TFF 38 | Fried Barry. Tra i mali odierni, in forma psichedelica

Per “Le Stanze di Rol”, il film di Ryan Kruger, con un incontro alieno, un viaggio infernale nella bassezza umana e lo stile visionario del cinema anni Ottanta

Appartiene alla sezione “Le Stanze di Rol”, la pellicola firmata dal britannico Ryan Kruger: ed è una corsa pazzesca e psichedelica che ci immerge fra i mali contemporanei.
Ma andiamo con ordine e poniamoci subito una domanda: cosa potrebbe succedere a un alieno che volesse visitare il nostro pianeta senza alcuna preparazione? Una risposta può darcela la surreale vicenda di Barry (Gary Green), un pessimo marito e padre che vaga nei meandri metropolitani pensando solo a bere e a drogarsi. Sua moglie Suz (Chanelle de Jager) è disperata perché deve crescere il loro figlio praticamente da sola e, pur amando suo marito, sa che la fine del matrimonio è vicina vedendolo ogni giorno sempre più assente e sulla via dell’autodistruzione. 
Un giorno, durante l’ennesimo vagabondaggio da nullafacente, Barry viene rapito da una nave extraterrestre e un’entita di un altro pianeta prende possesso del suo corpo. L’alieno, con l’aria stralunata, grazie alle nuove sembianze, riesce a passare inosservato per le strade, cercando dunque di esplorare e comprendere la nostra razza.

“Fried Barry”. Regia Ryan Kruger

È l’inizio di un vero e proprio viaggio infernale, fra locali notturni sudici in cui trovare solo droghe e squallido sesso a pagamento, relitti umani che si trascinano fra angoli urbani dimenticati, strade tramutate in immondezzai e piene di prostitute. Nonostante questo, paradossalmente, Barry riesce a imparare qualche parola carina vista in tv o catturata al parco in qualche raro momento di positività, ridando a sua moglie la speranza che qualcosa possa essere recuperato. Ma la permanenza dell’alieno in città non è eterna e le cose, se possibile, si fanno ancora peggiori: ci sono da affrontare maniaci assassini, bande di sbandati picchiatori e drogati senza speranza. Forse i migliori incontri possono essere quelli fatti in manicomio, anche se i veri matti sembrano essere quelli rimasti fuori. Il tempo ormai stringe, la nave spaziale deve recuperare il suo esploratore prima che il nostro mondo folle lo inghiottisca per sempre. 

“Fried Barry”. Regia Ryan Kruger

Nel giro di pochi giorni di avventure, il visitatore dallo spazio assiste al peggio che possiamo trovare in giro: violenza gratuita, persone in cerca di facile divertimento, solitudine, sfruttamento dei più deboli, rapimenti, gente ammazzata senza che a nessuno importi qualcosa, crimine endemico. Siamo a Città del Capo, in Sudafrica, ma potremmo essere in una qualsiasi delle sfortunate metropoli odierne, tutte ormai più aliene del misterioso mondo di provenienza dell’ufo. Fotografia, inquadrature ed effetti speciali sembrano essere un chiaro riferimento al cinema visionario e allucinato degli anni Ottanta; una su tutte la sequenza imperdibile del rapimento e della possessione di Barry. A quel cinema sembrano appartenere anche la riproposizione di scene volutamente disturbanti, come quella dove una prostituta, nel giro di pochi minuti, viene ingravidata, vede deformarsi il suo corpo e finisce per partorire orripilata un bambino fatto e finito. In tutto questo, come il titolo ci suggerisce, Fried Barry, cioè Barry completamente bruciato, fuso, cerca di capire le assurde dinamiche che stanno divorando la società in cui viviamo. E, quando anche riesce a comprendere cosa fare di buono, è lui quello che finisce arrestato e rinchiuso.

“Fried Barry”. Regia Ryan Kruger

Kruger segue la vicenda con scene lunghissime, senza stacchi, senza pause: momento di bravura la fantastica sequenza della fuga dal manicomio, in compagnia di un paio di folli che risultano essere i migliori amici trovati fino a quel momento, il che la dice lunga. Questa infelice peregrinazione tra gli inferi umani può portare a qualcosa di buono, forse, ma è scappare da tutto questo che sembra essere la soluzione migliore e, arrivati alla fine, è un sollievo per tutti esserne finalmente fuori.
In un film come questo, quasi un esercizio di stile per la narrazione insistentemente stravolta, la critica alla deriva fuori controllo che ci circonda è palese, provocatoria, estrema, ipertrofizzata. Speriamo solo che la realtà sia meglio di quella esplorata da Barry. I dubbi sono legittimi.

FRIED BARRY

Sceneggiatura: Ryan Kruger
Regia: Ryan Kruger

con: Gary Green, Chanelle De Jager, Bia Hartenstein, Sean Cameron Michael, Johnny Pienaar, Hakeem Kae-Kazim, Steve Wall, Deon Lotz, Tuks Tad Lungu, Joe Vaz, Grant Swanby, Joey Cramer

Produzione: Enigma Ace Films