Tolo Tolo. Un sogno chiamato umanità

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Il nuovo film di Checco Zalone: un termometro sociale sul filo del rasoio tra politically correct e black humor 

Fin da quanto sono comparse le prime notizie, culminate poi con il molto discusso videoclip del brano Immigrato, il nuovo film di Checco Zalone Tolo tolo (che uscirà nelle sale il 1 gennaio) è stato accompagnato dalle polemiche. Dall’essere razzista e xenofobo all’incitare all’odio, molti sono stati gli epiteti accostati a quei due minuti di riprese che non compaiono né sono tratti dal film. L’obiettivo dichiarato era quello di contestualizzare il testo del brano, ma, con un filo di malizia, possiamo affermare che l’intento era anche quello di essere un termometro sociale, e politico, capace di descrivere gli umori nei giorni precedenti l’uscita nelle sale.

“Tolo tolo”. Regia Checco Zalone

Ma partiamo da una premessa. Da un lato, in Italia il black humor è un genere che non ha mai attecchito del tutto. Se ne ricordano giusto fugaci tentativi che portano le firme di grandi autori del passato come Dino Risi, Ettore Scola o Alberto Sordi, in cui, comunque, la parte black era limitata o strettamente controllata. Dall’altro, il tema dell’immigrazione, ora come non mai, è estremamente divisorio. Per le strade, sui social e purtroppo anche, e soprattutto, tra i banchi della politica, diventa uno “strumento” ogni giorno discusso e usato tanto per offendere, quanto per difendere. E trasformarlo in un perno cardine, intorno al quale far ruotare un’intera commedia satirica, è qualcosa di folle, che solo un sano pazzo poteva fare: il suo nome è Luca Medici, ma è conosciuto da tutti come Checco Zalone.

Il comico pugliese, dopo la precedente esperienza di emigrazione all’estero per il film campione di incassi Quo Vado?, si trova, stavolta, costretto a dover immigrare per tornare a casa. La trama di Tolo Tolo si può riassumere così, usando poche righe. Le stesse che useremmo per descrivere sinteticamente la situazione di chi scappa dal proprio paese non per avere un futuro migliore, ma semplicemente per avere un futuro.
Attraverso questo concetto e obiettivo, il film ci fa scoprire cosa significhi attraversare il Mediterraneo a bordo di una nave e, soprattutto, come si arrivi a scegliere di mettere a rischio la vita per farlo. Per questo motivo, rispetto ai precedenti film, Tolo tolo è di gran lunga il più carico di significato

“Tolo tolo”. Regia Checco Zalone

Nonostante l’etichetta lo inserisca tra le commedie nere, ci troviamo di fronte a un film di grande equilibrio, che riesce camminare sul filo del rasoio tra il politically correct e black humor, senza vacillare o cadere. I toni scelti per raccontare il grande viaggio e le sofferenze che vi ruotano intorno sono ovviamente molto alleggeriti, nonostante il messaggio arrivi forte e chiaro.
In questo scenario, la ormai celebre “satira zaloniana” riesce a inserirsi a meraviglia, creando situazioni comiche e grottesche. Ed è un contrasto sul quale Zalone basa l’intera narrazione e la sua regia di debutto. Basti dare un’occhiata alla locandina del film per rendersene subito conto: Zalone è vestito con noti e importanti marchi di abbigliamento, mentre alle sue spalle si staglia un grande camion pieno di sacche e bagagli.

“Tolo tolo”. Regia Checco Zalone

Tuttavia, pur ironizzando su temi delicati, l’intento del film è quello di mostrare il lato più umano degli italiani. Infatti, il vero protagonista è proprio l’umanità. L’umanità nascosta nei piccoli gesti come un abbraccio, un ritrovarsi, o la consapevolezza che qualcuno quel viaggio sia riuscito a terminarlo, giungendo dall’altra parte. Così la pellicola può farsi anche carico di un altro compito: quello di rappresentare una risposta artistica e umoristica ai vari “decreti sicurezza” emanati, mostrando chi vanno a colpire e come. E per citare una scena del film: “Tutti abbiamo il fascismo dentro, che con il caldo e lo stress viene fuori. Ma lo dobbiamo combattere con l’amore”. 

Prima di concludere, una piccola nota a margine: durante la conferenza stampa lo stesso Zalone ha sottolineato come il personaggio di Oumar (interpretato da Souleymane Sylla) sia realmente esistito, perdendo però la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia, verso quella cultura che tanto amava e ammirava.
Dunque, Tolo Tolo è sicuramente un film che dividerà le opinioni di pubblico e critica, diventando probabilmente anche oggetto di inutili polemiche e discussioni, ma è anche l’ultima scommessa vinta da Luca Medici. Nell’arco di un decennio la sua comicità è andata a sostituire i vari cinepanettoni, definendo i contorni di una nuova commedia all’italiana. Chapeau!

Tolo Tolo

Scritto, diretto da Checco Zalone

con Checco Zalone, Souleymane Sylla, Manda Touré, Jean Marie Godet, Eduardo Rejón, Fabrizio Rocchi, Francesco Cassano, Nunzio Cappiello, Nassor Said Birya, Alexis Michalik, Antonella Attili, Nicola Nocella, Maurizio Bousso, Gianni D’Addario, Barbara Bouchet, Christian Petaroscia, Nicola Di Bari, Nichi Vendola

Produzione: Pietro Valsecchi
Distribuito da: Medusa Film, TaoDue