Cosa bolle in libreria. . . a giugno 2022

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Le cinque proposte editoriali di questo mese, tra inediti testi di Anna Politkovskaja, un saggio sul concetto di “consenso”, storie di voci femminili rivoluzionarie e un killer prossimo alla pensione

«Di tutti i libri di Anna Politkovskaja, questo è il più tragico e potente». Per questo. Alle radici di una morte annunciata. Articoli 1999-2006 della giornalista Anna Politkovskaja, uccisa nel 2006, è un documento straordinario che Adelphi ripropone in una nuova edizione per un’antologia di articoli pubblicati su “Novaja gazeta”, testi inediti, promemoria personali e testimonianze che restituiscono al lettore un reportage sulla Russia che preparò e seguì l’ascesa al potere di Vladimir Putin.
La collocazione temporale va dall’ottobre 1999 a fine settembre 2006: pochi giorni prima dell’assassinio della giornalista. Un libro che mette in luce l’unica forma di giornalismo che la Politkovskaja riteneva possibile: un giornalismo da lei definito «sanitario», volto a dichiarare la verità, una verità che si fissa per sempre nella memoria, grazie al vigore dello stile, allo humour e all’acutezza con la quale vengono scandagliati fatti ed eventi, vincitori e vinti.

L’autrice francese Maylis De Kerangal intreccia otto storie per un romanzo della voce umana: Canoe, edito Feltrinelli, ha come perno centrale Mustang, romanzo breve attorno al quale orbitano sette racconti. Al centro Tutti si parlano, sono collegati tra loro e condividono lo stesso desiderio: sondare la natura della voce umana. Le protagoniste sono una tribù di donne. Donne di tutte le età, solitarie, sognatrici, volubili, ossessionate, o marginali: «Sono loro – precisa l’autrice – che occupano tutto lo spazio. E tra loro ho voluto cercare la mia voce, farla sentire nel modo migliore, per trovare un “io” più vicino».

Per Sellerio Editore, Francesco Recami con I killer non vanno in pensione ci porta nella quotidianità di un impiegato meticoloso, sfruttato dai colleghi d’ufficio – nullafacenti e corrotti – e sottomesso, a casa, alle pretese della moglie Stefania. In altre parole, uno sconfitto dalla vita. Uno sconfitto che, però, nasconde un’attività molto ben organizzata basata sulla sua straordinaria dote di omicida. Ma quella di killer è una carriera – tanti sono stati gli incarichi lucrosi impartiti da una invisibile Agenzia – prossima alla pensione e per l’ultima commissione è prevista l’eliminazione di un innocuo residente di Procida.
Comincia così a generarsi una ragnatela di trame che si incrociano e si accavallano di continuo, tra colpi di scena in stile feuilleton ottocentesco e la parodia di un odierno romanzo criminale, tra un quadro sociale grottesco, assurde credulità sacre e profane e un sorriso amarissimo che – come sempre – la penna di Francesco Recami rivolge all’attualità.

Dopo il successo di Fiore di roccia, Ilaria Tuti torna con nuova storia di riscatto e speranza intitolata Come vento cucito alla terra, edizione Longanesi. L’habitat prescelto è quello londinese del settembre 1914; la voce è di una donna, una chirurga: ma alle donne non è consentito operare. Men che meno alla lei: madre ma non moglie di origine italiana che paga il prezzo dell’indecisione nazionale in questa guerra. La tenacia e l’immaginazione necessarie per spingere il sogno di emancipazione e uguaglianza oltre ogni confine si concretizza nella volontà di raggiungere Parigi e aprire il primo ospedale di guerra interamente gestito da donne: una follia e una trasformazione che, come ogni trasformazione, porta con sé almeno un tradimento.
Quella scritta da Ilaria Tuti è la storia dimenticata delle prime donne chirurgo e, insieme, la storia dei soldati feriti e rimasti invalidi, che varcarono la soglia di quel mondo femminile convinti di non avere speranza e invece vi trovarono un’occasione di riabilitazione e riscatto. Ci sono vicende incredibili, rimaste nascoste nelle pieghe del tempo. Sono soprattutto storie di donne. Tra le pagine di questo libro torna alla luce la straordinaria ed epica impresa di due di loro.

Infine, per Einaudi, il saggio meticoloso e provocatorio di Manon Garcia Di cosa parliamo quando parliamo di consenso che disegna una nuova cartografia politica delle nostre vite private, cercando di capire dove sia nata e come funzioni la nozione di consenso. Un concetto «da maneggiare con cautela ma che porta in sé la promessa di una rivoluzione sessuale». Dunque, una questione che ci spinge a porre domande essenziali (ma troppo spesso trascurate) e ci stimola a cambiare le nostre abitudini, ad agire e soprattutto a rendere la parola sensuale e liberatoria. Perché, afferma l’autrice, è necessario «Erotizzare l’eguaglianza» anziché il dominio: solo così saremo in grado di amare meglio e più liberamente.

PER QUESTO.
Alle radici di una morte annunciata. articoli 1999-2006
di Anna Politkovskaja
Traduzione: Claudia Zonghetti

Editore: Adelphi
Collana: Gli Adelphi
Anno edizione: 2022
Pagine: 516 pp.
Prezzo: 15,00 €

CANOE
di Maylis De Kerangal
Traduzione: Maria Baiocchi

Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Anno edizione: 2022
Pagine: 144 pp.
Prezzo: 16,00 €

I KILLER NON VANNO IN PENSIONE
di Francesco Recami

Editore: Sellerio
Collana: La Memoria
Anno edizione: 2022
Pagine: 592 pp.
Prezzo: 16,00 €

COME VENTO CUCITO ALLA TERRA
di Ilaria Tuti

Editore: Longanesi
Collana: La Gaja Scienza
Anno edizione: 2022
Pagine: 384 pp.
Prezzo: 20,00 €

DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI CONSENSO
di Manon Garcia
Traduzione: Margherita Botto

Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile libero extra
Anno edizione: 2022
Pagine: 264 pp.
Prezzo: 17,50 €

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