The Mandalorian. Dall’universo di Lucas, una serie splendida

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Si conclude il secondo capitolo del live-action ambientato nell’immaginario di Guerre Stellari, con cambiamenti radicali, ritmi forsennati, camei e sorprese per otto episodi che sono veri gioielli

Finita la seconda stagione de Il Mandaloriano, è evidente per tutti che un franchise dato per morto come Guerre Stellari è improvvisamente tornato a nuova vita, forte come lo era un tempo.
Per quei pochi che ancora non lo sapessero, questa è la prima serie tv live-action ambientata nell’universo immaginato e creato da George Lucas negli anni Settanta e, visti i risultati, molte stanno per arrivare (speriamo non si finisca per strafare). 

“Il Mandaloriano”. Regia Robert Rodriguez

Prima de Il Mandaloriano avevamo già visto l’ottima Clone Wars e la più recente Rebels, ma si trattava di pura animazione in computer grafica. Mentre altri prodotti di animazione si sono recentemente aggiunti, ma pensati soprattutto per i più piccini, il progetto riguardante il guerriero di Mandalore è un’idea totalmente nuova, un esperimento che ha fruttato risultati eccellenti e che ha praticamente contribuito al lancio della piattaforma streaming Disney+, attualmente in piena, impetuosa espansione.

Ambientato pochi anni dopo la caduta dell’Impero, quindi successivo all’episodio VI Il Ritorno dello Jedi (1983), è un racconto che parte dal singolo cacciatore di taglie Din Djarin (Pedro Pascal, già notato ne Il Trono di Spade), ma che, col passare del tempo, diventa una vicenda corale, capace di recuperare le atmosfere dimenticate della trilogia originale e di riallacciare i fili con altri aspetti della saga. Come abbiamo già appreso nella prima stagione, Din viene incaricato di trovare una persona per consegnarla nelle mani di quel che resta dell’esercito imperiale. Con sua grande sorpresa, il bersaglio è un bambino, appartenente alla misteriosa razza dell’ormai defunto maestro Yoda, e sul piccolo si ha evidentemente intenzione di condurre sinistri e letali esperimenti. Nonostante il suo cinismo, il suo carattere schivo e oscuro, il mercenario ritiene di non poter abbandonare una creatura indifesa nelle mani di persone tanto crudeli. Decide così di riprenderlo, dandosi alla fuga per tutta la frontiera dell’Orlo Esterno, e sviluppa con lui un profondo rapporto padre-figlio. 

“Il Mandaloriano”. Regia Robert Rodriguez

Inseguito dal malvagio Moff Gideon (un sempre bravo Giancarlo Esposito), è evidente che sull’enigmatico infante si accentrano enormi interessi e che la sua importanza è cruciale per il destino stesso della galassia. Ma da solo, il coraggioso Din, non può farcela. Eccoci allora al coinvolgente arco narrativo di questa seconda stagione in cui, aiutati da molti alleati (tutti ottimamente tratteggiati), i fuggitivi sono alla disperata ricerca di una soluzione definitiva per mettere in sicurezza questa sorta di bambino stellare, bramato da chiunque comprenda l’enorme potere che esso cela. Capace infatti di una fortissima connessione con la Forza, l’energia vivente che permea l’universo e che può essere manipolata solo da pochissimi eletti, è lui evidentemente la chiave per la vittoria o la sconfitta nei confronti di un Impero che, ai margini dei pianeti più civilizzati, non si dà per vinto e, anzi, cerca di riorganizzarsi per tornare ancora più forte di prima.

Visitiamo un pianeta dietro l’altro, come l’immancabile Tattooine, da dove prese le mosse l’originale Guerre Stellari del 1977, e seguiamo questa infaticabile indagine volta a scovare un cavaliere Jedi ancora desideroso di tutelare e addestrare il giovane prodigio. I membri dell’antico ordine cavalleresco – composto da nobili individui in grado di dominare la Forza per proteggere i mondi della vecchia repubblica – sono stati spazzati via decennali guerre e, ormai, il loro credo e la loro presenza, oltreché debole, sta diventando più che altro una leggenda per la gente comune. 

“Il Mandaloriano”. Regia Robert Rodriguez

In otto puntate (tanti piccoli gioielli) viviamo cambiamenti radicali di atmosfere, ognuna di esse pensata con una sorta di “carattere” ben distinto. Dall’omaggio alle pellicole di samurai, nel bellissimo incontro con la guerriera Ashoka Tano (qui per la prima volta trasposta dalla serie animata grazie alle fattezze di Rosario Dawson), ai ritmi forsennati imposti dalla sapiente regia di Robert Rodriguez a una delle battaglie cruciali. Citazioni, camei e sorprese si sprecano e parlarne qui sarebbe fare un dispetto a chi ancora non ha potuto apprezzare Il Mandaloriano. Basti dire che viene finalmente ufficializzato il ritorno di uno degli antieroi più iconici dei vecchi film, dato apparentemente per morto ma già “tornato” da almeno trent’anni nei romanzi di Guerre Stellari.
Queste fonti, che costituiscono il cosiddetto “Universo espanso” (non solo i libri, ma anche i fumetti e gli innumerevoli videogiochi), sono state dichiarate ormai non più ufficiali dalla Disney, la quale ha rilevato già anni fa la Lucasfilm, ma è evidente che si sta cercando di tornare sui propri passi. Non una scelta casuale, visto che la recente trilogia uscita nei cinema è stata massacrata da critica e pubblico e, pensate un po’, il titolo conclusivo Episodio IX – L’ascesa di Skywalker è stato il film di Guerre Stellari meno visto di sempre. Un risultato clamorosamente negativo, nonostante alla guida vi fosse un veterano attento come J.J. Abrams (il quale poi si è giustificato lamentando troppe intrusioni da parte della produzione). 

“Il Mandaloriano”. Regia Robert Rodriguez

Questa splendida serie dimostra come si stia cercando dunque di risollevare Guerre Stellari da un pericoloso oblìo, recuperando la sua reale identità e sottraendola al controllo asfissiante di chi alla Disney evidentemente disprezza i fan o, peggio ancora, è più concentrato sul merchandising. L’incarico è stato affidato a Jon Favreau, uno degli artefici dei successi cinematografici targati Marvel e prima di tutto grande fan, che ha scritto praticamente l’intera storia e personalmente diretto i primi episodi. A lui è stato brillantemente affiancato Dave Filoni, già alla guida di un buonissimo prodotto quale il citato Clone Wars.
A indicare definitivamente che “questa è la via” (no, non stiamo usando una frase a casaccio) c’è l’epico finale, una sequenza che porta con sé una splendida sorpresa e intensissime emozioni: cose che in questa bistrattata saga non si vedevano e provavano da decenni. 
Godetevi l’episodio conclusivo, firmato magistralmente da Peyton Reed, seduti accanto l’albero di Natale. È il luogo migliore per farvi questo autentico regalo che ha già fatto commuovere milioni di spettatori. E che la Forza sia con voi.

IL MANDALORIANO

Creatore: Jon Favreau

Stagioni: 2 – in corso

Produzione: Lucasfilm
Distribuito da: Disney Platform Distribution