Toilet. Contro il logorio della vita moderna: spegni lo smartphone

Il film di Gabriele Pignotta, tra pellicola e performance live, porta al cinema l’odierna e sempre più radicata dipendenza dalla tecnologia: con gli occhi incollati sugli schermi perdiamo il significato del tempo

Metti un imprenditore di nome Flavio Bretagna (Gabriele Pignotta) che sta andando a firmare il contratto che risolve i problemi della sua azienda. Metti poi la banca che lo chiama per ricordargli il suo scoperto; la segretaria che lo chiama per ricordargli che i debiti aumentano; il socio che lo chiama per ricordargli quanto sia disperata la situazione; la ex-moglie che lo chiama per ricordargli che ci sono gli alimenti da pagare; e l’imminente compleanno della figlia al quale non vorrebbe mancare perché, fino ad ora, è stato un padre decisamente assente.

“Toilet”. Regia Gabriele Pignotta

Questo è il mix contestuale di Toilet che crea in Flavio una distrazione tale da fargli percorrere in auto il percorso badando solo al navigatore, fino a infilarsi in una stazione di servizio deserta per via di un impellente bisogno fisiologico. Entra nel bagno fatiscente e usa il sudicio water con il telefonino che continua a squillare ossessivamente annunciando altre gatte da pelare. 

Al momento di uscire arriva la brutta sorpresa: la porta è bloccata. Flavio è prigioniero della “toilet” del titolo, vano ogni sforzo di liberarsi dall’inconsueta prigione. E, ciò che è peggio, non ha alcuna idea di dove si trovi perché, totalmente assorbito dal suo cellulare, non ha fatto caso né a cartelli, né a indicazioni di alcun genere. Il fido smartphone non riesce a collegarsi a Internet e dunque neanche la geolocalizzazione può essergli d’aiuto. Mentre le lancette scorrono inesorabili, mano a mano che il fatidico appuntamento di lavoro si avvicina, il cinico imprenditore si ritrova da solo con se stesso, intrappolato e, con il passare delle ore, costretto a fare i conti con la sua vita. Nel cercare di salvarsi forse può anche riuscire a cambiare.

“Toilet”. Regia Gabriele Pignotta


Dopo Ti sposo ma non troppo (2014, in compagnia di Vanessa Incontrada che qui si cela dietro una delle tanti voci che tormentano Flavio) Gabriele Pignotta porta di nuovo al cinema un suo testo teatrale, stavolta in un ambizioso esperimento dove a recitare c’è solo lui.
Autore televisivo e sceneggiatore, pur avendo già affrontato la macchina da presa, sembra però aver trovato sulle tavole del palcoscenico la dimensione a lui più consona. Non a caso, la proiezione di questa pellicola all’Arena di Piazza Vittorio Emanuele II a Roma (prima tappa del tour con cui il film viene presentato), vede quale prologo ed epilogo due brevi sketch dal vivo interpretati dallo stesso attore.

L’origine teatrale della sceneggiatura si nota eccome, soprattutto nel susseguirsi di piccole scenette e gag, alcune molto riuscite, altre meno, tutte comunque ben interpretate.   
Sicuramente è buona e originale l’idea di fondo ma, durante la vicenda, emergono alcune situazioni che sembrano delle forzature fatte ad arte per tenere il più possibile prigioniero il personaggio e che, tra l’altro, diventano via via meno credibili. Senza voler anticipare troppo possiamo dire, per fare un esempio, che Flavio cerca l’aiuto dei Carabinieri solo molte ore dopo essere rimasto chiuso nella toilet quando chiunque, esaurite le prime soluzioni fai-da-te, si sbrigherebbe ad avvertire i soccorsi. 

“Toilet”. Regia Gabriele Pignotta

Inoltre al 112, in modo implausibile, non risponde una centrale per le emergenze ma direttamente la disorganizzata caserma di zona, da dove il maresciallo (a cui presta la voce Francesco Pannofino) informa lo sventurato che c’è una poco probabile rapina in corso, con tanto di ostaggi, e che dunque al momento i militari non possono intervenire. Non esiste la Polizia? I Vigili del Fuoco? Insomma per godersi la storia bisogna “stare un po’ al gioco” di Pignotta anche se, passata una prima parte piacevole, la narrazione, oltre che sempre meno verosimile, mostra una certa stanchezza nel finale.
Rimane certamente un approccio interessante a quello che è un reale problema dei nostri tempi, ovvero l’ingombrante presenza dei cellulari, le chiamate continue, l’impossibilità di staccare con il lavoro che, complici pure i messaggi e le e-mail, ci segue ormai in qualsiasi istante della giornata. Questa schiavitù tecnologica finisce a volte per farci perdere di vista il vero valore del tempo e l’importanza di quella che una volta era la cosiddetta vita privata con i suoi affetti. Per reagire pare servire nientemeno che un trauma come quello che vive Flavio. Su questo è impossibile non essere d’accordo. 

TOILET

Scritto, diretto e interpretato da Gabriele Pignotta

Produzione: Fenix Entertainment, Vision Distribution in collaborazione con Sky
Distribuito da: Vision Distribution

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