Stranger Things 4. Essere attraente come pochi

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Quella dei “Duffer Brothers” è una delle migliori serie mai viste nell’ultimo decennio. La quarta stagione intreccia tre linee narrative e un gran numero di personaggi: ma per conoscere la fine della storia dovremo attendere

È stata una lunga attesa. Tre anni per conoscere Vecna, il nuovo tremendo avversario che fa qui il suo esordio. Stiamo parlando di Stranger Things 4 e abbiamo atteso tre anni per sapere cosa ne fosse realmente stato dello sceriffo Jim Hopper (Davird Harbour), disperso e dato per morto nella base segreta che l’Unione Sovietica aveva costruito proprio sotto l’ignara cittadina di Hawkins (Indiana). Tre anni per sapere come Eleven (Millie Bobby Brown) – o “Undici” nella versione italiana – fosse riuscita, ormai priva dei suoi poteri, a farsi una vita il più possibile normale in California, frequentando il college lontana dal suo Mike (Finn Wolfhard). Non è sola, ovviamente, perché in sua compagnia ci sono i fratelli Will (Noah Schnapp) e Jonathan Byers (Charlie Heaton), fuggiti lontano da Hawkins insieme alla loro madre Joyce (Wynona Ryder), stanca dell’orrore che da anni perseguita la sua famiglia. 

E chi è rimasto come se la passa? Qualcuno prova ad adattarsi alla nuova vita del college; qualcun altro, stanco di sentirsi sempre un nerd, e si è unito alla vincente squadra di pallacanestro della scuola; c’è poi un bizzarro gestore di un club di gioco locale nonché amante dell’heavy metal; c’è chi è perseguitato da orrende visioni e cerca qualche droga per sfuggire a mostri e atrocità; e c’è chi scopre di essere il bersaglio di una caccia all’uomo scatenata dal governo degli Stati Uniti con conseguenti fughe in basi segrete scientifiche dove recuperare potentissime abilità paranormali.

“Stranger Things 4”

Insomma, il preludio di questa stagione riallaccia parecchi fili per un cast che è ormai molto ampio e variegato, e non una bensì tre linee narrative che si vanno a sviluppare parallelamente per tutta la stagione: probabilmente l’unico modo per dare il giusto spazio a un gruppo di personaggi che è diventato parecchio affollato.
L’epopea ideata e realizzata dai fratelli Matt e Ross Duffer (noti ormai come “Duffer Brothers”) ha meravigliato il pubblico di tutto il mondo fin dal suo esordio, nel luglio del 2016. Mentre si preparano a chiudere definitivamente i giochi con la quinta e ultima stagione (ma qualche voce parla di spin-off in fase di progettazione), gli autori si godono il successo mondiale. 

Stranger Things 4 è stato diviso in due parti, una in sette puntate di circa un’ora l’una, in onda dal 27 maggio 2022, incentrate sulle indagini intorno a Vecna, le sconvolgenti rivelazioni circa la sua vera identità, e su chi sia la reale minaccia che in tutti questi anni ha assaltato il nostro mondo.
Le ultime due invece sono state rese disponibili il 1° luglio 2022, con il finale di stagione dalla durata addirittura di due ore e mezza. L’attesa per queste è stata così spasmodica che i server di Netflix non hanno retto, il che la dice lunga su come questo titolo sia, a tutti gli effetti, l’attuale prodotto di punta della piattaforma californiana e su quale sia il numero da record di spettatori che può vantare. Impossibile, naturalmente, fare contenti tutti.

“Stranger Things 4”

La prima e importantissima premessa è che Stranger Things è uno dei migliori prodotti televisivi mai visti nell’ultimo decennio (e non solo), capace di sprigionare una forza attrattiva con pochi precedenti.
Girato in modo meraviglioso, con i Duffer alle redini dei capitoli più importanti, utilizzando stili, fotografia e inquadrature riprese attentamente dai classici degli anni Ottanta cui si ispira. Con un cast di attori convincente e, nel caso dei membri più giovani, in costante crescita nelle capacità interpretative. Si tratta di una narrazione che si prende i suoi tempi, a costo ogni tanto di apparire perfino troppo lenta per il pubblico più giovane e abituato a una cinematografia iperdinamica, da “tutto e subito”. Una colonna sonora attentamente studiata, riferimenti alla cultura pop seminati a profusione (può sfuggirvi qualcosa anche dopo averlo visto più volte) e una capacità di creare un’atmosfera unica nel suo genere. 

