettistiche italiane, certamente un punto di forza, di originalità e di spinta e sostegno a un settore fatto di microeditori e di collettivi artistici. Nulla di simile si vede altrove e, a sottolineare il palese appoggio che in ARF! si vuole fornire a questo vasto mondo di realtà emergenti,  si è fatto notare lo stand “Autori e Diritto”, dove è stata fornita assistenza legale agli autori per tutto quel che riguarda i contratti con le case editrici e la tutela delle proprietà intellettuali, senza tralasciare un aiuto per quel che riguarda la gestione dei propri titoli, dei propri impegni e della propria identità artistica.
Fortissima la presenza, anche quest’anno, di disegnatori e sceneggiatori che hanno potuto incontrare a più riprese il pubblico, non solo nei rispettivi stand dei propri editori ma anche nella “Arfist Alley”, uno spazio artistico a tutto tondo dove produrre a getto continuo poster, schizzi, illustrazioni di ogni genere. In questo ambiente assolutamente immersivo, non sono mancate le mostre, le rassegne e gli incontri, quest’ultimi realizzati all’interno dell’area “Talk” che, per l’occasione, è stata totalmente ripensata e migliorata, passando da una semplice aula con una pedana rialzata e alcune file di sedie, a una vera e propria sala conferenze con palco e spazio per il pubblico con sedili a gradoni, un altro indizio di una continua maturazione di ARF! Festival.

Tra le mostre espositive ve ne sono alcune davvero interessanti. Cominciamo da quella dedicata all’artista scozzese Frank Quitely, le cui opere sono state ben rappresentate da alcune bellissime tavole originali tratte da alcune delle sue più importanti opere in campo supereroistico, primo fra tutti Superman, passando poi per gli X-Men e per Batman e Robin. Si tratta di disegni che, per la prima volta presentati in Italia, mostrano un tratto delicato ma al tempo stesso visionario, estremamente dinamico e capace di sconfinare in momenti quasi onirici (si vedano a tal proposito le splendide tavole dedicate al personaggio di Sandman).
Dirimpetto le tavole di Quitely, troviamo invece lo spazio dedicato all’eclettico talento di Giuseppe Palumbo, un percorso che efficacemente ripercorre la carriera ultradecennale di un autore che, dalle follie psichedeliche degli anni Ottanta, è passato con disinvoltura al genere avventuroso, umoristico e noir, senza dimenticare le sue notevoli realizzazioni prodotte negli ultimi anni per Diabolik. E Palumbo, oltre ad aver incontrato il pubblico in un evento dedicato, è l’artista che ha firmato il manifesto ufficiale di ARF! per questa edizione.

Si passa quindi all’ambiente pensato al Giappone, particolarmente corposo, che tra gli stand specificatamente dedicati (come quello della J-Pop) ha presentato la mostra “Trent’anni di manga in Italia”, interessante narrazione del fenomeno fumettistico del Sol Levante. A cura di Susanna Scrivo, l’esposizione riassume con testi e illustrazioni le tappe di un lungo percorso che, dalle prime incursioni televisive degli anni Ottanta, ha attraversato con alterne fortune il mercato nostrano fino a giungere ad una completa odierna maturazione, sia in termini di pubblico che di qualità editoriale.
La mostra dedicata a Gloria Pizzilli e Tommy Gun sottolinea, se ancora ce ne fosse stato bisogno, l’attenzione per il mondo dell’autoproduzione. Si tratta infatti di due autori graffianti, le cui tavole non mancano di provocare, cercando spesso di plasmare, distruggere o re-immaginare il corpo umano spesso contorto, trafitto e ferito dalla trasposizione di ansie e violenze moderne.
Un breve immaginario viaggio è quello che ci permette di fare invece la mostra dedicata al talento di Attilio Micheluzzi, autore capace di trasportarci in altre epoche e in esotiche, lontane località. Un tratto che, fin dagli anni Settanta, da L’uomo del Tanganyka a Roy Mann passando per Marcel Labrume, gli Air Mail e Rosso Stenton, sa restituirci lo spirito di anni nostalgicamente avventurosi.

Il pezzo forte però è la mostra dedicata ai settant’anni di Tex Willer, un allestimento che meriterebbe un trattazione a parte. Rimarrà aperta fino a luglio questa lunga cavalcata (è il caso di dirlo) di storia western che ripercorre non solo i decenni di vita di uno dei personaggi del fumetto italiano più amati di sempre, ma anche della casa editrice, l’odierna Sergio Bonelli Editore, che su di lui e grazie a lui ha costruito le sue fortune e creato innumerevoli altri mondi e personaggi. Anno per anno, viene illustrata la vita editoriale di Tex che si evolve e si arricchisce di pari passo con la società, un parallelismo brillantemente illustrato da una lunga sequenza di albi accostati alle prime pagine dei quotidiani del nostro paese. Sono presenti spazi e opere di tutti gli sceneggiatori e i disegnatori che hanno prestato la loro fantasia e il loro talento al celebre ranger: vengono citati tutti, nessuno escluso. Ci sono biografie di ogni personaggio della saga, alleati e avversari di Tex, raccolte di famose citazioni, pannelli con le sorprendenti cifre che narrano da sole un successo editoriale che non accenna a fermarsi. Sorprende l’enorme quantità di oggetti qui esposti e che nei decenni hanno accompagnato il successo del personaggio bonelliano: fucili giocattolo, abiti, astucci, kit per truccarsi da indiano, giochi da tavolo, puzzle, action figure e molto altro.

Notevole la rappresentazione che, grazie alla cosiddetta realtà aumentata, permette al pubblico di visionare il futuro progetto del parco a tema dedicato a Tex. Tramite alcuni speciali tablet, è possibile infatti osservare su un plastico quello che potrebbe essere l’aspetto di una vera e propria città in cui ritrovare luoghi e personaggi tratti dalle pagine degli albi. Basta puntare il tablet sul plastico, apparentemente vuoto, e vedere apparire sullo schermo, come per magia, strade ed edifici.
Infine gli incontri e le lectio magistralis che in questi tre giorni hanno dato voce e corpo ai protagonisti del mondo del fumetto hanno visto, tra i tanti ospiti, il maestro argentino Josè Munoz, autore delle storie noir di Alack Sinner, Angelo Stano, disegnatore, tra le altre cose, di molti albi di Dylan Dog e Riccardo Mannelli, autore satirico oggi attivo sulle pagine de “Il Fatto Quotidiano” ma che è stato presente su numerose riviste come “Cuore”, “Il Male”, “Boxer” e “Linus”. Ma non basta: incontri dedicati al futuro del fumetto, al design della fantascienza, ai nuovi artisti e all’attualità (“Anche Superman era un rifugiato”). Un programma fittissimo e mai banale. Chiudono il cerchio una ben attrezzata area bimbi, con tanto di laboratori tematici, e uno spazio dedicato alle fumetterie che hanno voluto accostare la loro presenza alle case editrici che in questi tre giorni hanno animato l’area del Mattatoio di Testaccio.
Diecimila metri quadri che, sebbene siano molti meno rispetto alle manifestazioni del settore più grandi d’Italia, appaiono colmi di offerte, eventi, sorprese e tanta qualità. Nella botte piccola c’è il vino buono.

 

ARF! Il Festival del Fumetto
24, 25, 26 maggio 2019

Mattatoio (ex Macro Testaccio)
Piazza Orazio Giustiniani, 4 – Roma