Questa volta, forse memori di numerose voci che avevano indicato qualche tono umoristico di troppo durante la terza stagione, gli autori hanno spinto su uno scenario molto più horror, con la presenza di situazioni truculente senza precedenti. Forse anche per via dell’innalzamento del “livello di pericolo”. Detto questo, seguire addirittura tre filoni narrativi sicuramente rischia di togliere spazio ad alcuni personaggi: tutti hanno il loro momento di gloria, non tutti però riescono ad emergere con la dovuta forza. A noi, in questo caso, è mancata un po’ la presenza scenica di Wynona Ryder, con la sua Joyce rilegata a fare quasi da contorno nel segmento della storia più improbabile di tutti. E se lo spettatore si aspetta una certa dose di sospensione dell’incredulità – a scongiurare la discesa del livello di divertimento -, vedere uno scalcinato trio entrare segretamente in Unione Sovietica, penetrare in una base super-segreta, affrontare gelo, soldati e mostri e tornare negli Stati Uniti, beh, forse è un po’ troppo. 

“Stranger Things 4”

L’attrice Millie Bobby Brown ha dichiarato, con un po’ di maliziosità, che nella quinta stagione spera in una qualche piccola strage per sfoltire il numero di protagonisti. La risposta dei Duffer non si è fatta attendere: “Questa è Hawkins, non il Westeros de Il Trono di Spade!”: dunque difficilmente vedremo qualche morte eccellente.
Probabilmente, se qualcuno (sempre una minoranza) si è emozionato meno di quel che credeva durante gli ultimi due episodi, è perché appare ormai chiaro che gli sceneggiatori sono affezionatissimi ad alcune figure e che quindi, a dispetto di ciò che vediamo sullo schermo, sappiamo bene che di lasciarci la pelle non se ne parla. Il che, naturalmente, toglie un bel po’ di “pathos” ad alcune delle sequenze finali. Il mondo fantastico degli anni Ottanta. d’altra parte, è fatto comunque di buoni sentimenti, cuore, eroi che riescono a sopravvivere a orrori molto più grandi di loro e una morale positiva ed ottimista che, se scardinata, potrebbe snaturare molti dei concetti base della serie.

“Stranger Things 4”

Per noi si è trattato di un’avventura incredibile, in quella che forse è la migliore stagione di Stranger Things fin qui realizzata, pur con i suoi difetti a tratti più visibili che in passato, grazie a una qualità non più televisiva ma cinematografica. La canzone di Kate Bush “Running Up That Hill”, del 1985, qui parte integrante della trama, è già colonna sonora di questa rovente estate, a suggellare un meritato successo.
Gli attori adolescenti sono ormai visibilmente cresciuti: ad Hawkins, dalla prima puntata, sono passati tre anni, mentre nella vita reale ne sono trascorsi il doppio. Per tale motivo i Duffer hanno già anticipato che per il gran finale ci sarà un salto temporale in grado di giustificare il diverso aspetto dei suoi protagonisti. Almeno in parte. 
Non vediamo l’ora di assistere alla conclusione della storia, ma sui tempi di attesa per la quinta stagione arriva la doccia fredda: fine 2023 o addirittura il 2024. Armiamoci di pazienza, lo scontro con le forze del Male è solo rimandato. 

STRANGER THINGS 4

Regia: Duffer Brothers e altri

Sceneggiatura: Duffer Brothers e altri

con Winona Ryder, David Harbour, Millie Bobby Brown, Finn Wolfhard, Gaten Matarazzo, Caleb McLaughlin, Noah Schnapp, Sadie Sink, Natalia Dyer, Charlie Heaton, Joe Keery, Maya Hawke, Brett Gelman, Priah Ferguson, Matthew Modine, Paul Reiser, Joseph Quinn, Jamie Campbell Bower

Produzione: 21 Laps Entertainment, Monkey Massacre, Netflix